L'umanità sta andando nel verso giusto, ma non ce ne accorgiamo. Parla il designer Stefan Sagmeister


Il designer austriaco Stefan Sagmeister è l’autore del manifesto della Barcolana 2024. L’opera incarna una sua visione positiva e ottimista del mondo: secondo lui, l’umanità sta migliorando e andando nel verso giusto. Solo che non se ne accorge. Ne parliamo in questa intervista.

La Barcolana è uno degli eventi velici più prestigiosi del mondo. Si tiene ogni anno, dal 1969, nel Golfo di Trieste, la seconda domenica di ottobre, ed è entrata nel 2018 nel Guinness dei Primati come “Largest Sailing Race”, diventando così, grazie alle 2.689 imbarcazioni iscritte, la regata velistica più grande del pianeta. Oltre alla competizione sportiva, la Barcolana è nota anche per la sua componente artistica, grazie a illycaffè che da ormai dieci anni è direttore creativo dell’evento. Per ogni edizione l’azienda seleziona artisti del calibro di Michelangelo Pistoletto, Marina Abramović, Olimpia Zagnoli e molti altri. Per la 56esima edizione del 2024, riconoscendo l’affinità tra il tema dell’evento di quest’anno, “energie positive”, e il suo recente lavoro artistico, la realizzazione del manifesto è stata affidata a Stefan Sagmeister (Bregenz, 1962), uno dei più importanti graphic designer contemporanei, noto per il suo stile eclettico, rivoluzionario ed innovativo. Lo abbiamo intervistato per l’occasione. L’intervista è a cura di Monica Sperandio.

Stefan Sagmeister. Foto: Norman Posselt
Stefan Sagmeister. Foto: Norman Posselt

MS. Il suo lavoro artistico dal 2021, iniziato con la mostra Beautiful Numbers e proseguito con il più recente progetto Now Is Better, si focalizza su una visione positiva del mondo e della società e da un punto di vista pratico sull’accostamento di iconografie antiche a infografiche dal design contemporaneo. Può spiegarci il significato di questo approccio e come esso si connette e trova affinità con il manifesto realizzato per la 56esima edizione della Barcolana?

SS. Negli ultimi cinque anni abbiamo lavorato a un progetto sul pensiero a lungo termine: mezzi di comunicazione come Twitter o le notizie a cadenza oraria hanno creato l’impressione di un mondo fuori controllo, di una democrazia in pericolo e di una prospettiva generale di sventura. Ma se guardiamo agli sviluppi del mondo da una prospettiva a lungo termine (l’unico modo sensato) quasi tutti gli aspetti dell’umanità sembrano migliorare: meno persone soffrono la fame, meno persone muoiono in guerre e disastri naturali, più persone vivono in democrazie, e vivono molto più a lungo rispetto al passato. Abbiamo creato numerose visualizzazioni con l’obiettivo che gli spettatori volessero collocarle nei loro salotti, per ricordare a tutti che gli ultimi tweet sono solo piccoli segnali in un ambiente complessivamente piuttosto sano. Ho pensato di osservare anche la Barcolana attraverso questa lente visualizzando dati che mostrano l’incredibile crescita del numero di barche a vela partecipanti nel corso degli anni.

La donna sullo sfondo, semi-coperta dall’infografica e dunque apparentemente posta in una posizione di secondaria lettura, è invece il soggetto che a prima vista spicca di più agli occhi dello spettatore, soprattutto il suo sguardo magnetico e speranzoso. Da dove deriva questo ritratto? Chi è questa donna e perché è la protagonista di questa locandina?

Non sappiamo il nome della donna, che rimane misteriosa, ma avevo comprato questo quadro all’asta perché mi aveva colpito proprio per il suo magnetismo. Non conosciamo con certezza nemmeno l’identità dell’autore, ma è possibile che si tratti di Elisabeth Vigée-Lebrun.

È evidente che il concept di questa edizione dell’evento, “energie positive”, trovi grande affinità con il suo lavoro artistico degli ultimi anni. Qual è stata l’ispirazione che ha dato vita al design del manifesto?

Considerando che ho lavorato molto sul concetto di lungo periodo, mi è sembrato chiaro che potevo guardare allo stesso modo anche alla storia della Barcolana: un evento che racchiude in sé un concetto di progresso positivo che trovo pienamente affine alla mia idea artistica. Questo approccio ha permesso di visualizzare e valorizzare i dati relativi alla sua evoluzione nel tempo.

Il manifesto di Stefan Sagmeister per la Barcolana 2024
Il manifesto di Stefan Sagmeister per la Barcolana 2024

Può raccontarci da dove è partita l’idea iniziale, come si è evoluta e cosa vuole comunicare?

