Alessandria come importante crocevia delle arti tra Cinque e Seicento, luogo d’incontro di artisti provenienti da diverse parti d’Europa, significativo centro di diffusione dell’arte della Controriforma, oltre che centro di potere legato al papa piemontese Pio V (al secolo Antonio Ghislieri, nativo della vicina Bosco Marengo) che fede della città una sorta di attivissima officina artistica diffusa: sono questi alcuni degli argomenti della mostra Alessandria preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento, che dal 21 marzo al 6 ottobre 2024 accoglie i visitatori al Palazzo del Monferrato nel centro di Alessandria. La rassegna, a cura di Fulvio Cervini e che si avvale della progettazione organizzativa di Roberto Livraghi, direttore di Palazzo Monferrato, segue idealmente la mostra Alessandria scolpita nel 2019, un’affascinante immersione nell’arte cittadina tra Gotico e Rinascimento. Alessandria preziosa continua il discorso di quella mostra e si propone di esplorare la vibrante civiltà creativa alessandrina tra il Cinque e il primo Seicento, con un particolare interesse per le arti suntuarie, nel contesto dell’affermarsi del Manierismo internazionale durante il periodo della Controriforma cattolica.
La mostra è articolata in sette sezioni, per un totale di circa ottanta opere. Il fulcro è rappresentato dalle sculture in metallo prezioso, evidenziando l’importanza delle arti suntuarie, dall’oreficeria alla toreutica, dall’arte degli armorari all’intaglio delle pietre dure. Dopo un’introduzione affidata al monumentale tabernacolo eucaristico proveniente da Monteu da Po, che avvia il pubblico ai temi della mostra, si entra nel vivo con la prima sezione (Il Medioevo riattualizzato: antiche immagini come risposte a nuove domande) che affronta il tema della politica delle immagini che la Chiesa sviluppa dopo il Concilio di Trento, valorizzando antiche effigi e reliquie come paradigmi di devozione (tra i manifesti del nuovo corso, la stauroteca di Alessandria è uno dei pezzi più pregiati ed esemplificativi). La seconda sezione, Il progetto culturale di Pio V: un cantiere sontuoso a Bosco Marengo approfondisce la vicenda del grandioso convento domenicano di Bosco Marengo, fondato da Pio V nel villaggio natale, e nel quale lavorarono importanti maestranze toscane e romane (celebri le opere di Giorgio Vasari, che fu l’artista “di punta” del santuario, essendo uno dei nomi di riferimento del pontefice). La sezione successiva, Alessandria crocevia delle arti e delle culture, raccoglie opere che dimostrano come la città fosse luogo in cui confluivano artisti di varie provenienze che elaborarono un’arte devozionale moderna, preziosa, scenografica.
Lo sguardo si allarga con la quarta sezione, L’autunno del Cinquecento a Casale: una porta europea, che porta il pubblico idealmente a Casale Monferrato, approdo di arti preziose grazie al lavoro degli arazzieri fiamminghi e all’arrivo di notevoli oreficerie tedesche, specialmente nel terzo decennio del Seicento. Un affondo sulle armi caratterizza la quinta sezione, Il mestiere delle armi: corazze come statue, che illustra il modo in cui le armi diventarono uno status symbol della classe dirigente del tempo e spesso, nelle mani dei sapienti maestri milanesi, diventavano quasi delle opere d’arte. La sesta sezione s’intitola Una Tortona molto lombarda. Eppure mai così internazionale, un focus sulla centralità di Tortona nelle vicende del tempo (fu feudo di Cristierna di Danimarca che la rese un vitale centro di produzione artistica che attirava artisti soprattutto da Milano, da Giuseppe Vermiglio a Camillo Procaccini passando per Giovan Mauro della Rovere detto il Fiammenghino). La settima e ultima sezione, Genova oltre l’Appennino: la nascita di un nuovo naturalismo è infine dedicata ai rapporti tra Alessandria e Genova, passando per l’Oltregiogo.
