Basilica palladiana: “Chiudiamo una mostra, ma continuiamo con un progetto importante”


Chiude la mostra della Basilica palladiana di Vicenza dedicata ai ritratti di donna negli anni Venti del Novecento, ma si sta preparando una grande esposizione sul Cinquecento.

Chiude la mostra Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi, a cura di Stefania Portinari, dedicata ai ritratti di donna negli anni Venti del Novecento e allestita nella Basilica Palladiana di Vicenza

L’esposizione è stata tra le più apprezzate dalla stampa e dalla critica di questa stagione espositiva, ma anche dal pubblico che ha potuto visitarla dal vivo solo per due mesi e mezzo, a causa della chiusura per emergenza Coronavirus, e virtualmente sui canali social della sede museale. La rassegna ha tuttavia segnato un cambiamento nel modo di proporre l’arte al pubblico, in quanto sostenibile in termini di flussi di visitatori e di condizioni di vivibilità del monumento palladiano.

“Faremo in modo di ripetere quest’esperienza positiva” ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Vicenza, Simona Siotto “grazie al gruppo di lavoro tutto vicentino, che ha realizzato un’esposizione di qualità, affinché prima di tutto i cittadini e naturalmente i turisti possano tornare in Basilica palladiana ad ammirare il monumento e una nuova mostra. Forti del grande affetto del pubblico e della critica che ci hanno dato numerosi riscontri positivi, coscienti di aver lavorato in modo costruttivo per raggiungere un obiettivo straordinario, continueremo a mantener vivo questo progetto, come molti ci chiedono, attraverso varie proposte”.

Stefania Portinari, curatrice dell’esposizione e docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, sottolinea che obiettivo principale delle mostre deve essere la ricerca scientifica e a questo va accompagnata la creazione della “meraviglia” per un pubblico che sia il più vasto possibile. “La mostra dedicata a Ubaldo Oppi e al contesto storico degli anni Venti ha raggiunto questi scopi. Abbiamo ottenuto prestiti internazionali, creato connessioni con i più noti studiosi e importanti collezionisti, creato un’impresa culturale di grande professionalità, anche molto al femminile. I risultati di questa esperienza espositiva sono dunque anche il suo catalogo, il nuovo allestimento per la Basilica e la fiducia ottenuta da parte dei più grandi musei del sistema dell’arte, una significativa rete di rapporti che abbiamo attivato e che sarà utile anche per il futuro. E non ultimo l’affetto del pubblico, che ha lasciato scritti giudizi entusiasmanti. Chiudiamo una mostra ma continuiamo con un progetto importante”.

Il gruppo di lavoro sullo sviluppo del progetto Grandi Mostre in Basilica, coordinato dall’ assessorato alla Cultura e Musei Civici del Comune di Vicenza, è già attivo per la realizzazione della seconda esposizione del programma, rimandata al 2021. Si tratta di Dietro le quinte del Rinascimento. Fare arte nel Veneto di terraferma (1550-1616), a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Xavier Salomon e Mattia Vinco. 

La mostra celebrerà il Cinquecento, secolo d’oro di Vicenza: grazie ad Andrea Palladio, Paolo Veronese, Alessandro Vittoria, Jacopo Bassano, la città divenne uno dei centri più vitali dell’arte europea, e straordinarie opere d’arte, oggi custodite nei musei di tutto il mondo, tra cui Parigi, Vienna, Budapest, Londra, torneranno per l’occasione a casa.

La mostra dedicata a Ubaldo Oppi e al racconto degli anni Venti continua tuttavia con il video della visita guidata della curatrice, pubblicato sul sito www.mostreinbasilica.it/it/ e sui canali social.

Immagine: Ubaldo Oppi, Le amiche (1924; Collezione privata) Courtesy Galleria dello Scudo, Verona.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraDietro le quinte del Rinascimento. Fare arte nel Veneto di terraferma
CittàVicenza
SedeBasilica palladiana
DateDal 30/11/-0001 al 30/11/-0001
ArtistiAndrea Palladio, Paolo Veronese, Alessandro Vittoria, Jacopo Bassano
CuratoriGuido Beltramini, Davide Gasparotto, Xavier Salomon, Mattia Vinco
TemiCinquecento

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Basilica palladiana: “Chiudiamo una mostra, ma continuiamo con un progetto importante”


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