Lezioni d'arte online della Collezione Peggy Guggenheim: “ecco come portiamo in rete il Bello”


La Collezione Peggy Guggenheim ha avviato un ciclo di lezioni di storia dell'arte online. Perché questa scelta? Come funzionano? Ne abbiamo parlato con l'ideatrice e curatrice, Alessandra Montalbetti.

La Collezione Peggy Guggenheim ha dato il via, a partire dal 23 novembre 2020, a due cicli di lezioni di storia dell’arte online, sulla piattaforma Zoom, dal titolo L’Arte è Vita. Ogni incontro è dedicato a un particolare binomio tra l’arte e altri temi che hanno profondi legami con quest’ultima ma che non sempre sappiamo cogliere. Il primo ciclo ha visto infatti protagonisti temi come l’alchimia, la pubblicità, la musica, il cibo. Il secondo ciclo (dal 25 gennaio al 22 febbraio 2021) vedrà protagonisti la letteratura, la filosofia, la moda, il cinema. L’Arte è Vita è condotto dalla dottoressa Alessandra Montalbetti (Pinacoteca di Brera), che si è sempre occupata di didattica museale e che dal 2012 collabora con la Collezione Peggy Guggenheim. Negli ultimi sei anni ha ideato e condotto le Guggenheim Art Classes e la serie online Incontri. Abbiamo intervistato la dottoressa Montalbetti per farci raccontare questa nuova iniziativa. L’intervista è a cura di Ilaria Baratta.

La locandina del ciclo L'Arte è Vita
La locandina del ciclo L’Arte è Vita


Vincenzo Campi, La cucina (1590 circa, olio su tela, 145 x 220 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)
Vincenzo Campi, La cucina (1590 circa, olio su tela, 145 x 220 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)


Paul Klee, Giardino magico (Zaubergarten) (1926; olio su rete metallica riempita di gesso, 52,9 x 44,9 cm; Venezia, Collezione Peggy Guggenheim)
Paul Klee, Giardino magico (Zaubergarten) (1926; olio su rete metallica riempita di gesso, 52,9 x 44,9 cm; Venezia, Collezione Peggy Guggenheim)


Vincenzo Campi, La cucina (1590 circa, olio su tela, 145 x 220 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)
Vincenzo Campi, La cucina (1590 circa, olio su tela, 145 x 220 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)

IB. I musei sono chiusi, ma la Collezione Peggy Guggenheim ha deciso di proporre, come nella prima ondata di Covid-19, cicli di lezioni di storia dell’arte online. Partiamo dal titolo scelto per l’iniziativa, L’Arte è Vita: perché l’arte è da considerarsi vita?

AM. In questo periodo così complesso, dove il Bello sembra scomparso, tutto viene sovrastato dal dolore ed ognuno di noi è alla ricerca se non di una soluzione certo di una risorsa, ho pensato alla frase del pittore americano Robert Henri, quando afferma che “l’arte non si può separare dalla vita…” in quanto ci permette di riscoprire in noi quel “motore melancolico” che ci guida a riconsiderare ogni declinazione della nostra vita in un’ottica esteticamente verificabile, aspetti artistici altrimenti celati.

Ciascuna lezione de L’Arte è Vita è dedicata a particolari binomi, come l’arte e l’alchimia, l’arte e la pubblicità, l’arte e la musica, per citare i temi già affrontati in queste prime lezioni. Da cosa è nata questa scelta di uscire dalle consuete e rigide lezioni di storia dell’arte, adottando una linea più innovativa?

Nella nostra cultura sovente è complicato mescolare le carte perché le nostre discipline sono sempre approfondite ma spesso singolarmente, mentre credo sia più attraente, per un pubblico vasto ed interessato, stabilire dei rapporti che possano valicare, nel rispetto della verità storica, i confini; luoghi quali il Barbican Center di Londra o il MoMA di New York dimostrano che le interconnessioni tra arte e musica o moda o pubblicità o mille altri aspetti esistono e si devono solo portare alla luce, senza che la liturgia artistica ne venga intaccata.