Ho iniziato a riflettere su questo tema quando sono stato invitato come designer in residenza all’American Academy di Roma dove ho lavorato in uno splendido studio con artisti, scrittori, architetti e archeologi. Una sera mi sono ritrovato accanto a un avvocato molto acuto, che lavorava alla Corte Europea: abbiamo parlato di politica e mi ha detto che quello che stava accadendo in Ungheria, Polonia e Turchia, ma anche in Brasile e negli Stati Uniti, era davvero la fine della democrazia. Così dopo cena mi sono informato! Quando è nata la democrazia moderna? Come è andata negli ultimi due secoli? A che punto siamo ora? Nel 1823 esisteva probabilmente una sola democrazia, gli Stati Uniti. Nel 1923, dopo la prima guerra mondiale, c’erano già 18 paesi democratici. Abbiamo ora, nel 2024, 96 paesi democratici, per la prima volta nella storia dell’umanità più della metà della popolazione mondiale vive in una democrazia, quindi non avrebbe potuto avere più torto: non solo non stiamo assistendo alla fine della democrazia, ma stiamo vivendo nell’assoluta età dell’oro della democrazia. È stato interessante per me: una persona intelligente e altamente istruita che chiaramente non ha alcuna idea del mondo in cui vive. Questo ha dato il via al mio desiderio di guardare il mondo a lungo termine.

Può descrivere il processo creativo che c’è stato per arrivare alla realizzazione finale del progetto? Quali sono state le principali sfide da affrontare?

Quando si tratta di pensare a lungo termine, ho trovato spesso interessante lavorare con dipinti storici che erano già in circolazione da molto tempo prima che iniziassimo a raccogliere i dati. Per il poster di Barcolana ho provato numerose direzioni diverse, tra cui un paesaggio marino in tempesta. Alla fine abbiamo pensato che la donna misteriosa fosse una soluzione meno ovvia.

Secondo lei, che ruolo ha il designer in un contesto culturale come l’evento della Barcolana? Come può un designer contribuire al successo e alla valorizzazione di tali eventi?

Grazie a illycaffè, che da anni cura la direzione artistica del Manifesto, ho provato a dare un’interpretazione a questo grande evento sportivo e ai suoi valori, celebrandolo con l’ottimismo creativo che caratterizza la mia ricerca artistica e attraverso la lente dei Beautiful Numbers.

E più generalmente parlando, in che modo il design può influenzare la società e la cultura?

Un buon design può aiutare e deliziare le persone. Alla maggior parte delle persone piace essere aiutate e deliziate.

C’è una filosofia o dei principi/valori fondamentali che segue sempre nella progettazione dei suoi lavori?

Sono un ottimista. L’ottimismo indica un pensiero razionale. Se l’esito finale di una situazione può essere eccezionale o terribile (quando le possibilità sono esattamente 50 e 50), allora le mie prospettive di successo sono chiaramente migliori se la affronto da una posizione luminosa piuttosto che cupa. E se le cose sono migliori oggi rispetto al passato, argomento centrale della serie Beautiful Numbers, supporre che continueranno a migliorare in futuro è una scelta di buon senso.

Opere della serie Beautiful Numbers di Stefan Sagmeister
Opere della serie Beautiful Numbers di Stefan Sagmeister

In una società sempre più digitalizzata pensa che il manifesto mantenga ancora la sua rilevanza? Come vede il ruolo del manifesto nella comunicazione visiva contemporanea?

Amo il manifesto culturale come parte di un paesaggio urbano, cioè la possibilità di informarsi su ciò che accade semplicemente camminando per una città. Poiché la collocazione dei manifesti è diventata sempre più costosa, oggi questa forma di comunicazione è sempre più spesso sostituita da cartelloni pubblicitari. Ma poiché un post su Instagram funziona in modo molto simile a un manifesto (deve risaltare in un ambiente affollato) molti manifesti possono ottenere buoni risultati sui social media.

Nel suo percorso professionale, ha notato un’evoluzione nel modo in cui i manifesti vengono percepiti e utilizzati? Se sì, come è cambiato questo aspetto nel tempo?

I manifesti funzionano ovviamente solo nelle città in cui la gente cammina, quindi a New York, dove vivo e lavoro, se ne vedono ancora molti in giro, ma sono stati purtroppo eliminati nella maggior parte dei luoghi degli Stati Uniti in cui ci si sposta in auto.

La creazione di un manifesto, come nel caso della comunicazione di un evento, ha intrinsecamente uno scopo promozionale. Tuttavia, in questo caso, il progetto è anche portatore di un concetto, un messaggio e si ricollega ad un filone di pensiero che accomuna dei lavori artistici precedenti. Qual è, secondo lei, il rapporto tra arte e design? E quale la linea di separazione tra queste due discipline?

La mia citazione preferita sulla differenza tra arte e design viene da Donald Judd: “Il design deve funzionare, l’arte no”. Secondo lui l’arte può essere e basta, senza essere trascinata dalla funzionalità. Questo manifesto invece deve anche informare, quindi deve funzionare.


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Monica Sperandio

L'autrice di questo articolo: Monica Sperandio

Classe 1998, si è laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trento e successivamente ha conseguito un master in Social Media Marketing alla NAD di Verona. Da sempre appassionata d'arte, nel 2022 fonda The Sensitive Flower, progetto social di divulgazione artistica e culturale con lo scopo di diffondere bellezza e conoscenza. Attualmente lavora come libera professionista nel campo della comunicazione per il settore arte e cultura.



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