Alla SimonBart Gallery di Bologna sarà aperta ad ingresso gratuito fino al 31 gennaio 2022 la retrospettiva dedicata a Leonardo Cremonini (Bologna, 1925 - Parigi, 2010), occasione per riscoprire uno degli artisti più interessanti del Novecento italiano, il "pittore degli scrittori", come lo definì Umberto Eco.
Amato da Moravia, Calvino, Eco, Buzzati, e da filosofi come Althusser, che a lui dedicò il suo unico testo sulla pittura; amico di Peggy Guggenheim, Henri Cartier-Bresson, Francis Bacon, Mario Sironi, Gino Severini, Balthus, solo per citarne alcuni. Le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni d’arte del mondo come quella del Centre Georges Pompidou di Parigi, del MOMA di New York, dell’Israel National Museum di Gerusalemme, del Frissiras Museum di Atene, della Galleria degli Uffizi di Firenze e della collezione del Museo di Arte Moderna della città di Bologna.
La mostra intende essere un omaggio all’artista nel decennale della sua scomparsa attraverso opere che vanno dagli anni Sessanta fino agli ultimi anni di vita dell’artista. Il suo amore per il Mediterraneo lo portò a Panarea, dove trascorse lunghi periodi. Paesaggi estivi pieni di luce, lidi tratteggiati con ampie stesure di colore sono spesso gli scenari delle sue visioni. La pittura di Cremonini non può essere ricondotta ad alcun tipo di etichetta: tra realismo, surrealismo e pittura metafisica, sfugge alle regole dell’astrattismo, del Nouveau Rèalisme, della figurazione narrativa del suo tempo, sempre spinta da un desiderio di indipendenza.
Secondo Dino Buzzati, la sua pittura era in grado di ricostruire quei momenti che, nella vita di ciascuno, pur nella loro apparente quotidianità o banalità, racchiudono il senso di un’intera esistenza. Le cose, gli oggetti, le figure umane appena abbozzate, segmenti e superfici geometriche compongono il testo visivo in cui Cremonini esprime un mondo ideale dove il ricordo viene catturato attraverso gli specchi, i vetri delle finestre e le linee rette delle pareti vuote. Italo Calvino, riflettendo sulla pittura di Cremonini afferma che la memoria è qui “fissata a impalcature, a sostegni” e che attraversare un’opera del maestro è un “affacciarsi dentro o fuori, uno spiare qualcosa senza sapere con sicurezza cosa serve a nascondere e cosa a mostrare”, un gioco di prospettive fisiche e concettuali che definiscono la trasversalità e la contemporaneità dell’artista.
Come spiega il professor Stefano Zecchi nella sua prefazione del catalogo: “Cremonini non può essere definito un impressionista, un surrealista, un metafisico e altre categorie d’interpretazione estetica che la facevano da padrone tra la fine Ottocento, metà Novecento. Al di là dei tatticismi critici, la cui bravura generalmente è saper dire tutto e il contrario di tutto, Cremonini era diventato un banco di prova dell’interpretazione proprio in quegli anni Sessanta Settanta in cui imperversavano le neoavanguardie con i loro derivati. Un banco di prova soprattutto da parte di scrittori, letterati, filosofi, poeti, che nel ’testo’ pittorico trovavano la possibilità di rivalutare le sue tecniche espressive, lontane da installazioni, sperimentalismi decostruttivi, di cui, appunto, si poteva dire tutto e il contrario di tutto”.
Per info: www.simonbart.com
Orari: Da lunedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Immagine: Leonardo Cremonini, Au coin du plein air (dittico), (1967; olio su tela, 103 x 210 cm)
Titolo mostra | Leonardo Cremonini. Mostra retrospettiva | Città | Bologna | Sede | SimonBart Gallery | Date | Dal 16/12/2021 al 31/01/2022 | Artisti | Leonardo Cremonini | Temi | Novecento, Bologna |
A Bologna una retrospettiva su Leonardo Cremonini, pittore degli scrittori |