Carrara, alla Fondazione Cassa di Risparmio la mostra T.O.T., sul tema delle tracce


Fino al 16 ottobre, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara ospita la mostra “T.O.T. - Themes of Traces”, che con le opere di cinque giovani artisti contemporanei riflette sul tema delle tracce.

Fino al 16 ottobre 2022, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara ospita, nella sua sede di Palazzo Binelli, la mostra T.O.T.Themes of Traces, collettiva di arte contemporanea a cura di Andrea Zanetti, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Attraverso linguaggi differenti, cinque artisti contemporanei (Emiliano Bagnato, Raffaele Morabito, Federica Mutti, Eleonora Roaro e Vincenzo Zancana) riflettono sul tema della traccia, di cui mettono in luce la loro personale interpretazione per condividerla con le suggestioni del pubblico: traccia di memoria, di suono, di luce, di parola, di mutazione. Il progetto espositivo nasce dall’idea di declinare il tema dell’edizione 2022 del Festival con-vivere in una visione contemporanea che, dalla libera e intima riflessione degli artisti, si apre al confronto con i visitatori per favorire quello scambio necessario tra sensibilità individuale e riflessione collettiva.

La mostra rappresenta il primo appuntamento di un ciclo di mostre realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara che prevede l’ingresso delle opere di artisti under 35 nella sua collezione, un progetto che mira alla valorizzazione degli artisti più giovani per offrire al patrimonio pubblico la loro visione artistica contemporanea. Questo primo progetto espositivo tocca le corde della memoria in un salto temporale che abbraccia pagine nere della nostra Storia, tuttora presenti come traccia nel paesaggio, ma che le riconsegna con lucido distacco, in una farsa contemporanea che sfiora la tragedia. Ci sono poi tracce sonore che si materializzano nell’incontro tra opera e visitatore per consegnare al pubblico la responsabilità di un suo gesto ma anche l’unicità del nostro essere, con la forza naturale delle differenze individuali che vanno a creare l’insieme visivo e percettivo dell’opera stessa. E ancora, tracce di luce, nell’esaltazione plastica dell’imperfezione come simbolo svelato della vera essenza delle cose; l’imperfezione che si comprende nel suo essere fuori dal contesto che la definisce, per diventare forma a sé stante e oggetto perfetto dell’imperfezione visiva. Ci sono poi le parole, tracce evidenti di segni ed impronte, che fluttuano nel mare dei significati per appropriarsi di ogni singola interpretazione e sfidarci alla comprensione individuale, soggettiva, tracce immateriali di pensieri, ricordi ed esperienze.

Il percorso si delinea attraverso cinque istallazioni artistiche che dialogano con lo spazio per definirne una nuova dimensione. Si comincia con il progetto Estate 1936 di Eleonora Roaro, che indaga l’eredità delle colonie marine per l’infanzia durante il fascismo a partire dal caso dell’ex Torre Balilla a Marina di Massa. Progettata dall’architetto Vittorio Bonadé Bottino su volere di Edoardo Agnelli per i dipendenti della FIAT e inaugurata nel 1933, la torre di 52 metri era in grado di ospitare fino a 800 bambini. Un filmato dell’Istituto Luce del 1936, editato per l’occasione da Eleonora Roaro, mostra la rigida routine e la “disciplina insolita” (Casabella n. 167, 1941, p. 2) che connotavano le giornate nelle colonie estive, che erano un vero e proprio strumento di costruzione del consenso: il poco tempo dedicato al gioco scompariva per lasciare posto ad attività organizzate nei quali l’ordine, il ritmo e il movimento collettivi avevano un peso predominante. In una performance realizzata dall’artista si ripetono alcune azioni ispirate al regolamento delle colonie di cui si evidenzia l’alienazione e la volontà di indottrinamento. Le cartoline in bianco e nero, un poster d’epoca fascista e una planimetria pongono enfasi sull’iconografia della Torre Balilla dando risalto al rigore dell’architettura modernista, rigore che si rispecchia nelle azioni di chi ha vissuto quei luoghi la cui memoria è stata spesso cancellata.

