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Redazione
, scritto il 04/06/2018
Categorie: News Focus / Argomenti: Michelangelo - Raffaello - Rinascimento - Cinquecento - Toscana - Uffizi - Firenze - Arte antica
Inaugurata agli Uffizi la nuova sala 41, che ospita le opere di Michelangelo, Raffaello e fra' Bartolomeo. Le dichiarazioni del direttore e del curatore del progetto, e le foto esclusive in anteprima.
È stata presentata oggi alla Galleria degli Uffizi di Firenze la nuova sala dedicata a Michelangelo e Raffaello. Nella sala, la 41 del corridoio di Ponente, sono stati sistemati alcuni dei capolavori più importanti del museo e del Rinascimento: al centro il Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475 - Roma, 1564), e ai lati le opere di Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 - Roma, 1520): i ritratti di Guidobaldo da Montefeltro e di Elisabetta Gonzaga, il discusso San Giovannino (forse opera di bottega), la Madonna del Cardellino e i ritratti dei coniugi Doni, Agnolo e Maddalena Strozzi, che sono stati spostati agli Uffizi da Palazzo Pitti per essere esposti a fianco del tondo Doni, commissionato a Michelangelo da Agnolo Doni, probabilmente proprio in occasione del suo matrimonio con Maddalena Strozzi. La sala è completata dal cosiddetto Alessandro morente, scultura di età ellenistica che esplicita il rapporto di Michelangelo con la statuaria classica, e dalle opere di fra’ Bartolomeo (Firenze, 1473 - 1517), grande artista del Rinascimento maturo che guardò tanto a Michelangelo quanto a Raffaello: nella sala troviamo il Tabernacolo del Pugliese, la Porzia e la Visione di san Bernardo.
L’architetto Antonio Godoli, curatore del progetto, per accogliere le opere ha scelto dei grigi tenui (l’obiettivo dichiarato dalla direzione del museo è quello di far “vivere” le pareti e valorizzare i colori delle opere), e ha inserito il tondo Doni e la Madonna del Cardellino in due grandi strutture aggettanti. Queste due opere, ha evidenziato l’architetto Godoli, “sono allestite all’interno di teche vetrate che consentono di osservarle a distanza ravvicinata. La condizione climatica all’interno delle teche, controllata da strumenti sempre connessi con lo staff, garantisce le migliori condizioni di conservazione, e le strutture metalliche degli espositori hanno requisiti antisismici: questo sistema di esposizione progettato dagli Uffizi e già adottato per Botticelli, Leonardo e Caravaggio, ha trovato poi realizzazione in altri casi della contemporanea museografia”. L’intento è quello di avvicinare, nello stesso ambiente, opere prodotte in uno dei periodi più vitali del Rinascimento maturo a Firenze, quello dei primi anni del Cinquecento, che vide, tra il 1504 e il 1508, la contemporanea presenza in città dei tre grandi artisti che da oggi si spartiscono la sala attraverso undici capolavori di pari importanza. La sistemazione della sala è stata offerta dalle associazioni Amici degli Uffizi e Friends of the Uffizi Galleries, entrambe interamente dedicate al supporto delle attività della Galleria degli Uffizi.
“La nuova installazione”, ha sottolineato il direttore degli Uffizi, Eike D. Schmidt, “sostituisce all’esibizione paratattica di capolavori isolati e feticizzati il principio del dialogo tra le opere, gli artisti e i loro committenti, e invita gli spettatori a scoprire e ripercorrere gli scambi artistici tra i grandi del passato. Per questo motivo entra in scena una terza personalità che grazie al confronto con Raffaello riguadagna la propria voce da solista: fra’ Bartolomeo, domenicano di San Marco e strettissimo amico del Sanzio, col quale dall’arrivo di quest’ultimo in città nel 1504 si instaura uno scambio intenso e ricco di conseguenze, che il visitatore infatti ora potrà ripercorre attraverso i quadri esposti”. In merito all’accostamento dell’Alessandro morente al tondo Doni, Schmidt, in conferenza stampa, ha dichiarato: “il tema nella vecchia installazione della sala di Michelangelo che mi piaceva di più era quello del rapporto tra il tondo Doni e la scultura antica. Abbiamo ripreso questo tema e lo abbiamo articolato in maniera diversa rispetto all’allestimento precedente: infatti abbiamo messo accanto al tondo Doni la testa di un tritone, interpretata durante il Rinascimento e il Barocco come un Alessandro morente. La possibile ricezione di questa testa antica, da parte di Michelangelo, è stata una scoperta di Antonio Natali, che però non l’aveva realizzata nel percorso del museo. Quindi, da questo punto di vista, noi siamo stati più... natalizi di Natali in questo nuovo allestimento”.
