Caravaggio per la prima volta in Romania: le opere della Fondazione Longhi in trasferta a Timisoara


Per la prima volta sarà esposta un’opera di Caravaggio in Romania: a Timisoara, una mostra con le opere della Fondazione Longhi esplora il genio del maestro e il suo impatto sulla modernità.

Dal 16 novembre 2024 al 28 febbraio 2025, il Museo Nazionale d’Arte di Timișoara ospita una selezione di opere della Fondazione Roberto Longhi in trasferta in Romania: i lavori selezionati vanno a comporre la mostra Luminile lui Caravaggio - Începutul Modernității în Pictura Europeană. Capodopere din colecția Roberto Longhi (“Le Luci di Caravaggio - L’inizio della Modernità nella Pittura Europea. Capolavori dalla collezione Roberto Longhi”), una mostra dedicata al maestro Michelangelo Merisi da Caravaggio e alla sua influenza sull’arte europea. Curata in collaborazione con la prestigiosa Fondazione Roberto Longhi, l’esposizione segna un momento storico per l’arte in Romania, poiché per la prima volta un’opera di Caravaggio viene esposta in un museo rumeno.

La mostra, realizzata sotto l’Alto Patronato del Ministero della Cultura italiano e del Ministero della Cultura rumeno, espone il Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio e si arricchisce da opere di seguaci e interpreti del Caravaggismo. Attraverso il drammatico gioco di chiaroscuro, il realismo e l’intensità emotiva tipici di Caravaggio, l’esposizione racconta l’inizio della modernità nella pittura, tracciandone l’impatto fino ai giorni nostri. Tra i temi centrali della mostra, vi è la riflessione sulla rappresentazione della realtà, un concetto che Caravaggio ha rivoluzionato e che è stato approfondito da filosofi come Giambattista Vico e René Descartes. Il “gioco degli specchi”, metafora cara al Barocco, guida l’allestimento della mostra, che diventa un dialogo tra luce e ombra, visibile e invisibile, apparenza e verità.

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro (1595-1596 circa; olio su tela, 65,8 x 52,3 cm; Firenze, Fondazione Longhi)
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro (1595-1596 circa; olio su tela, 65,8 x 52,3 cm; Firenze, Fondazione Longhi)
Valentin de Boulogne, La Negazione di Pietro (1615-1617 circa; olio su tela, 171,5 x 241 cm; Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi)
Valentin de Boulogne, La Negazione di Pietro (1615-1617 circa; olio su tela, 171,5 x 241 cm; Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi)

L’allestimento scenografico

L’allestimento scenografico, ispirato alle tecniche barocche, coinvolge i visitatori in un’esperienza immersiva. Le opere sono presentate con un uso strategico di luci e ombre, mentre drappeggi in velluto richiamano il concetto barocco di teatro del mondo. Un elemento simbolico dell’esposizione è l’uso dello specchio, sia come oggetto fisico sia come metafora. In una sala dedicata, il lavoro di Caravaggio viene presentato attraverso un gioco di riflessi che invita lo spettatore a interrogarsi sul confine tra visione e immaginazione. Questo approccio trasforma la mostra in una meditazione filosofica sull’arte come specchio della condizione umana. 

La Collezione Longhi è considerata una sorta di riflesso del caravaggismo, al cui interno risiedono altri specchi, ognuno dei quali rivela prospettive da diversi piani e angoli di visibilità. Filosofi come Giambattista Vico e René Descartes consideravano lo specchio non solo uno strumento di riflessione, ma anche un mezzo che metteva in discussione la relazione tra apparenza e realtà, verità e illusione. Allo stesso modo, i piani diagonali e le nicchie nella collezione alterano l’angolo di percezione dell’osservatore, incarnando questa interrogazione filosofica su come la realtà viene rispecchiata e compresa.

Nello specchio invertito della parete in cui è esposta l’opera di Caravaggio, si incontrano le dimensioni invisibili dello specchio, un’allusione all’interazione tra luce e ombra che definisce il caravaggismo. Questo aspetto invisibile rispecchia il fascino barocco per l’interazione tra visibilità e invisibilità, articolato negli scritti di Athanasius Kircher e nelle strategie visive del chiaroscuro. La mostra attinge alle tecniche scenografiche del periodo barocco, in cui luci e ombre dirette creavano contrasti drammatici, rivelando e nascondendo con intenzione. Drappeggi simili a sipari teatrali, salgono e scendono, incarnando la filosofia barocca del theatrum mundi, il mondo come palcoscenico in cui le apparenze cambiano costantemente. Questi elementi invitano lo spettatore a impegnarsi non solo con il visibile ma anche con il nascosto, riflettendo il discorso filosofico sugli specchi come soglie tra realtà e immaginazione, verità e illusione. Pertanto, la mostra vuole trasformare l’atto della visione in una meditazione filosofica sulla natura della riflessione e della percezione stessa.

Accanto ai capolavori del maestro, la mostra include opere della collezione di Zsigmond Ormos, fondatore del Museo Nazionale d’Arte di Timișoara, che offrono un contrappunto storico e culturale al Barocco italiano, esplorando il legame tra il Caravaggismo e le pratiche collezionistiche del XIX secolo. Per arricchire l’esperienza, il museo ha organizzato una serie di programmi educativi, tra cui visite guidate, conferenze di esperti e laboratori interattivi dedicati alle tecniche pittoriche di Caravaggio e al suo ruolo nella storia dell’arte.


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