Dal 24 giugno al 4 settembre, a Prato, gli spazi esterni di Villa Rospigliosi, storica dimora settecentesca, diventano luogo dell’immaginazione con l’intervento espositivo L’isola dei pirati del duo Antonello Ghezzi, formato da Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980), a cura di Riccardo Farinelli, ideato e progettato per ChorAsis, progetto culturale di arte contemporanea che intende riflettere sul significato della persistenza del passato nel presente, mettendo a disposizione degli artisti invitati alcuni ambienti storici della villa e il suo parco-giardino. Il duo giunge a Prato per ribadire e condividere il desiderio e il diritto di voler sognare.
L’isola dei pirati per villa Rospigliosi esalta, fin dal titolo, la dimensione della favola e dell’immaginazione come componente fondante di quella realtà parallela che per Antonello Ghezzi è l’arte. I due artisti per primi forniscono, a questo scopo, un esempio concreto con un proprio racconto il quale, partendo da un particolare come il profumo, la forma, il colore dei limoni, sviluppa una storia che progressivamente si sviluppa autonomamente. La storia raccontata dagli artisti e dalle loro installazioni blu (l’infinito colore romantico della fantasia), poste negli spazi prospicienti la villa, hanno lo scopo di stimolare e sollecitare il visitatore a fare altrettanto: trovare propri spunti per costruire altre possibili individuali storie dove realtà e immaginazione possono insieme convivere. Il pubblico, se lo vorrà, potrà cogliere questo invito al sognare, magari salire quella scala da dove è naturale pensare attraverso punti di vista inusuali.
Scrivono gli artisti: “C’è una villa bellissima a Prato, si chiama Villa Rospigliosi, ci si arriva da uno stupendo viale di cipressi, ha davanti a sé un grande prato, dietro un bosco e a fianco un giardino pieno di limoni profumati .....nel progettare un intervento artistico nei giardini della storica villa ci siamo voluti immergere in tutta quella bellezza e, un po’ a disagio dalla lunga e importante sua storia, abbiamo deciso di inventarne una nuova.... Siamo andati lontanissimi nel tempo e nello spazio perché l’immaginazione e la fantasia non hanno confini... ore a raccontarci questa storia, a cambiarla... finché i nostri occhi hanno potuto vedere il susseguirsi dei personaggi, le loro storie, le loro emozioni e gli elementi lasciati alla villa, presenti e visibili, testimonianze che quanto si racconta sia vero ... si capisce, nei confini del gioco, nell’universo dell’arte... . La villa continua la sua storia che cambia e cambia con le persone che ci vivono e che passano da lì, ognuno con la sua storia, ognuno libero di viverla e di raccontarla come vuole. Non importa se la storia che abbiamo scritto è vera o falsa, se c’è il tesoro dei pirati sotto alla grande croce o è nascosto un po’ più in là, l’importante è che questa e tutte le altre storie esista e che si possa seguire la scia del profumo dei limoni, per trovare la strada di casa”.
L’isola dei pirati vuole essere un progetto artistico poetico, dai toni gioiosi e tratti volutamente infantili, presentato con quella leggerezza e ingenuità spontanea che caratterizza l’operare di Antonello Ghezzi, così come è caratterizzato da una sorta di contagioso ottimismo. Il tentativo di Antonello Ghezzi è quello di rendere tangibili le favole, storie che vivono sul confine fra realtà e immaginazione, di emozioni e sentimenti. Storie che, poste nel presente, donano speranza, fanno stare bene, rendendo possibili le cose che ci piacciono ma solitamente appartenenti alle fiabe.
Scrive il curatore Riccardo Farinelli: “Pare che Antonello Ghezzi abbiano concepito e messo a punto una macchina narrativa in grado di muoversi progettualmente in quattro mosse, dove il visitatore è costantemente visto come protagonista attivo e in movimento. Mossa n.1 (Al di sopra del rumore di fondo): Uscendo dal viale dei cipressi, il visitatore è sorpreso dalla visione, nel prato prospiciente la facciata della villa, di una altana in legno completamente blu oltremare, colore della fantasia e della immaginazione. Vi si avvicina, nota una scala, ne sale i gradini. Sulla piattaforma trova uno scrittoio e una sedia, blu oltremare anch’essi. Dei fogli e delle penne sullo scrittoio sembrano quasi un invito a scrivere qualcosa. Cosa? Alza lo sguardo, il punto di vista rialzato gli consente di vedere più cose, oltre la punta dei cipressi. Mossa n.2 (Sotto gli occhi di tutti): Sul prato è adesso ben visibile una grande X rossa. Cosa vorrà dire? Il visitatore si siede. Il tempo passa. Comincia a scrivere. Finito, ridiscende. Mossa n.3 (Scala per andare a prendere le nuvole): Varcata la soglia di una larga porta, si entra in un ampio ambiente sulla cui parete di fondo è appoggiata una scala di legno, che prosegue dipinta sulla parete, sopra la quale si trova una nuvoletta, dipinta anch’essa. La presenza, anche in questo caso, del blu, il titolo della installazione e la struttura stessa dell’insieme, ribadisce il senso e il significato da dare all’intera esperienza, già ampiamente enunciato dall’altana nel prato. Mossa n.4 (L’isola dei pirati): Sulla parete a destra si trova un divano, ampio e comodo. È un chiaro invito a sedersi, prendersi del tempo e, magari, intanto osservare i molti disegni che si trovano sulla parete di fronte, che paiono rappresentare una storia che sembra parli di limoni e di pirati, proprio come quella che è possibile ascoltare in cuffia o leggere sui fogli appoggiati lì accanto”.
Il duo bolognese formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, il cui lavoro d’arte si combina con quello sociale, è oggi uno dei collettivi più interessanti nel panorama italiano con progetti che li hanno visti esporre in tante parti del mondo e tra le più svariate istituzioni. La loro ricerca pone come punto di partenza generativo e focale la leggerezza magica, un modo gioioso di sentimenti romantici, solidali, speranze, pensieri volti al bello, il carattere utopico di una società migliore dove la relazione umana è valore da coltivare e custodire, l’universalità, i sogni e un guardare sempre in alto dove i confini non esistono.
Nadia Antonello e Paolo Ghezzi si sono formati all’Accademia di Belle Arti di Bologna e nel 2009 hanno fondato il duo Antonello Ghezzi. Le loro installazioni e performance sono in numerose collezioni private e sono state esposte in contesti italiani ed internazionali tra cui: Kunsthall di Bergen, Beit Beirut, Wayfarers di Brooklyn a New York, Parlamento Europeo di Bruxelles, Gnration di Braga in Portogallo, Museo per la Memoria di Ustica di Bologna, Miasto Ogródow di Katowice, Palazzina dei Bagni Misteriosi di Milano, Artbab Manama in Bahrain, Sound Design Festival di Hamamatsu in Giappone, Istituto Italiano di Cultura di Atene, Usina del Arte a Buenos Aires, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo di Villa Croce di Genova, Moscow Biennale, Pitti Uomo di Firenze, Sarajevo Winter Festival, Blik Opener di Delft, Arsenale di Verona e CIFF di Copenhagen.
Immagine: Antonello Ghezzi, Sotto gli occhi di tutti
Titolo mostra | Antonello Ghezzi. L'isola dei pirati | Città | Prato | Sede | Villa Rospigliosi | Date | Dal 24/06/2022 al 04/09/2022 | Artisti | Antonello Ghezzi | Curatori | Riccardo Farinelli | Temi | Arte contemporanea |
Prato, il duo Antonello Ghezzi rende concrete le favole col progetto “L'isola dei pirati” |