Un’interessante notizia giunge da Vicenza: il Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio”, la fondazione che da più di cinquant’anni svolge ricerca a livello internazionale sulla storia dell’architettura (con particolare riferimento a quella del Rinascimento e del Palladio) ha da pochi giorni pubblicato, sul proprio sito web (www.palladiomuseum.org) il primo itinerario completo delle architetture di Vincenzo Scamozzi (Vicenza, 1548 - 1616), insigne artista, tra i più importanti architetti veneti di tutti i tempi, e originale continuatore del Palladio, sebbene personalità del tutto indipendente che interpretava la materia secondo uno stile diverso rispetto a quello del padovano.
Scamozzi è noto soprattutto per le scenografie del Teatro Olimpico di Vicenza, ma i suoi interventi furono, ovviamente, molto più estesi: alcuni dei più eleganti palazzi di Vicenza si devono al suo genio, e lo stesso vale per edifici che si trovano disseminati un po’ in tutto il Veneto, da Venezia (suo è uno dei monumenti forse più fotografati al mondo: le Procuratie Nuove di piazza San Marco) a Padova (dove lavorò al progetto della chiesa di San Gaetano), ma sconfinano anche in Lombardia (la scenografia del noto Teatro Ducale di Sabbioneta è un altro dei suoi capolavori).
Il catalogo offerto dal Centro Internazionale è uno strumento preciso e ricco. Per ognuno dei venticinque edifici censiti (l’elenco si può consultare in tre modalità: lista, griglia o mappa, in quest’ultimo caso è possibile navigare su una cartina di Google Maps con segnalati i luoghi, e al clic sul segnalino si aprirà la relativa pagina) è fornita una dettagliata scheda che comprende informazioni di base sull’opera (un riassunto della storia oltre a nozioni sullo stile in cui l’edificio è stato realizzato, con testi redatti da Guido Beltramini, direttore del Centro), l’indirizzo e le condizioni di accessibilità (ovvero se può essere visitato all’interno, e nel caso al visitatore vengono forniti tutti i link e le e-mail del caso, o se tocca contentarsi di vedere esclusivamente gli esterni) e una serie di fotografie d’autore che ritraggono il capolavoro. Presente anche un motore di ricerca per rendere più pratica la consultazione. Il tutto disponibile in italiano e in inglese.
Come dichiarato dal Centro Studi, “l’itinerario rende possibile godere uno degli elementi chiave della poetica di Scamozzi, vale a dire l’inserimento dell’edificio nel contesto e nel paesaggio. L’auspicio è l’aumento di interesse sul patrimonio scamozziano, generato da iniziative come questa, porti presto ad aumentare l’accessibilità agli edifici”. L’iniziativa, continua ancora il Centro, “vuole essere un omaggio al grande studioso Franco Barbieri (1922-2016), anima del Consiglio scientifico del Centro palladiano per oltre quarant’anni e fondatore del campo di studi sull’architettura di Vincenzo Scamozzi”. La guida alle architetture scamozziane è il risultato di sessant’anni di ricerche che Franco Barbieri ha dedicato alla figura dell’architetto e scenografo vicentino, e questo itinerario divulgativo intende presentare l’opera di Scamozzi a un pubblico più vasto rispetto a quello della cerchia dei cultori o degli studiosi. Possiamo dire che questo strumento ha tutte le premesse per diffondere la conoscenza della figura di Vincenzo Scamozzi: la navigazione è facilissima e chiara, la grafica del sito che ospita il catalogo è pulita ed elegante e si adatta ai dispositivi mobili (ha quindi tutte le caratteristiche che un buon sito web moderno dovrebbe avere), le informazioni sono puntuali e spingono all’approfondimento e le fotografie... invogliano alla visita! Vi lasciamo dunque con l’indirizzo per poter consultare il catalogo delle opere scamozziane, che è http://www.palladiomuseum.org/scamozzi/, e con un doppio suggerimento: recarvi sul sito e poi andare a vedere questi capolavori di persona!
La scenografia di Vincenzo Scamozzi nel Teatro Olimpico di Vicenza |
Villa Pisani, detta La Rocca (foto di Vaclav Sedy) |
Le Procuratie Nuove a Venezia (foto di Vaclav Sedy) |
Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
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