di
Redazione
, scritto il 31/01/2019
Categorie: Mostre / Argomenti: Arte contemporanea
A Bologna, dal 29 gennaio al 13 aprile, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ospita la mostra ’Panorama. Approdi e derive del paesaggio in Italia’.
Dal 29 gennaio al 13 aprile 2019, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ospita, nella sede di Bologna, la mostra Panorama. Approdi e derive del paesaggio in Italia, a cura di Claudio Musso. Si tratta di una rassegna che intende mostrare al pubblico l’evoluzione del paesaggio nell’arte contemporanea italiana, con opere di quattro artisti storicizzati (Antonio Sant’Elia, Mario Schifano, Superstudio, Luigi Ghirri) e diciassette artisti contemporanei (Andreco, Riccardo Benassi, Mauro Ceolin, Andrea Chiesi, Luca Coclite, Valentina D’Amaro, Andrea De Stefani, Martino Genchi, Daniel González, Filippo Minelli, Margherita Moscardini, Giovanni Oberti, Francesco Pedrini, Laura Pugno, Marco Strappato e Davide Tranchina), per un totale di oltre quaranta opere.
Il concetto di paesaggio ha subito nel corso del Novecento una travolgente evoluzione: discipline come l’architettura, l’antropologia, la sociologia, la semiotica, hanno aperto un dibattito, ancora in corso, nel quale le arti visive hanno avuto un ruolo di primo piano. La natura ambigua della parola stessa “paesaggio” fa sì che entro il suo campo semantico si collochino accezioni che nei decenni hanno dimostrato di essere in continua contraddizione: l’urbano e l’extraurbano, il centro e la periferia, l’ordine e il disordine, lo spontaneo e il programmato.
Un precedente illustre rende Bologna la città perfetta per ospitare la mostra: a cavallo tra il 1981 e il 1982, infatti, alla Galleria d’Arte Moderna (GAM) un comitato guidato da Tomàs Maldonado organizzava una manifestazione intitolata Paesaggio: immagine e realtà, il cui catalogo risulta ancora oggi uno strumento importante di analisi e approfondimento. A più di 35 anni di distanza, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna riallaccia quel filo offrendo una “veduta panoramica” sulla nuova scena artistica, tra continuità e discontinuità.
“La mostra”, spiega il curatore Claudio Musso, “intende indagare un genere caro alla storia dell’arte, il paesaggio. Gli artisti invitati hanno sviluppato nelle loro ricerche individuali e collettive un approccio inedito alle questioni aperte dalla catena di relazioni tra natura e architettura, mappa e territorio, realtà e rappresentazione. Le opere esposte – continua Musso – pur realizzate attraverso un’ampia varietà di proposte e tecniche, dimostrano la necessità comune di indagare le principali questioni legate alla concezione del paesaggio nel mondo contemporaneo: dalla politica all’ecologia, dalla cultura al turismo”.
Il percorso, dove le opere degli artisti contemporanei si confrontano con i dinamici scenari urbani di Antonio Sant’Elia, un grande “paesaggio anemico” di Mario Schifano, i progetti distopici del Superstudio e alcuni scatti iconici di Luigi Ghirri, inizia con i dipinti di Andrea Chiesi, che trova spazi di meditazione negli interni di fabbriche in disuso e in ampie vedute urbane ed extraurbane. Si prosegue con Valentina D’Amaro che, nella serie Viridis, si muove sul confine tra verde organizzato e flora spontanea, mentre nei grandi disegni del ciclo Tornado, Francesco Pedrini richiama il sublime in natura e l’incontrollabilità dei fenomeni. Strada stellare è una serie di scatti realizzata da Davide Tranchina sulla via Emilia, nei dintorni di Bologna, in cui l’obiettivo è rivolto verso l’alto a cercare linee e forme (tralicci, insegne) impressionate dal controluce. Le architetture effimere di Daniel Gonzàlez si impongono come un momentaneo cambio di prospettiva sullo spazio espositivo al punto di stravolgerlo.
Nella sua ricerca tra installazioni per lo spazio pubblico e azioni performative, Andreco parte dalla sua formazione di ingegnere ambientale e attiva con la natura un rapporto dialogico, impegnato sui temi della sostenibilità. Le sculture e gli ambienti di Andrea De Stefani richiamano la sensazione di déjà-vu e dischiudono dimensioni inedite sulle aree periferiche. Margherita Moscardini con il riallestimento delle opere Fig. A e Maquette (2013) insieme all’inedito video The Mountains’ Factory punta l’attenzione sulla contraddizione tra geografia e politica connessa all’idea di confine. Con Autostrada Verticale, Riccardo Benassi instaura un dialogo diretto con le visioni antropologiche del Superstudio che riecheggiano anche nelle analisi sociali del paesaggio basate sull’esperienza biografica nella serie Così per dire.
