Le edizioni a stampa del Libro dell'Arte di Cennino Cennini: intervista a Giovanni Mazzaferro


Giovanni Mazzaferro, responsabile della Biblioteca Mazzaferro di Bologna, ha condotto il censimento delle edizioni a stampa del Libro dell'Arte di Cennino Cennini. Lo abbiamo intervistato per saperne di più!

Apriamo il 2014 del nostro sito con una intervista a Giovanni Mazzaferro, responsabile della Biblioteca Mazzaferro di Bologna, un fondo specializzato nella letteratura artistica, costituito da circa 1.800 volumi. Giovanni Mazzaferro, laureato in Storia economica presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna, ha un’esperienza di oltre vent’anni nel settore dell’editoria, avendo lavorato presso una famosa casa editrice scolastica bolognese, e ha ereditato la passione per la letteratura artistica dal padre Luciano Mazzaferro, che fu critico d’arte per il Resto del Carlino e diede inizio alla raccolta dei volumi della biblioteca nel 1950.

Di recente, Giovanni si è occupato del censimento delle edizioni a stampa di uno dei trattati fondamentali dell’arte nonché tra i massimi esempi di letteratura artistica di sempre, il Libro dell’Arte di Cennino Cennini. Sono state censite 33 edizioni (che diventano 54 contando anche le ristampe), che hanno fatto del Libro dell’Arte il testo di letteratura artistica più diffuso al mondo dopo le celeberrime Vite di Giorgio Vasari. Il lavoro di Giovanni Mazzaferro è disponibile sul suo blog Letteratura artistica, dedicato alle recensioni dei preziosi libri che si trovano nella biblioteca Mazzaferro.

Come anticipato, abbiamo contattato Giovanni che ci ha rilasciato un’intervista sul lavoro da lui condotto. Lo ringraziamo pertanto per la sua disponibilità e auguriamo buona lettura ai nostri visitatori!

Edizione del 1821 del Libro dell'Arte di Cennino Cennini

Può spiegarci brevemente che cos’è il Libro dell’Arte di Cennino Cennini e qual è la sua importanza per la storia dell’arte?
Il Libro dell’Arte è il più famoso trattato di tecniche artistiche italiano. Scritto da Cennino Cennini, discepolo di Agnolo Gaddi, è un libro che si colloca come diretto erede dei ricettari artistici medievali e precursore dei primi trattati artistici dell’Umanesimo italiano (primo fra tutti il De pictura di Leon Battista Alberti). Rispetto ai precedenti ricettari artistici Cennino si distacca intanto perché rivendica la paternità dell’opera (comincia ad emergere l’importanza del ruolo del pittore come praticante un’arte liberale) e per l’organicità della medesima. Da un punto di vista “teorico” Cennino è famoso per un’affermazione su Giotto (che “rimutò l’arte del dipignere di grecho in latino e ridusse al moderno”) che poi diventerà un punto fisso della storiografia italiana, da Vasari in poi (Vasari conosce il libro di Cennino, ma non si sa se lo abbia letto). Tuttavia il trattato esercita ancor oggi un fascino particolare per gli aspetti pratici, proprio perché illustra le tecniche dell’affresco e della tempera in uso alla fine del Trecento. E proprio per questo è anche di particolare interesse per i restauratori e tutti coloro che si trovino di fronte a problemi di conservazione di opere preesistenti.

Lei ha svolto il censimento a stampa delle edizioni del Libro dell’Arte: in che modo ha condotto il Suo lavoro?
Da un lato partendo dalle bibliografie presenti nelle edizioni che ho avuto modo di consultare. In questa maniera sono arrivato circa a ventina di occorrenze. Poi usato i potenziali della rete e specialmente la ricerca avanzata di Google (ricerche per aree geografiche limitate, ricerche per singola lingua). Non conoscevo, e mi è stato particolarmente utile Google NGram Viewer. Nella sostanza, a partire da un database di cinque milioni di libri è possibile fare ricerche inserendo determinati termini (nel mio caso Cennino Cennini) dal 1800 in poi e per singole lingue (le più importanti). Guardando gli anni attorno ai quali si raggruppavano i picchi ho cercato edizioni a stampa. La prima edizione in spagnolo del 1947 (in realtà stampata in Argentina) è stata trovata in questo modo. Infine recependo le indicazioni di altri soggetti che conoscevano edizioni che non avevo reperito, e che ovviamente ho citato nel testo.

Delle edizioni da Lei censite, ne esiste una in particolare che consiglierebbe a chi vuole approfondire il Libro dell’Arte e la figura di Cennino Cennini?
Delle edizioni “storiche” consiglierei senz’altro l’edizione MIlanesi (del 1859) perché è impeccabile, sia come traduzione sia come apparati e ricerca d’archivio. Fra le più recenti, ovviamente l’edizione Frezzato del 2003, che segna un indiscutibile passo in avanti rispetto alle precedenti, soprattutto perché affronta lo studio dell’opera sotto profili diversi, ma complementari (aspetti storici, linguistici, tecnici e quant’altro)

Ha avuto modo di presentare il Suo lavoro alla comunità degli storici dell’arte? E in che modo gli storici dell’arte potranno trarne giovamento?
Non ho fatto presentazioni ufficiali, ma ho scritto a storici dell’arte che sapevano essersi interessati a Cennino. Il mio lavoro, in realtà, è a metà fra la storia dell’arte e lo studio bibliografico. Ho l’impressione che non tutti gli storici dell’arte avessero percezione di quanto forte sia stata storicamente l’influenza di Cennino nel mondo. Non sta a me dire se acquisire questa coscienza possa essere di stimolo ad approfondire gli studi sull’artista di Colle Val d’Elsa. Me lo auguro.

Come si evince dalla presentazione sul Suo sito, il Suo lavoro è un “work in progress”. Come ha intenzione di completarlo o di migliorarlo?
Quando l’ho pubblicato le edizioni individuate erano 33; oggi sono 40. E’ mia attenzione aggiungere tutte le notizie che saranno acquisite in futuro. Inoltre mi piacerebbe poter acquisire più informazioni possibili su edizioni di cui so poco o nulla e su cui spesso ho espresso congetture: perché un’edizione polacca a Firenze nel 1933 e una a Varsavia nel 1934? chi era Nakamura Tsune, che iniziò una traduzione giapponese prima del 1924? l’edizione norvegese del 1942 ha a che vedere con la mostra sull’arte degenerata di Oslo di quello stesso anno? Il sogno sarebbe che studiosi (o dilettanti) di tutto il mondo traducessero in inglese le singole prefazioni e che vi potesse essere un “luogo virtuale” in cui reperirle.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo





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