Da sei anni cura per la Collezione Peggy Guggenheim cicli di lezioni di arte rivolte al pubblico, sia dal vivo, con le Guggenheim Art Classes, sia online, per la prima volta con Incontri. Quali differenze si sente di evidenziare tra lezioni dal vivo e lezioni online?

La lezione dal vivo mantiene, comunque, un valore imprescindibile di contatto umano e di percezione diretta dell’interesse del pubblico e, quale storico dell’arte, non posso che sottolinearne la qualità.

Quali differenze ha notato, se esistenti, nella partecipazione attiva del pubblico tra lezioni in presenza e online? Nel corso del tempo è cambiato secondo Lei l’approccio del pubblico verso l’arte?

Il primo ciclo di lezioni Guggenheim online si è tenuto durante i primi mesi del primo lockdown ed era intitolato Incontri: si voleva sottolineare che l’impossibilità di incontrarci fisicamente veniva tranquillamente superata dagli esempi degli artisti che si erano incontrati a distanza di secoli per affinità elettive. Questo secondo ciclo ci dimostra, prima di tutto, una sempre maggiore abilità del pubblico di migranti digitali di gestire il mezzo tecnico e di aver mantenuto sempre la necessità del Bello. Aggiungo che le lezioni online permettono la frequenza di un numero di persone molto maggiore alla capienza di qualsiasi sala o auditorium (più di 400 iscritti) e, grazie all’utilizzo della chat, di porre domande che, dal vivo, non sarebbe possibile.

Sta diventando un fenomeno sempre più diffuso la realizzazione di film legati all’arte, che raccontano molto spesso le vicende biografiche tormentate di grandi artisti: penso a Caravaggio, Michelangelo, Frida Kahlo e al più recente, dedicato ad Artemisia Gentileschi. Grande è sempre il successo di pubblico. Del binomio “arte e cinema” tratterà l’ultima lezione de L’Arte è Vita: secondo Lei perché è così forte la risposta del pubblico?

Dallo sceneggiato dedicato alla vita di Leonardo da Vinci, trasmesso dalla RAI nel 1971, all’esperienza più recente del Caravaggio presentato da Alberto Angela, sono moltissimi gli esempi di questo filone di cui tratteremo durante la lezione inerente i legami tra arte e cinema ma non sarà certo l’unico, perché l’interesse del cinema si concentra quasi esclusivamente sui cosiddetti “artisti maledetti” in cui la tormentata biografia, sovente romanzata, rischia di sovrastare, se non azzerare, il valore dei loro capolavori, fuorviando l’attenzione dalla verità storica. È più importante il ruolo di Modigliani pittore o il suo legame con le donne?

In linea con la domanda precedente, quali sono secondo Lei i binomi più attesi e amati dal pubblico tra quelli scelti per le otto lezioni de L’Arte è Vita?

Credo che ogni binomio possa suscitare interesse, proprio perché inedito: per esempio, la filosofia può risultare argomento molto complicato, ma l’uso delle immagini lo rende più percorribile. La scoperta che l’arte sia sempre fonte inesauribile di ispirazione per la pubblicità spinge il pubblico a guardarla con occhi diversi. La letteratura ha legami storici dalla prima ecfrasi di Omero per lo scudo di Achille, ma ritengo che la scoperta più incredibile sarà il binomio arte-moda, tema fondamentale nella nostra società dell’immagine.

Per concludere, come giudica la scelta del governo di chiudere musei, teatri e cinema in questo periodo di pandemia, anche se all’interno di questi verrebbero rispettate tutte le misure di sicurezza necessarie? Come vede la situazione attuale della cultura in Italia in questa emergenza sanitaria?

Sono sorpresa ed amareggiata per la scelta del governo di chiudere musei, teatri e cinema, dopo che tutti questi luoghi si erano ampiamente attrezzati per ospitare i visitatori ed il pubblico in totale sicurezza, maggiore rispetto alla concentrazione delle persone nelle strade per lo shopping. Ma il nostro paese non ha mai compreso, pur essendo una delle culle del sapere occidentale, il valore di tutto ciò: sappiamo già che potremo tornare a sciare dopo il 7 gennaio, ma quando potremo tornare a vedere il Bello? Quando, come sottolineato dal regista Livermore del Teatro alla Scala, potremo tornare “a riveder le stelle”?


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.






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