Mauro Ceolin dopo aver “passeggiato” nei videogame, con DeerHuntLandscapes “congela” delle vedute per poi dipingerle en plein (digital) air. Laura Pugno sottopone il paesaggio fotografato ad azioni di “cancellazione”, seppur parziale, che ne ottundono la visione complessiva come accade in Dominante Recessivo. Nel lavoro di David Casini, oggetti, forme e immagini del paesaggio sono utilizzati come parti di una narrazione che affonda le radici nell’artigianato. Luca Coclite indaga le terre estreme del Paese, in particolare il Capo di Leuca, come espressione di una soglia geografica alla quale corrispondono incontri di culture.
In Shelf di Martino Genchi, due elementi (uno ligneo e uno plastico) divisi da una linea (l’orizzonte) appaiono come emanazioni di celeste e terrestre. Il paesaggio è dato per sineddoche, come per le palme della serie 32 days at Rupert, Vilnius. Looking into the wood, dreaming palm trees di Marco Strappato e per le noci di cocco in Tre mezze dozzine (opera realizzata con Giovanni Oberti), che, partendo da elementi riconoscibili, rimandano immediatamente all’isola deserta, al fiabesco, all’esotico e al fantastico. Esotismi e fantasie, sogni o allucinazioni, molto concreti e oggettuali, compaiono infine nei collage digitali compositi di Filippo Minelli.
La mostra apre dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 19. Aperture straordinarie per Art City Bologna: sabato 2 febbraio dalle ore 10 alle 24; domenica 3 febbraio dalle ore 10 alle 19. Ingresso gratuito. La mostra è accompagnata e affiancata da un libro/catalogo che, oltre a raccogliere un ricco corredo iconografico con le opere in mostra e una selezione di opere degli artisti dedicate al tema, si arricchisce dei testi commissionati dal curatore a Massimo Leone, semiologo e professore presso le Università di Torino e Shanghai, e a Piero Zanini, antropologo e docente presso l’ENSA di Parigi e, inoltre, di una bibliografia illustrata. Il progetto grafico è stato affidato allo Studio Filippo Nostri e l’edizione a Danilo Montanari. Inoltre, la mostra “Panorama. Approdi e derive del paesaggio in Italia” si aggiunge alle esposizioni tematiche organizzate dalle Fondazione del Monte, che evidenziano l’attenzione e l’impegno costante verso il contemporaneo in occasione di Arte Fiera. La mostra rientra nell’ambito di ART CITY Segnala 2019. Di seguito, alcune immagini delle opere in mostra.
|
Andrea Chiesi, Eschatos 2 (2017; olio su lino, 50x50 cm). Courtesy d406, Modena |
|
Mauro Ceolin, DeerHuntLandscapes (2005/2006; acrilico su plexiglass, 45 x 37 x 3 cm, 12 lastre). Courtesy Collezione privata, Monza |
|
Daniel González, Low-cost Panorama (2018-19; architettura effimera, campo da calcio gonfiabile e imballaggio). Courtesy l’artista |
|
Davide Tranchina, Strada Stellare #4 (2016; stampa true giclée, dibond, cornice, 45 x 45 cm). Courtesy l’artista |
|
Luigi Ghirri, Delta del Po, dalla serie Strada provinciale delle anime (1989; stampa cromogenica da negativo, 20,2 x 27,2 cm). Courtesy collezione privata, Bologna |
|
Francesco Pedrini, Tornado#6 (2016; grafite, carboncino, pigmenti su carta Kozo, 100 x 140 cm). Courtesy l’artista e Galleria Milano, Milano |
|
Mario Schifano, Pianura uno Pianura due (1971; smalto su tela, 140 x 240 cm). Courtesy Galleria de’ Foscherari, Bologna |
|
Laura Pugno, Dominante Recessivo 011 (2018; stampa fotografica e poliuretano, 44 x 32 x 19 cm). Courtesy l’artista |
|
Riccardo Benassi, Autostrada Verticale, Studio per Scala, Scala 1:2 (2009; stampa laserprint Hp su carta fotografica Hp 180 gm matt, cornice in quercia, 50 x 70 cm). Courtesy l’artista e Collezione Marco Ghigi, Bologna |
|
Antonio Sant’Elia, Senza titolo (1912 circa; matita su carta, 29,7 x 24,5 cm). Courtesy Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, Bologna |
|
Marco Strappato, 32 days at Rupert, Vilnius. Looking into the wood, dreaming palm trees (2017/2018; 32 disegni incorniciati, pennarello acrilico su cartoncino, 210 x 140 cm circa). Courtesy l’artista e The Gallery Apart, Roma |
|
A Bologna a mostra “Panorama” indaga l'evoluzione del paesaggio nell'arte contemporanea italiana. Le foto |
Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e
a
mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI
A
FINESTRE SULL'ARTE