A proposito dello spostamento dei ritratti di Agnolo e Maddalena Doni da Palazzo Pitti, Schmidt ha invece sottolineato, sempre in conferenza stampa, che si tratta di un’operazione volta a sottolineare i rapporti tra artisti e committenti nella Firenze del Cinquecento. “La nuova sala”, ha dichiarato il direttore, “dà valore anche ai committenti nella Repubblica fiorentina di Pier Soderini, che si facevano concorrenza tra chi era in grado di strappare più capolavori da questi grandi geni che erano riuniti a Firenze. I Doni sono ora ricontestualizzati e riuniti al loro tondo, per la prima volta dopo quattrocento anni”. Il trasferimento da Palazzo Pitti sarà però risarcito con l’arrivo di un gruppo di importanti capolavori di Raffaello: “questo nuovo allestimento viene continuato a Palazzo Pitti: non vogliamo dare seguito alla politica degli ultimi duecento anni, consistita nel togliere da Pitti senza ricambiare: al contrario, abbiamo mandato altre opere di grande importanza a Palazzo Pitti per poi valorizzare anche questo museo, che tra l’altro viene già valorizzato dalla nostra strategia. Ieri, per la prima volta, abbiamo avuto più visitatori per la domenica gratuita a Palazzo Pitti che agli Uffizi: è segno che questa strategia sta funzionando. Abbiamo mandato alcuni capolavori a Palazzo Pitti, che è sempre stato il luogo con più opere di Raffaello al mondo (undici, per la precisione): da domani saranno dodici e dal prossimo anno tredici”. La Galleria Palatina quest’anno sarà infatti arricchita di tre opere in arrivo dagli Uffizi: il Ritratto di giovane con la mela (forse Francesco Maria della Rovere), che documenterà la ritrattistica dell’ultimo periodo urbinate dell’artista rafforzando lo spazio a lui dedicato nella Sala del Saturno, il ritratto di Giulio II, e il ritratto di Leone X (si tratta, in questo caso, di un ritorno: l’opera infatti si trovava a Palazzo Pitti fino agli anni Cinquanta del Novecento, epoca in cui lasciò la Galleria Palatina per trasferirsi agli Uffizi). Le opere di Raffaello saranno tutte destinate alla Sala di Saturno, che diventerà una sorta di “mostra permanente” su Raffaello.
Alla presentazione del nuovo allestimento sono intervenuti anche gli Amici degli Uffizi, rappresentati dal vicepresidente Emanuele Guerra, che ha ricordato i risultati e confermato l’impegno dell’associazione: “Venticinque anni fa nasceva l’Associazione Amici degli Uffizi, a cui sarebbe seguita, nel giro di pochi anni, l’Associazione gemella negli Stati Uniti: è un anniversario significativo, che riporta alla memoria la ferita inferta agli Uffizi, alla Citta’ e all’intera societa’ civile, ma che, con l’apertura della sala dedicata a Raffaello e Michelangelo, rappresenta l’auspicio e il segno di una vera e propria ’renovatio humanitatis’. Tra le prime opere restaurate col sostegno degli Amici degli Uffizi è stata L’adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti: l’ultimo restauro sostenuto è quello de L’adorazione dei Magi di Leonardo: ancora oggi, l’associazione conferma il suo supporto alle Gallerie e guarda ai futuri impegni, senza soluzione di continuità, grazie alla partecipazione di tutti coloro che la sostengono e che, anche da oltre Oceano, intendono essere protagonisti di questa esperienza. A tutti loro deve andare la nostra gratitudine e a tutti coloro che, stampa compresa, ne sapranno farsi portavoci”.
