Dall’11 ottobre al 2 febbraio 2005, il Museo Diocesano di Arte Sacra di Arezzo ospita una mostra dossier che vede per protagonista Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 – Firenze, 1574). Si intitola “Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio”. Fortuna critica e nuove ricerche sullo Stendardo dei Peducci, ed è curata da Serena Nocentini: al centro dell’esposizione c’è lo stendardo processionale dipinto da Giorgio Vasari nel 1549 per la Compagnia di San Giovanni Battista dei Peducci. Lo stendardo, composto da due tele raffiguranti La Predica del Battista e Il Battesimo di Gesù, sarà esposto insieme a un secondo stendardo, coevo e proveniente dalla Badia delle Sante Flora e Lucilla. Quest’ultimo è stato recentemente restaurato e verrà esposto per la prima volta a confronto con l’originale del Museo Diocesano.
Lo Stendardo dei Peducci, noto anche grazie alla testimonianza del Vasari nella sua Autobiografia, ha goduto di un’ampia fortuna critica che si estende anche allo stendardo della badia delle Sante Flora e Lucilla. Questo secondo stendardo, coevo all’originale, è composto da due tele che in passato erano state separate e trasformate in dipinti indipendenti. Uno di questi è stato recentemente riscoperto nei depositi della chiesa. Similmente allo Stendardo dei Peducci, questo esemplare presenta dimensioni, soggetti e stile pressoché identici, suggerendo una stretta correlazione tra le due opere. L’occasione per restaurare lo stendardo della badia è giunta durante l’iniziativa “Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio”, grazie al sostegno della Fondazione Guido d’Arezzo e di Opera Laboratori. Questo restauro è stato supportato da una campagna di indagini diagnostiche non invasive e ricerche archivistiche che hanno permesso di approfondire la conoscenza dell’opera.
L’evento rientra nel progetto Arezzo. La città di Vasari, promosso dal Comune di Arezzo e dalla Fondazione CR Firenze, con la collaborazione di istituzioni culturali locali e nazionali. L’iniziativa si propone di celebrare Giorgio Vasari nel 450º anniversario della sua morte, offrendo una serie di mostre e attività culturali in suo onore.
Parallelamente, sabato 12 ottobre alle 11:00 presso il Palazzo Comunale, si inaugurerà la mostra “Il migliore nientedimanco tra tutti i legni che si adoperano alla scultura è il tiglio”. I colori della Giostra, che esporrà due Lance d’Oro dedicate a Vasari. Una delle lance, realizzata nel 2024 da Francesco Conti e Giovanni Frangi, richiama motivi delle opere vasariane come L’Allegoria dell’Immacolata Concezione e Le primizie della Terra vengono offerte a Saturno. La Lancia del 2010, invece, creata da Conti su bozzetto di Mauro Capitani, celebra le tre arti maggiori di cui Vasari discute nelle sue Vite: pittura, scultura e architettura.
Entrambe le mostre saranno visitabili fino al 2 febbraio 2025, offrendo agli appassionati l’opportunità di riscoprire l’eredità artistica del grande maestro aretino.
“Una ’prima’ che contribuisce a impreziosire il percorso d’arte che accompagna la grande mostra internazionale dedicata a Giorgio Vasari e che ne approfondisce le capacità pittoriche”, dice Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo. “Un’ulteriore testimonianza della ricchezza e diffusione della sua opera nel nostro territorio, alla quale si accompagna l’omaggio della Giostra, anima e identità popolare della città, una conferma della più ampia partecipazione a questo anno di celebrazioni”.
“La mostra al Museo Diocesano”, spiega Lorenzo Cinatti, direttore di Fondazione Guido d’Arezzo, “segna l’ultimo scalino che porterà poi all’inaugurazione del 30 ottobre della mostra principale il teatro delle Virtù, nella Galleria d’Arte Moderna Contemporanea. È ora ben visibile la prospettiva d’insieme che ha guidato questo anno vasariano che lascerà tracce importanti anche per il futuro, non fosse altro per l’opera di restauro di capolavori importanti che la fondazione Guido D’Arezzo ha appositamente finanziato e sostenuto come il dipinto “ la predica di San Giovanni Battista nel deserto” che per l’appunto avremo il piacere di ammirare in questa occasione e negli anni a venire”.
“È un evento importante per la città e per la diocesi questo anniversario del Vasari che, insieme ai 650 anni dalla morte del Petrarca e ai 720 dalla nascita, fa di questo 2024, per Arezzo, un anno speciale”, dice il vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro mons. Andrea Migliavacca. “La mostra ci aiuta a cogliere l’unicità del Vasari pittore, scrittore e architetto. Le opere del museo diocesano, così come quelle presenti in altre chiese, come per esempio Camaldoli, ci fa custodi di un importante patrimonio. E con l’attenzione a considerare che si comprende davvero il Vasari unitamente a Cosimo I, così come è possibile capire realmente il granduca mediceo, solo insieme al grande Vasari”.
“Le celebrazioni vasariane” conclude Serena Nocentini, “sono una grande opportunità per conoscere e valorizzare le opere del nostro autorevole concittadino. Una mostra può non essere necessariamente solo un progetto espositivo ma può diventare momento di ricerca e di confronto. Il restauro delle due tele della Badia permette oggi di cogliere i tratti peculiari delle figure e di apprezzarne tanto la maestria tecnica quanto la finezza esecutiva. La resa ricercata, quasi tattile della superfici e dei particolari – riemersa grazie l’eccellente restauro condotto da Francesca Gattuso – insieme alla composizione salda e luminosa ci fanno pensare che anche queste due tele possano essere uscite dalla bottega di Giorgio Vasari. Ma come abbiamo detto, questa sarà l’occasione per aprire il dibattito”.
Titolo mostra | Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio. Fortuna critica e nuove ricerche sullo Stendardo dei Peducci | Città | Arezzo | Sede | Museo Diocesano | Date | Dal 11/10/2024 al 02/02/2025 | Artisti | Giorgio Vasari | Curatori | Serena Nocentini | Temi | Cinquecento, Manierismo, Arte antica, Giorgio Vasari |