Le opere nascoste del Guercino esposte a Cento: capolavori da chiese e palazzi in mostra


Apre a Cento la mostra “Guercino, un nuovo sguardo”, che presenta venti capolavori del maestro barocco e della sua scuola, provenienti da chiese e palazzi chiusi per restauro. Un’occasione per scoprire opere mai esposte, provenienti da Forlì e da altri luoghi in Emilia-Romagna.

Un percorso straordinario attraverso i capolavori nascosti del Guercino e della sua scuola: è questa la proposta della mostra Guercino, un nuovo sguardo. Opere provenienti da Forlì e da altri luoghi nascosti, che inaugura sabato 21 settembre a Cento, negli spazi della chiesa di San Lorenzo. L’esposizione, aperta fino al 31 dicembre 2025, svela venti opere rimaste a lungo fuori dalla vista del pubblico poiché conservate in luoghi non visitabili, come chiese e palazzi chiusi per restauro. Le opere esposte, perlopiù pale d’altare, provengono da edifici non accessibili in seguito al sisma del 2012 o per lavori di ristrutturazione in corso. Tra i contributi più rilevanti vi è quello del Comune di Forlì, che ha messo a disposizione cinque dipinti provenienti dal Palazzo del Merenda, chiuso per restauro.

Due delle opere più significative sono le grandi pale d’altare realizzate dal Guercino per Forlì: l’Annunciazione (1648) e San Giovanni Battista (1653-1655), che testimoniano la qualità artistica dell’ultima fase del maestro. Accanto a queste, si possono ammirare la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina di Benedetto Gennari, nipote del Guercino, e la pala raffigurante i Santi Anna e Gioacchino inginocchiati di fronte all’Eterno, opera di Cristoforo Serra. Quest’ultima allude al mistero dell’Immacolata Concezione ed è destinata, come le altre, a chiese forlivesi. A completare il nucleo forlivese, vi è lo Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria, una sorprendente opera di Giuseppe Maria Galeppini, artista ancora poco conosciuto.

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Annunciazione (1648; olio su tela, 341,5 × 208 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 16)
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Annunciazione (1648; olio su tela, 341,5 × 208 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 16)
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, San Giovanni Battista (1653-1655; olio su tela, 303,5 × 214,5 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 12)
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, San Giovanni Battista (1653-1655; olio su tela, 303,5 × 214,5 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 12)
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Crocifissione con la Madonna, la Maddalena e san Giovanni Evangelista (1643-1645; olio su tela, 383 × 216,5 cm; Cento, chiesa del Santissimo Rosario)
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Crocifissione con la Madonna, la Maddalena e san Giovanni Evangelista (1643-1645; olio su tela, 383 × 216,5 cm; Cento, chiesa del Santissimo Rosario)
Cristoforo Serra, Il Padre Eterno benedice sant’Anna e san Gioacchino in preghiera (ante 1664; olio su tela, 356 × 207 cm; Forlì, Pinacoteca civica, inv. 622)
Cristoforo Serra, Il Padre Eterno benedice sant’Anna e san Gioacchino in preghiera (ante 1664; olio su tela, 356 × 207 cm; Forlì, Pinacoteca civica, inv. 622)

Tutti questi dipinti dialogano con il patrimonio esposto nella Pinacoteca Civica di Cento e nella stessa chiesa di San Lorenzo. Sebbene il Guercino si fosse trasferito a Bologna nel 1642, i quadri presenti nella mostra ribadiscono la forza della sua scuola, che manteneva solide radici a Cento, confermandone l’originalità e l’autorevolezza. Un’altra importante testimonianza della formazione artistica del Guercino arriva dalla pala San Lorenzo e San Pancrazio (1610) di Carlo Bononi, proveniente dalla chiesa di San Lorenzo di Casumaro. In esposizione anche le lunette di Giovanni Battista Gennari, capostipite della famiglia che accompagnò l’attività del maestro.

Significativo è anche il contributo della chiesa del Rosario di Cento, che fu luogo dell’anima per il Guercino, priore dell’Arciconfraternita. In mostra vi sono cinque grandi tele realizzate per questa chiesa, databili tra il 1644 e il 1645. Tra queste spiccano la Crocefissione e i dipinti della volta raffiguranti Il Padre Eterno Benedicente, San Francesco e San Giovanni Battista, nonché la tela L’Assunta (1622), celebre per il virtuosismo prospettico dell’illusionistico scorcio “dal sotto in su”.

Benedetto Gennari, Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena (1663-1664; olio su tela, 325 × 215 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 17)
Benedetto Gennari, Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena (1663-1664; olio su tela, 325 × 215 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 17)
Benedetto Zalone, Assunta con san Bonaventura, un santo francescano e una donatrice (1623 circa; olio su tela, 227 × 141 cm; Cento, chiesa di San Pietro)
Benedetto Zalone, Assunta con san Bonaventura, un santo francescano e una donatrice (1623 circa; olio su tela, 227 × 141 cm; Cento, chiesa di San Pietro)
Giuseppe Maria Galeppini, Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria (1650 circa; olio su tela, 318 × 222 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 2)
Giuseppe Maria Galeppini, Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria (1650 circa; olio su tela, 318 × 222 cm; Forlì, Pinacoteca Civica, inv. 2)

La mostra include anche opere provenienti da altre chiese emiliane. Dalla chiesa di San Pietro di Cento giungono dipinti di Matteo Loves, tra cui la Madonna con il Bambino, con san Bernardino da Siena e l’angelo custode (1630-1640), e di Matteo Mingarini con il suo Sant’Omobono (1661). Inoltre, dalla stessa chiesa si ammirano due capolavori di Benedetto Zalone, databili intorno al 1620: la Madonna Assunta con i santi Bonaventura, Francesco e la donatrice e la Madonna di San Luca con i santi Antonio Abate, Paolo, Sebastiano e Gregorio Magno. Un ulteriore pezzo di pregio è la Madonna in gloria con i santi Caterina da Siena, Francesco di Paola e Gaetano Thiene (1659-1660) di Benedetto Gennari, proveniente dalla Chiesa di San Biagio di Cento. La mostra si arricchisce infine di due grandi tele di Giovan Battista Gennari, Natività della Vergine e Visitazione (entrambe del 1606), provenienti da una collezione privata di Modena.

Curata da un comitato scientifico composto da diversi esperti (Cristina Ambrosini, Daniele Benati, Stefano Benetti, Lorenzo Lorenzini, Lorenza Montanari, Maria Luisa Pacelli, mons. Paolo Marabini, Antonio Iommelli, Manuel Ferrari, Silvia Battistini, Giovanni Sassu), la mostra è promossa da Regione Emilia-Romagna – Settore Patrimonio Culturale, Comune di Forlì, Comune di Cento, Fondazione Patrimonio degli Studi di Cento, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento. L’esposizione sarà visitabile nei giorni di venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 19:00. Il biglietto include anche l’ingresso alla Pinacoteca Civica “Il Guercino” di Cento, che ospita altre opere del maestro barocco. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito ufficiale: Civica Pinacoteca “Il Guercino”.


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