La rinascita del paganesimo antico - di Aby Warburg


La rinascita del paganesimo antico di Aby Warburg è un libro fondamentale per chi studia storia dell'arte, specie quella del Rinascimento: ce ne parla Ilaria in questa recensione!

Il libro che vi presentiamo oggi, La rinascita del paganesimo antico di Aby Warburg segnò una svolta nella critica d’arte e apportò un nuovo metodo nel campo dell’iconologia, poiché questa passò da studio dei soggetti associati a temi e concetti all’interno dell’opera d’arte a studio che implicava altre scienze, soprattutto quelle umanistiche. Infatti, secondo questa nuova idea, l’opera aveva in se stessa principi caratteristici di una determinata cultura, classe, credenza filosofica o religiosa. Distinzione proseguita da Erwin Panofsky nei suoi Studi di iconologia (di cui parleremo a breve sul sito... !), pubblicati nel 1939 negli Stati Uniti, che non suscitarono meno scalpore tra gli studiosi “conservatori”.

La rinascita del paganesimo antico di Aby Warburg è costituito da una serie di saggi relativi a studi compiuti durante la sua vita, riuniti in un’edizione postuma (1932) dalla sua assistente Gertrude Bing, per poi essere tradotto in italiano nel 1966.

Warburg cominciò analizzando due dei dipinti più famosi di Botticelli, la Nascita di Venere e la Primavera, in cui osservò un tratto caratteristico dell’antichità, un elemento che perdurava anche nel Rinascimento: sia Warburg che il suo successore Panofsky parlavano del Rinascimento come rinascenza dell’antichità classica, in contrapposizione al Medioevo, periodo caratterizzato dalla opposizione assoluta tra cristianesimo e paganesimo; ormai nel Rinascimento la mentalità comune era cambiata, non si poteva più tornare al paganesimo dell’antichità e all’arte romana e greca, pertanto era necessario trovare una nuova forma di espressione che fosse diversa da quella classica quanto da quella medievale, ma relazionata l’una all’altra: la reinterpretazione delle immagini classiche, mediante l’attribuzione di un nuovo contenuto simbolico profano ma non classico oppure cristiano. Solo in questo modo si poteva avere una simbiosi tra paganesimo e cristianesimo. I capelli e gli abiti mossi dal vento alla maniera delle ninfe classiche: questo è l’elemento che si ritrova in Botticelli.

Un altro esempio di presenza dell’antico nel Rinascimento è rappresentato dal confronto tra l’Arco di Trionfo a Roma e l’affresco della scuola di Raffaello nel Palazzo del Vaticano. Entrambi raffigurano la vittoria di Costantino su Massenzio sotto il segno della croce (famosissimo il ciclo di affreschi di Piero della Francesca in San Francesco ad Arezzo relativo alla leggenda del ritrovamento del legno della vera croce e alla battaglia di Costantino, in cui Massenzio affoga nel Tevere non a causa della lancia, ma per la vista della piccola croce che Costantino stringe in mano; da notare anche l’effetto di massa raggiunto da Piero della Francesca servendosi di poche figure).

Nell’Arco di Trionfo si nota un paganesimo bramoso di gloria, come nella scena in cui un cavaliere vittorioso scavalca con impeto un barbaro caduto, mentre nella Battaglia di Costantino di Raffaello si ha l’impressione di una massa unitaria, le squadre si esercitano in tutte le evoluzioni come venivano rappresentate sugli archi di trionfo e sulle colonne della vittoria.

Se nella pittura profana del Quattrocento l’influsso degli antichi nel Rinascimento si vedeva nella mobilità del corpo e delle vesti, sugli arazzi fiamminghi le figure presentate nei costumi dell’epoca “alla franzese” potevano rappresentare personaggi dell’antichità pagana.

E ancora si parla degli affreschi dei mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara, che mostrano elementi di derivazione araba e indiana (i decani, cioè la tripartizione di ogni mese) mescolati alle divinità greche.

Un libro che è nel suo complesso impegnativo perché presenta svariati aspetti relazionati tra loro che non appartengono neppure allo stesso periodo, ma proprio per questo interessante per farci capire come le diverse epoche della storia dell’arte non siano una cosa a sé stante, ma un continuum di elementi che si oppongono e si intersecano. Inoltre, come abbiamo detto precedentemente, è un libro che incorpora anche gli aspetti culturali, religiosi, filosofici, senza soffermarsi solo sull’aspetto esclusivamente artistico delle opere menzionate. Consigliabile a chi ha almeno una parziale conoscenza della storia dell’arte... !

La rinascita del paganesimo antico
di Aby Warburg
nell’edizione di Nuova Italia, 1996
438 pagine
18,08 €


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.






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