Il duplice obiettivo della mostra è quello di tracciare il profilo dell’avvento del manierismo internazionale, portatore di un nuovo senso della realtà e della forma, attraverso una selezione di oreficerie, oggetti in metallo, dipinti su tela e tavola e sculture in legno e marmo; e quello di mostrare come il territorio della provincia di Alessandria fosse un luogo in cui confluivano forze e culture eterogenee, che non solo non sfiguravano al confronto con altre città padane più celebrate, ma anzi costituivano una felice eccezione. Alessandria e il suo territorio fungevano da crocevia tra Milano, Pavia e Genova, mentre il convento di Santa Croce a Bosco Marengo, voluto da Papa Pio V, rappresentava un punto d’incontro artistico, con la sua mirabile sintesi di influenze tosco-romane. La mostra intende dunque promuovere la conoscenza e l’approfondimento delle radici culturali e artistiche della regione, e lo fa con uno sguardo approfondito su diversi temi, tra cui emerge la devozione religiosa, rappresentata da un prezioso insieme di oggetti ecclesiastici provenienti dalle diocesi di Alessandria, Casale e Tortona.
Tra le opere in mostra ci sono gli splendidi busti realizzati per Pio V da Antonio Gentili, la già citata stauroteca della Cattedrale di Alessandria, che custodisce un reliquiario bizantino più antico, e le magnifiche oreficerie di San Filippo a Casale e San Salvatore Monferrato. Di particolare rilievo è anche il San Marziano del Duomo di Tortona, opera di un argentiere genovese del primo Seicento. Tra le opere esposte, vi è anche un inedito stendardo ricamato a Milano alla fine del Cinquecento, proveniente dal Museo Diocesano di Tortona, restaurato grazie al finanziamento della Consulta alessandrina. La mostra si concentra anche sulle connessioni tra pittura, scultura e oreficeria alla fine del Cinquecento, con l’influenza delle maestranze nordiche, che hanno dato vita a opere straordinarie come il Calvario della Maddalena di Novi Ligure. Vi è inoltre una sezione dedicata all’arte della guerra, rappresentata da armature e ritratti militari.
Un’attenzione particolare, come si è visto, è riservata all’“isola romano-fiorentina” di Bosco Marengo, con la presenza di Giorgio Vasari. Ma la mostra non si limita alle sale di Palazzo Monferrato: è itinerante e si estende in vari luoghi di cultura della provincia di Alessandria. Sono stati infatti preparati degli itinerari turistici che il pubblico scopre in conclusione della mostra, grazie a una guida e a un QR Code scaricabile per avere la mappa dei luoghi da visitare. Si comincia da Alessandria dove, a Palazzo Cuttica, i “Percorsi del Museo Civico” offrono la possibilità di ammirare i Corali di Pio V, ovvero i libri liturgico-musicali commissionati dal pontefice allo scriptorium pontificio allora dominato dalla statura artistica del croato Juraj Klovicic (il cui nome fu romanizzato in Giulio Clovio), che nel 1540 era entrato al servizio del cardinale Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III. Il gruppo originale dei libri doveva essere costituito da 42 esemplari, poi dispersi nel corso dei secoli. Sempre ad Alessandria, Palatium Vetus, l’antico palazzo comunale della città medievale espone una raccolta con dipinti rappresentativi del territorio alessandrino coevi alle opere esposte in mostra, tra i quali si possono ammirare preziosi manufatti, come la Santa Margherita o la devota immagine della Madonna di Crea, entrambe del pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. E poi Gaudenzio Ferrari con la raffigurazione di Cristo e la Samaritana, continuando con le tavole di Defendente Ferrari, Bernardino Lanino sino alle opere di Moncalvo e alla grande pala di Crivelli, commissionata per la chiesa di San Marco.
