Per la prima volta sul nostro sito, ospitiamo un guest post, scritto da Caterina Stringhetta di The ART Post Blog. Caterina è stata a visitare la mostra “Il mito della Golden Age da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis” che si tiene a Bologna, a Palazzo Fava, fino al 25 maggio. Una mostra molto criticata, e anche noi di Finestre sull’Arte non ci siamo sottratti alle critiche. È però nello spirito della condivisione, della collaborazione e dell’apertura, che vi proponiamo un post in cui della mostra si parla in modo positivo. Buona lettura!
Una manciata di settimane per ammirare a Bologna “La ragazza con l’orecchino di perla”, protagonista dell’unica tappa europea di una tournée mondiale degna di una rockstar. Si tratta dell’opera più conosciuta e amata di Vermeer, ma è anche uno di quei capolavori che sono diventati un simbolo, poiché sprigionano un fascino misterioso, esattamente come la Gioconda di Leonardo o l’Urlo di Munch. Prima di arrivare in Italia, il tour della Ragazza di Vermeer ha toccato 5 città, dal Giappone agli Stati Uniti, e al termine della tappa italiana il capolavoro tornerà nella sua sede storica, il Museo Mauritshuis de l’Aja, che riaprirà le porte al pubblico dopo una chiusura forzata di oltre due anni per restauri ed ampliamenti. Probabilmente, quindi, “La ragazza con l’orecchino di perla”, non uscirà più dal suo Museo dopo questo evento eccezionale e questo spiega perché questa mostra a Bologna sia stata tanto attesa e stia suscitando tanto interesse. Basti pensare che prima dell’apertura al pubblico aveva già raggiunto il record di oltre 100 mila prenotazioni.
La mostra di Bologna, è un percorso che, in un crescendo di emozioni, porta ad incrociare lo sguardo con questa Ragazza. Infatti, ad accompagnare il capolavoro di Vermeer si trovano 37 dipinti che descrivono la Golden Age. Un itinerario suddiviso in 6 sezioni e che ospita i capolavori del secolo d’oro olandese, il Seicento, nel corso del quale la pittura fiamminga fu tra le più apprezzate al mondo. Si passa dalle opere che ricordano la storia del museo Mauritshuis ai dipinti dei Paesaggi, dai Ritratti agli Interni con figure e scene di vita quotidiana e alle Nature Morte. Opere di Rembrandt, Frans Hals, Van Honthorst, De Hooch e molti altri capolavori da togliere il fiato. In tutto il percorso la luce è il fattore dominante e culmina con l’incontro, nell’ultima sala, con la protagonista assoluta di questo evento.
Non si può rimanere indifferenti allo sguardo enigmatico della Ragazza di Vermeer, che volge il suo sguardo al di fuori dell’opera e sembra che stia per dirci qualcosa. Un alone di mistero avvolge “La ragazza con l’orecchino di perla”, che non sappiamo se fosse figlia dell’artista oppure una domestica diventata musa ispiratrice dell’autore di questo capolavoro, come descritto dal romanzo di Tracy Chevalier e dal recente film di Peter Webber. L’unica certezza è che il suo volto, ha stregato milioni di appassionati e di curiosi, attratti dalla sua bellezza e dalla luce che emana l’opera, dalle tinte azzurre e dal giallo ocra e dal riflesso, appunto, del suo orecchino di perla.
A questa mostra è abbinata, nella stessa sede espositiva di Palazzo Fava, la mostra “Attorno a Vermeer”. Un omaggio di 25 artisti italiani contemporanei all’arte del pittore olandese e che senza distinzione tra figurativo e astratto si fanno ispirare o citano esplicitamente Vermeer. La mostra di Bologna, quindi, celebra un’opera del passato, ma con uno sguardo che guarda al futuro e alle possibili ispirazioni che ancora offre.