La sesta edizione di AMART, la Mostra dell’Antiquariato organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi e Promo.Ter Unione, si prepara ad accogliere i visitatori in un evento dove passato e presente dialogano armoniosamente grazie a un progetto espositivo ideato dal Pelizzari Studio. Dal 6 al 10 novembre, il Museo della Permanente di Milano diventerà un palcoscenico per oltre 63 gallerie italiane e internazionali, offrendo un percorso che attraversa secoli di storia dell’arte, dal Rinascimento al contemporaneo.
Ad accogliere i visitatori, un maestoso portale che richiama l’eleganza di un palazzo rinascimentale, rivisitato in chiave moderna. Questa installazione guida il pubblico in un viaggio che, attraverso una successione di volte, connette l’arte antica con le espressioni artistiche più contemporanee.
All’ingresso della mostra, lo spettatore è accolto dall’area museale, dove spiccano tre istituzioni culturali di rilievo: il Museo Poldi Pezzoli, il Museo Bagatti Valsecchi e MuseoCity. Un’elegante struttura, ispirata alle trifore rinascimentali, incornicia le opere esposte in un dialogo tra antico e moderno.
Il cuore della mostra, però, è rappresentato dalle gallerie partecipanti, tra cui alcune nuove entrate che portano freschezza e varietà all’esposizione. Tra queste, lo stand di Paolo Antonacci, che presenta un dipinto del tedesco Carl Wilhelm Gotzloff (1799-1866), raffigurante i drammatici scontri del 6 aprile 1849 a Catania, dove le truppe borboniche affrontano gli insorti in un clima di estrema violenza e tensione.
Uno degli highlights è l’opera di Andrea Appiani, maestro del Neoclassicismo, proposta dalla Galleria W. Apolloni & Laocoon Gallery: Europa consolata da Venere, datata 1784-86, che ritrae la mitologica scena in cui Venere presenta Amore a Europa, in un contesto bucolico. Tra le opere più interessanti c’è una rara scultura tribale nigeriana presentata dai collezionisti Denise e Beppe Berna, specialisti di arte tribale classica. La figura femminile, dedicata al culto di Shango, rappresenta una delle divinità più potenti della cultura Yoruba, legata al controllo dei fulmini e del tuono.
Tra le opere di arte antica, spicca la Madonna col Bambino dormiente di Giovanni Battista Salvi, meglio noto come Sassoferrato, presentata dalla Galleria Ducci. Questo delicato olio su tela, già esposto nella mostra Salvifica, è un perfetto esempio della maestria ritrattistica del pittore, capace di coniugare luce e silenzio in un’opera di grande intensità emotiva.
Anche la pittura contemporanea trova il suo spazio ad AMART. Carla Accardi, esponente di spicco dell’arte astratta italiana, è rappresentata con un Senza Titolo del 1997, un’opera che esprime al meglio il suo caratteristico uso del vinilico su tela, combinando segni e colori in un linguaggio pittorico innovativo.
Per gli appassionati di scultura, la mostra propone autentici capolavori. Da Piva & C., spicca una straordinaria Testa di acquaiolo, realizzata nel 1881 da Vincenzo Gemito, uno degli scultori più apprezzati del Realismo napoletano. Il volto del giovane acquaiolo, modellato con grande maestria, è un’icona della vita quotidiana e dell’arte di fine Ottocento.
Matta Antichità presenta un’affascinante Madonna con Bambino e San Giovannino di Barbara Longhi, una delle poche pittrici rinascimentali riconosciute per la loro eccellenza. L’opera, datata tra il 1595 e il 1605, si distingue per la sua composizione intima e l’uso vivace del colore, influenzato da maestri come Raffaello e Leonardo da Vinci.
Nell’opera proposta dalla DYS 44 Lampronti Gallery di Londra, Eroismo di Muzio Scevola davanti al re etrusco Lars Porsenna, il Guercino immortala un momento cruciale della storia romana. Muzio Scevola, un giovane romano, dimostra un coraggio estremo di fronte al re etrusco Porsenna. Nell’atto di uccidere il re, Muzio sbaglia bersaglio e, per punirsi, infila la mano destra nel fuoco. Il Guercino, con maestria, ritrae lo stupore di Porsenna e la determinazione di Scevola, creando un’opera che celebra l’eroismo e la virtù civica. L’olio su tela, di grandi dimensioni, è caratterizzato da una forte espressività e da una cura dei dettagli, tipici dello stile del Guercino.
M45 Marco Bertoli Angelo Enrico, Milano-Genova, propone Il teatro della Scala, 1849, tempera su carta di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884) che sicuramente potrà piacere ai collezionisti musicofili. Tornabuoni Arte presenta un ritratto di nobildonna fiorentina, opera del XVI secolo attribuita ad Alessandro Allori. Il dipinto, in ottime condizioni, ritrae una giovane donna elegante, probabilmente una promessa sposa. Lo stile manierista e la maestria tecnica di Allori sono evidenti, come dimostrano anche altri suoi lavori celebri. L’opera, destinata ad adornare palazzi nobiliari, è un esempio di ritratto celebrativo del Rinascimento fiorentino.
Moses Levy, artista in bilico tra Tunisia e Versilia, era nato a Tunisi nel 1885, trasferitosi a Viareggio nel 1917, ha lasciato un’impronta indelebile nella scena artistica italiana. L’opera proposta da Società di Belle Arti: Donna con cappello bianco, realizzata proprio nell’anno del suo trasferimento, ne è un esempio. Questo piccolo dipinto ad olio su cartone, con la sua figura femminile stilizzata e la vivace palette cromatica, rappresenta una fase di transizione nella produzione artistica di Levy. Influenzato dal Divisionismo, l’artista si avvicina a uno stile più sintetico e dinamico, anticipando alcune caratteristiche del Futurismo. L’opera, pur nella sua semplicità, cattura l’atmosfera mondana e vivace della Versilia, un tema ricorrente nella produzione di Levy.
Allo stand di Phidias Antiques, si segnala un’opera Antonio Ligabue (1899-1965), Tigre nella foresta, olio su olio su tavola, rara ed importante opera appartenente al secondo periodo pittorico dell’artista (orientativamente dal 1939 al 1952): la materia diventa più corposa e densa e le opere si fanno più rifinite. La presenza di pochissime opere risalenti a questo periodo artistico lo rendono particolarmente ricercato e interessante per i collezionisti.
Oltre ai dipinti, la scultura e l’arte tribale, AMART dedica uno spazio anche al design storico e all’arte decorativa. La Galleria Silva propone un elegante salotto veneziano del XVIII secolo, interamente laccato in celeste e decorato con rilievi dorati e intagli raffinati, un esempio dell’arte ebanista del tempo.
Dalla Francia arriva un prezioso orologio a pendolo a forma di lira, presentato dalla Galleria Top Time Musa. Questo capolavoro del XVIII secolo, con dettagli in bronzo dorato e marmo bianco, è un raro esempio di orologeria francese dell’epoca Luigi XVI.
Tra le sculture più particolari, la Galleria Dario Ghio di Monte Carlo porta a Milano un Leone in pietra di Huamanga, realizzato in Perù nel XVII secolo con una particolare pietra vulcanica delle Ande. Questa scultura rappresenta un leone accucciato, lavorato con una tecnica raffinata e arricchito da tracce di policromia originale.