All’interno della Fondazione Giorgio Cini, nelle Sale del Convitto, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, aprirà al pubblico il 29 marzo 2023 il nuovo centro espositivo e di ricerca, Le Stanze della Fotografia, iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, destinata a proseguire il percorso iniziato nel 2012 alla Casa dei Tre Oci di Venezia, nella convinzione che la fotografia, tra i linguaggi artistici più interessanti del moderno e del contemporaneo, debba continuare ad avere una sua specifica “casa” a Venezia. Ad affiancare le attività espositive, una Fondazione dedicata sosterrà i progetti di ricerca grazie al contributo dei partner strategici Fondazione di Venezia e San Marco Group.
Un sodalizio naturale quello tra la fotografia e l’Isola di San Giorgio, in quanto la Fondazione Giorgio Cini custodisce una delle più importanti collezioni fotografiche d’Europa. Una raccolta preziosa che nel tempo si è arricchita con un capitale fotografico unico nell’ambito della ricerca storico artistica: un immenso patrimonio documentario costituito dalle raccolte fotografiche giunte nel tempo all’Istituto di Storia dell’Arte e appartenute a importanti storici dell’arte, tra cui Berenson, Bettini, Fiocco, Pallucchini, a giornalisti e scrittori, come Ojetti, insieme a un cospicuo numero di fotografie prodotte da scambi con altre istituzioni culturali, dai rapporti intercorsi per alcuni decenni tra Vittorio Cini, Fondazione Giorgio Cini e la società Alinari. Un sodalizio che ha contribuito, fino al 1970, alla creazione della Fototeca che, ad oggi, conta quasi un milione di fotografie, liberamente consultabili negli spazi della Nuova Manica Lunga da studiosi, ricercatori, appassionati, su appuntamento, ma anche online, grazie al grande impegno che la Fondazione Cini ha avviato dagli inizi degli anni Duemila per la digitalizzazione del suo patrimonio.
Concepite come un vero centro internazionale di ricerca e valorizzazione della fotografia e della cultura delle immagini, Le Stanze proporranno, accanto alle rassegne a Venezia e in altre città italiane ed estere, laboratori, incontri, workshop, seminari con fotografi nazionali e internazionali, master. In quest’ottica saranno sviluppate diverse partnership con le più importanti realtà del mondo della fotografia, quali l’agenzia Magnum Photos, il centro parigino Jeu de Paume, la Médiathèque du patrimoine et de la photographie, il Musée de l’Elysée di Losanna, per citarne alcune.
Il centro può contare sulla creazione di una Fondazione dedicata, che consentirà di finanziare e sostenere i progetti di ricerca, dove confluiranno i partner strategici quali la Fondazione di Venezia, impegnata nella valorizzazione del linguaggio fotografico sin dall’acquisto della Casa dei Tre Oci negli anni 2000, e che intende promuovere l’istituzione di un Premio annuale per la fotografia rivolto ai giovani fotografi, e San Marco Group, leader in Italia nel settore delle pitture e vernici per l’edilizia professionale, che conferma il saldo legame con l’esperienza dei Tre Oci.
La direzione artistica de Le Stanze della Fotografia è affidata a Denis Curti. Le attività di ricerca ed espositive sono coordinate dal comitato tecnico-scientifico presieduto da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, e composto da Emanuela Bassetti, presidente di Marsilio Arte, da Chiara Casarin, responsabile sviluppo culturale e comunicazione della Fondazione Giorgio Cini, dal direttore artistico Denis Curti e da Luca De Michelis, amministratore delegato di Marsilio Arte. Tra gli sponsor tecnici figurano Distilleria Nardini, Grafica Veneta, iGuzzini, NeoTech.
“Quando abbiamo inaugurato la mostra di Sabine Weiss un anno fa”, ha commentato Emanuela Bassetti, presidente di Marsilio Arte, “rassegna che concludeva la nostra esperienza alla Casa dei Tre Oci, avevamo detto che questo non avrebbe significato la fine del percorso Marsilio ’fotografia a Venezia’, che andava ben oltre un edificio. A distanza di un anno, con la mostra di Ugo Mulas, siamo felici di inaugurare la nostra nuova ”casa“ all’Isola di San Giorgio, dando avvio in partenariato con Fondazione Giorgio Cini a un ambizioso progetto culturale internazionale di ricerca e di memoria”. Le Stanze della Fotografia apriranno infatti con un’ampia retrospettiva dedicata a Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973), che presenterà per la prima volta un’importante selezione di immagini vintage mai esposte finora.
“Grande attenzione è sempre stata data dalla Fondazione Giorgio Cini alla fotografia, sia come forma d’arte sia come documentazione storico artistica, tanto da creare, sotto l’impulso dello stesso Vittorio Cini, quella che oggi è una delle più ricche fototeche d’Italia e d’Europa”, ha commentato Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Giorgio Cini. “L’apertura delle Stanze della Fotografia qui sull’Isola di San Giorgio Maggiore rappresenta quindi un nuovo tassello che va ad arricchire la già ampia e variegata offerta culturale della Fondazione Cini”.
L’edificio dell’ex Convitto che ospiterà Le Stanze della Fotografia, che consta di circa 1850 metri quadrati disposti su due livelli, è stato oggetto di un importante lavoro di riallestimento e restauro finalizzato all’ampliamento e alla valorizzazione degli spazi, realizzato dallo Studio di Architetti Pedron / La Tegola con la speciale partecipazione del Teatro La Fenice di Venezia, che ha permesso l’installazione di pareti leggere e movibili che, come quinte teatrali, saranno rimodulabili per i diversi allestimenti espositivi, nell’ottica di una sostenibilità dell’impresa culturale. Il bookshop, con un allestimento realizzato dallo studio Retail Design di Paolo Lucchetta, è stato pensato come una vera libreria e spazio di accoglienza e incontro, e offrirà un’ampia proposta editoriale con riviste specializzate, magazine, saggi, articoli di design e oggetti iconici. L’edificio si trova nella zona nord-est dell’isola di San Giorgio: per un lato lungo prospetta sulla fondamenta adiacente la Darsena Grande; per un lato corto sulla laguna, visibile dall’interno grazie a due grandi e spettacolari finestre.