Lasciando la città ci si può recare a Bosco Marengo per visitare la basilica di Santa Croce e il Museo Vasariano, a Tortona dove si visitano la Cattedrale e il Museo Diocesano (le opere qui conservate confermano che nella produzione pittorica la cultura figurativa tortonese risente profondamente di quella milanese, a partire dalla pala d’altare di Aurelio Luini raffigurante la Madonna con Gesù Bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco del 1592), a Torre Garofoli dove c’è la chiesa di Santa Giustina con il ciclo pittorico della Vita di sant’Agnese di Camillo Procaccini, e poi ancora a San Sebastiano Curone dove la parrocchiale conserva opere interessanti, come la grandiosa ancona della Crocifissione in legno policromo, attribuita a Stefano Vil, intagliatore di origine tedesca, autore soprattutto di cori lignei, documentato alla fine del XVI secolo tra Tortona, Bosco Marengo e Alessandria (un’opera di Vil fa parte del percorso della mostra), a Novi Ligure dove si ammira il Gruppo del Calvario ospitato nella Basilica di Santa Maria Maddalena a Novi Ligure e completato nel 1606 che si riallaccia alla tradizione dei Sacri Monti sorti nello stesso periodo a Varallo Sesia ed a Crea. Gli itinerari proseguono poi a Voltaggio, dove si visita la ricca e importante Pinacoteca dei Cappuccini, a Casale Monferrato per scoprire le arti del territorio tra Cinque e Seicento (molte le opere di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e sua figlia Orsola Maddalena Caccia) e il tesoro del Museo del Duomo o la chiesa di San Domenico, e infine a Serralunga di Crea per visitare il Sacro Monte ondato nel 1589 su iniziativa di Costantino Massino, priore lateranense del Santuario della Madonna Assunta con la volontà di offrire ai numerosi pellegrini un percorso devozionale sulla vita della Vergine.
“L’area alessandrina tra Cinque e Seicento”, spiega Fulvio Cervini, “prova che l’identità culturale si costruisce dinamicamente, e non chiudendo muri. Anche quando la linea culturale è dettata da un organismo in apparenza monolitico come la Chiesa della Controriforma. Sul piano figurativo, questo spazio è un grande laboratorio della modernità, in cui artisti del metallo e dell’intaglio diventano anche più propositivi di pittori e scultori”.
“Dopo la fortunata esperienza di cinque anni fa”, aggiunge Roberto Livraghi, “Palazzo del Monferrato torna a proporsi come sede di una mostra originale, dai contenuti assolutamente inediti, e come luogo di promozione di un territorio capace di riservare grandi sorprese sul piano storico-artistico. Peraltro, riflettere su una funzione storica di cerniera interregionale e di laboratorio ove si mescolano influssi culturali diversi è anche un utile esercizio per progettare le vocazioni di questo territorio per oggi e per domani”.
La mostra è accompagnata da un catalogo al quale hanno collaborato illustri studiosi e componenti del comitato scientifico della mostra, sia con alcuni contributi di inquadramento generale sul periodo e le correnti artistiche rappresentate, sia con schede dedicate alle opere esposte in mostra. La mostra è promossa dalla Camera di Commercio di Alessandria-Asti, dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dal Comune di Alessandria, dalla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici dell’Alessandrino, dalla Consulta di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, dalla Fondazione Slala e dall’ATL Alexala. Finestre sull’Arte è media partner di settore.
Orari d’apertura: il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, giovedì aperto su prenotazione. Biglietti: intero 8 euro, ridotto 5 euro (per ragazzi dai 12 ai 18 anni, over 65, universitari fino a 30 anni, gruppi di almeno 12 persone fino a un massimo di 25, soci FAI), gratis per classi scolastiche, giornalisti iscritti all’Ordine, minori di 12 anni, possessori abbonamento musei Piemonte – Valle d’Aosta – Lombardia, soci Università della Terza Età, diversamente abili e accompagnatori. Visite guidate 60 euro su prenotazione. Per informazioni: www.palazzomonferrato.it
Titolo mostra | Alessandria preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento | Città | Alessandria | Sede | Palazzo del Monferrato | Date | Dal 21/03/2024 al 06/10/2024 | Curatori | Fulvio Cervini | Temi | Rinascimento, Seicento, Cinquecento, Manierismo, Arte antica, Piemonte |