Infine, a introdurre la stampa al nuovo allestimento, è stato Antonio Paolucci, che ha tenuto una breve lectio magistralis. "Il compito primario di un museo di arte antica è quello di essere didattico, di rendere comprensibile, con quanta più efficacia possibile, attraverso un’opportuna selezione di opere, la storia delle arti figurative. La nuova redazione della sala di Michelangelo, voluta da Eike D. Schmidt e realizzata da Antonio Godoli, assolve al compito in maniera esemplare. Lì, vi troverete al centro della rosa dei venti, al centro dello svolgimento delle arti figurative in Italia e in Europa nei secoli successivi. Lì c’è Michelangelo che, come disse Giorgio Vasari, è come una lucerna, come una lampada, destinata a illuminare gli artisti che verranno. E poi vedrete Raffaello, il Raffaello dei ritratti Doni, il Raffaello della Madonna del Cardellino, il Raffaello dei ritratti urbinati. L’eredità di Raffaello passerà poi a Guido Reni, a Poussin, a David, ad Ingres, a Canova, fino ad arrivare al Picasso del suo periodo classico. In questa sala, potrete toccare con gli occhi le opere di Michelangelo e Raffaello, incastonate nelle pareti. Non posso che esprimere la mia gratitudine per chi ha realizzato tutto questo".
Il nuovo allestimento della sala 41 degli Uffizi fa già molto discutere, ma si tratta di una conseguenza che la direzione delle Gallerie aveva già ampiamente preventivato: “ognuno può giudicare se l’allestimento della sala funziona o non funziona. L’obiettivo è quello di stimolare i visitatori a guardare, confrontare, paragonare e trarre le proprie conclusioni, così come anche gli artisti all’epoca del Cinquecento guardavano, cercavano di imparare, e di superare gli altri artisti”. Decisivo è stato proprio il ruolo di Antonio Paolucci: “all’inizio non ero sicuro”, ha concluso Eike D. Schmidt, “di portare agli Uffizi i ritratti dei coniugi Doni. Allora ho sentito il professor Paolucci, che mi ha detto... ’andate’. E noi siamo andati”.
Di seguito, un elenco di immagini esclusive dei nuovi allestimenti e di tutte le opere incluse nella sala 41 risistemata.
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Uffizi, nuovo allestimento della Sala 41 con le opere di Michelangelo, Raffaello e fra’ Bartolomeo. Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Michelangelo, Tondo Doni (1505-1506; tempera grassa su tavola, diametro 120 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Raffaello, Ritratti dei coniugi Doni, a sinistra Agnolo (1506 circa; olio su tavola, 65 x 45 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi), a destra Maddalena Strozzi (1506 circa; olio su tavola, 63 x 45 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Raffaello, Ritratto di Elisabetta Gonzaga (1504-1505 circa; olio su tavola, 52,5 x 37,3 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Raffaello, Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro (1506; olio su tavola, 70,5 x 49,9 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Raffaello, Madonna del Cardellino (1506; olio su tavola, 107 x 77 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Raffaello e bottega, San Giovannino (1518-1519; olio su tela, 163 x 147 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Fra’ Bartolomeo, Visione di san Bernardo (1504-1507; olio su tavola, 215 x 231 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Fra’ Bartolomeo, Porzia (1490-1495; olio su tavola, 108 x 52; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Fra’ Bartolomeo, Tabernacolo del Pugliese (1500 circa; tempera su tavola, 31 x 30 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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Alessandro morente (primo secolo a.C.; marmo; Firenze, Galleria degli Uffizi). Ph. Credit Finestre sull’Arte
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