In occasione dell’inaugurazione delle Stanze della Fotografia, sarà aperta al pubblico dal 29 marzo al 6 agosto 2023 la mostra Ugo Mulas. L’operazione fotografica, realizzata in collaborazione con l’Archivio Mulas e curata da Denis Curti e Alberto Salvadori, direttore dell’Archivio. Il progetto coincide con i cinquant’anni dalla scomparsa del celebre fotografo. Saranno esposte oltre trecento immagini, tra cui trenta foto finora mai esposte, documenti, libri, pubblicazioni, filmati, con l’intento di offrire una sintesi in grado di restituire una lettura che si apre alle diverse esperienze affrontate da Ugo Mulas.
Tra i fotografi più significativi del secondo dopoguerra, Mulas comprende presto, da autodidatta, che essere fotografo significa dare una testimonianza critica della società, ed è proprio questa consapevolezza che guida i suoi primi reportage tra il 1953 e il 1954: le periferie milanesi e l’ambiente artistico e culturale dei primi anni Cinquanta del Bar Jamaica. Mulas si impone rapidamente nei più diversi ambiti della fotografia, dalla moda alla pubblicità, pubblicando su numerose riviste come Settimo Giorno, Rivista Pirelli, Domus, Vogue. In questi anni il fotografo sviluppa un’importante collaborazione artistica con Giorgio Strehler, grazie al quale pubblica le fotocronache L’opera da tre soldi (1961) e Schweyck nella seconda guerra mondiale (1962).
L’attenzione al mondo dell’arte e alla produzione artistica diventa uno dei principali interessi di Mulas, che fotografa le edizioni della Biennale di Venezia dal 1954 al 1972. Nel 1962 documenta la mostra Sculture nella città a Spoleto, dove si lega in particolare agli scultori americani David Smith e Alexander Calder. Di questo periodo è anche la serie dedicata alla raccolta Ossi di Seppia di Eugenio Montale (1962-1965). L’estate del 1964 è significativa per Mulas. Alla Biennale di Venezia viene presentata la Pop Art americana al pubblico europeo; il fotografo ottiene la collaborazione del critico Alan Solomon e l’appoggio del mercante d’arte Leo Castelli, che lo introducono nel panorama artistico americano durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti. Ritrae così importanti pittori al lavoro.
La collaborazione con gli americani continuerà poi nel 1965 e successivamente nel 1967, anno in cui Mulas presenta la sua analisi del lavoro con gli artisti pubblicando il celebre volume New York: arte e persone. Fondamentale anche la collaborazione con Marcel Duchamp.
All’analisi formale e concettuale della fotografia sono dedicate le Verifiche (1968-1972), una serie di tredici opere fotografiche attraverso le quali Mulas s’interroga sulla fotografia stessa. Il titolo della mostra veneziana prende spunto proprio da una delle Verifiche.
Il percorso espositivo si articolerà in quattordici sezioni che ripercorreranno tutti i campi d’interesse di Mulas. Dal teatro alla moda, con i ritratti di amici e personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura fotografati come “modelli in posa”, dai paesaggi e dalle città alla sua esperienza con la Biennale di Venezia e con gli artisti della Pop Art. Una sezione sarà dedicata a Milano e al celebre Bar Jamaica. “Il Jamaica”, osserva Denis Curti, “è il luogo degli incontri, delle amicizie complici, quelle con Mario Dondero, Piero Manzoni, Alfa Castalfi, Pietro Consagra, Carlo Bavagnoli e Antonia Buongiorno, che diventerà sua moglie. A questa sezione segue un capitolo dedicato ai progetti industriali e alle esperienze più interessanti con Olivetti e Pirelli. A chiudere il percorso, le ’serie’ più significative per lo stesso Mulas, quelle dedicate a Calder, a Duchamp e le fondamentali ’verifiche’, che sono certamente da considerarsi come uno dei più interessanti ’esperimenti di pensiero critico’ sulla fotografia”.
“Il lavoro fotografico di Ugo Mulas”, afferma Alberto Salvadori, “offre un punto di vista imprescindibile sullo statuto dell’opera d’arte stessa, che ci spinge a riflettere sulla relazione, ogni volta nuova e peculiare, tra l’artista e il suo spazio di lavoro, l’ispirazione e il contesto che la esprime. L’ampia retrospettiva che inaugura Le Stanze della Fotografia dà conto di questa sempre presente ’attualità’ dello sguardo di Mulas, mostrandone anche aspetti meno noti attraverso scatti, documenti d’archivio, video mai esposti prima d’ora e restituendoci il ritratto di un artista a tutto tondo, della sua visione dell’arte e della cultura del Novecento”.
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Marsilio Arte.
Le Stanze della Fotografia annunciano già il loro programma espositivo: nell’autunno 2023 ospiteranno una mostra dedicata a Paolo Pellegrin (Roma, 1964), tra i più importanti fotoreporter contemporanei internazionali, mentre nella primavera 2024 sarà la volta della retrospettiva Helmut Newton. Legacy, curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, e Denis Curti, in occasione del centesimo anniversario della nascita dell’artista.
Immagine: Render 3D degli spazi de Le Stanze della Fotografia. Credits © Studio APM
Fondazione Cini e Marsilio Arte aprono Le Stanze della Fotografia. E inaugurano con Ugo Mulas |