La seconda installazione è Semblant di Vincenzo Zancana, un’opera che simboleggia un percorso, una via svolta fisicamente dall’artista alla ricerca del cammino di Aronte tra le Alpi Apuane, un’installazione pensata appositamente per la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. L’opera si formalizza da un duplice punto di vista: tra la storia dell’aruspice Aronte, difensore indiscusso dei monti morto per amore e l’intervento tangibile dell’uomo quale abitante radicato. L’installazione si compone da fotografie stampate su alluminio, scattate e post-prodotte dall’artista e da una quinta di scena in tessuto nero che ricopre lo spazio circostante creando due diversi livelli di percezione. Nello specifico le immagini, attraverso la sottrazione cromatica, subiscono una manipolazione digitale, trasformando gli elementi fotografici in nuovi arcipelaghi, in frammenti e percorsi di una nuova ambientazione dove la leggenda di Aronte non è stata ancora svelata.

Terza tappa del percorso è Da lontano viene la luce di Raffaele Morabito, un’istallazione luminosa site-specific progettata appositamente per gli spazi della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Il progetto, che fa parte di una serie più ampia, è costituito da una sequenza di neon modellati sul disegno dei graffi prelevati dalle fotografie di restauri realizzate dal padre dell’artista. Le immagini di partenza documentano gli interventi effettuati e sono state tratte nel laboratorio del padre prima che venisse chiuso a causa della crisi del settore dell’artigianato nei primi anni Duemila. Per Morabito, bambino, la chiusura del laboratorio fu un evento traumatico, non solo per il cambiamento socio-economico che ha investito la sua famiglia ma perché significava non avere più accesso al luogo della creazione. Sulla scorta della concezione contemporanea del restauro l’artista fa emergere i traumi fisici che le emulsioni fotografiche portano con sé quali metafora della crisi, riportandoli alla loro condizione iniziale: fasci di luce.

Può contenere tracce di paura è invece il progetto di Federica Mutti: nell’industria alimentare la dicitura “può contenere tracce di” indica la possibilità di eventuali contaminazioni involontarie dei cibi con allergeni non presenti tra gli ingredienti, ma trattati nelle stesse linee produttive. L’installazione si compone di diversi elementi, tutti caratterizzati dal trasferimento in ambito artistico di elementi di uso quotidiano. L’obiettivo è quello di produrre tre opere che, come sottolinea il titolo, potrebbero contenere tracce di paura. Dalle carte delle caramelle alle erbe che mangia compulsivamente per fare fronte ad ansie, nervosismi e nausee sartriane, l’artista coglie erbe e fiori che organizza in un erbario ordinato, totem della paura al tempo stesso rifuggita e coltivata, fatta oggetto di culto. Una collezione di denti di zucchero scongiura il rischio di carie, e lettere di colorazioni zuccherine compongono espressioni dipinte con pigmenti rivelatori di placca dentale.

Il percorso si chiude con Scenari sonori – Ambiente #1 di Emiliano Bagnato. Nell’ambiente ci sono una lastra di alluminio posta su un cubo e una tela, due superfici con cui interagire liberamente utilizzando gli oggetti che si trovano vicino a esse. La vibrazione delle superfici, provocata dagli atti dei visitatori, è captata da microfoni a contatto; il loro segnale è elaborato elettronicamente per estrarre timbri e frammenti musicali dal rumore, mentre sullo schermo, il suono generato dall’interazione diventa immagine, organizzata in frequenza, intensità e tempo. È l’agire dei visitatori a completare l’opera, senza di loro lo spazio è silenzioso e lo schermo è nero: rimangono solo, visibili, le tracce del passaggio.

La mostra è aperta dal giovedì alla domenica dalle 17 alle 21. Per aperture in altri orari scrivere a segreteria@fondazionecrcarrara.com.

Eleonora Roaro, Estate 1936
Eleonora Roaro, Estate 1936
Vincenzo Zancana, Semblant
Vincenzo Zancana, Semblant
Raffaele Morabito, Da lontano viene la luce
Raffaele Morabito, Da lontano viene la luce
Federica Mutti, Può contenere tracce di paura
Federica Mutti, Può contenere tracce di paura
Emiliano Bagnato, Scenari sonori - Ambiente #1
Emiliano Bagnato, Scenari sonori - Ambiente #1

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraT.O.T. - Themes of Traces
CittàCarrara
SedePalazzo Binelli - Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara
DateDal 08/09/2022 al 16/10/2022
ArtistiEmiliano Bagnato, Eleonora Roaro, Raffaele Morabito, Federica Mutti, Vincenzo Zancana
CuratoriAndrea Zanetti
TemiArte contemporanea

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE





MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte