Si fa molta fatica a comprendere per quale motivo, in Italia, gli interessi della cultura debbano essere posti in secondo piano rispetto ad altri tipi di interesse, mettendo peraltro a repentaglio l’incolumità del patrimonio artistico, con tutto ciò che ne consegue: calo di flussi turistici, perdita di prestigio internazionale e soprattutto rischio di danni ingenti per l’arte. È quanto sta accadendo in questi giorni a Vicenza: si sta discutendo sul tratto cittadino della ferrovia ad alta velocità che collegherà Milano e Venezia. Punto saliente del progetto è la costruzione di un tunnel che scorrerà attraverso il Monte Berico e sbucherà proprio sotto la Villa Valmarana ai Nani, capolavoro palladiano che ospita meravigliosi affreschi di Giambattista Tiepolo, dei quali avevamo anche parlato nel nostro podcast dedicato al grande artista veneziano.
Giambattista Tiepolo, Il sacrificio di Ifigenia (1757): uno degli affreschi di Villa Valmarana |
E questo ovviamente comporta seri pericoli per la sicurezza della villa e delle sue opere d’arte. Vale la pena ricordare che il centro storico di Vicenza e le ville palladiane fanno parte del patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO: l’organizzazione è già stata allertata in dicembre, e la risposta non si è fatta attendere. L’UNESCO ha infatti inviato una lettera al Comune chiedendo spiegazioni sul progetto, che deve rispettare vincoli e norme affinché Vicenza possa rimanere nella lista del patrimonio mondiale. E non è la prima volta che Vicenza fa discutere per atti contro il suo patrimonio: da mesi, per esempio, si discute sugli impattanti progetti edilizi di Borgo Berga che mescolano interessi poco chiari e che andranno a incidere in modo pesante sull’assetto urbanistico, paesaggistico e idrogeologico della città.
E, tornando alla TAV, se il tunnel non dovesse essere abbastanza, è previsto anche un progetto che riguarda le stazioni: quella attuale sarà dismessa (e pensare che i lavori di risistemazione sono finiti da poco!) e ne saranno costruite due nuove, una in area fiera (un’area decentrata e da riqualificare), e un’altra nella zona dello stadio Romeo Menti. Vicenza, insomma, non avrà più una stazione a pochi passi dal centro storico, cosa che la renderà diversa da tutte le principali città italiane: ne avrà una in zona industriale e un’altra che si trova a un chilometro e mezzo dalla Basilica, con problemi di accessibilità quando gioca la locale squadra di calcio, dato che i viali nei dintorni vengono chiusi.
Ora, non è nostra intenzione riassumere in modo esauriente tutta la vicenda, sia perché sono uscite decine di articoli su tutti i giornali, sia perché c’è chi l’ha fatto meglio di noi (per esempio, il quotidiano locale Vicenza Today, quello che è parso più attivo nel seguire gli avvenimenti, ha pubblicato a dicembre un articolo in cui spiega tutte le debolezze del progetto). Come dicevamo in apertura, ci piacerebbe solo comprendere perché la salvaguardia della cultura non dev’essere vista come una priorità. Salvaguardare la cultura non significa dire di no a prescindere a progetti che potrebbero migliorare la vita dei cittadini. Ma questo obiettivo, ovvero il miglioramento della qualità della vita, non può essere ottenuto se la cultura non è considerata prioritaria rispetto ad altri interventi.
Tuttavia, lo scempio che potrà interessare la cultura non è che uno degli aspetti su cui riflettere. La TAV di Vicenza pone difatti diversi interrogativi: a cominciare dal perché in Italia sia così difficile migliorare e potenziare le infrastrutture già esistenti, invece di crearne di nuove, a costi esorbitanti, e sulle quali non sono stati condotti studi sufficientemente approfonditi. Dato che si parla di TAV, ricordiamo giusto la stazione dell’alta velocità di Reggio Emilia, costruita nel bel mezzo della Pianura Padana, lontana dalla città, costata 79 milioni di euro e oggi largamente sottoutilizzata rispetto alle previsioni. Un altro interrogativo molto serio riguarda la trasparenza: ci sono troppi interessi dietro a queste opere, molti dei quali dagli aspetti poco chiari, come denuncia anche il Movimento 5 Stelle. Basti pensare alle polemiche che sono nate per il fatto che l’ingegnere che ha progettato il tratto vicentino della TAV ha anche concesso un contributo finanziario, seppur non ingente, all’attuale sindaco Achille Variati per la sua campagna elettorale. E ancora, molte delle zone attraversate dalla TAV sono soggette ad allagamenti: è il caso per esempio delle due stazioni nuove, che saranno costruite in aree interessate da criticità. E infine, un interrogativo non da poco: la partecipazione dei cittadini. Non si comprende perché queste decisioni continuano a essere prese senza una reale consultazione dell’opinione della cittadinanza. Abbiamo già avuto modo di dire che un’amministrazione che non tiene conto dei pareri dei propri cittadini, è un’amministrazione che non rispetta i propri amministrati, e non agisce per il bene dei cittadini.
Il sindaco Variati dice che il progetto non è calato dall’alto. Intanto però, come apprendiamo da un comunicato stampa della sezione vicentina di SEL, la maggioranza del Consiglio Comunale non ha concesso la consultazione pubblica prima della votazione sullo studio di fattibilità, che si è tenuta questo mercoledì e che ha visto prevalere la maggioranza, con approvazione dello studio. Che nel giro di sei mesi diventerà progetto definitivo. Le opposizioni tuttavia non si arrendono e, insieme a una larga parte della cittadinanza, chiedono di partecipare ai tavoli di discussione che si apriranno prima che il progetto sia approvato nella sua stesura finale: ci sono ancora mesi di tempo. Noi non possiamo far altro che sostenere chiunque si opponga alla distruzione del paesaggio palladiano e abbia a cuore il destino di Vicenza, città di cui noi siamo innamorati (ed è anche per questo che sentiamo molto questo tema), e dei suoi abitanti. I vicentini appaiono molto determinati e organizzano, giorno dopo giorno, manifestazioni e confronti. Ieri sera, per esempio, si è tenuta una fiaccolata per le vie della città per protestare contro la decisione del Consiglio Comunale di non consentire la consultazione pubblica prima dell’approvazione dello studio di fattibilità.
La fiaccolata di ieri sera a Vicenza. Foto: Presidio Permanente No Dal Molin |
Chi volesse approfondire la questione, può visitare il sito dell’Osservatorio urbano/territoriale di Vicenza, un tavolo di discussione promosso dall’associazione Civiltà Verde e dalle sezioni cittadine di Italia Nostra e Legambiente, in collaborazione con altri comitati locali. Sul sito è possibile leggere tutti gli aggiornamenti e trovare un’esauriente rassegna stampa che viene quotidianamente aggiornata. Infine, questo lunedì, alle 21:30, si terrà su Twitter il nostro consueto appuntamento con la tweetchat #artbtweets, e il tema sarà “arte a Vicenza”: ci sarà spazio anche per parlare di TAV, dato che gli argomenti sono strettamente correlati, dunque tutti coloro che sono interessati al tema sono i benvenuti!
Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo