La buca del liutaio magico di Calbano, in Romagna


A Calbano, in Romagna, si trova la bottega di un liutaio, Elvis Moro, che realizza chitarre usando tecniche tradizionali e materiali pregiati. Ogni strumento richiede sei mesi di lavorazione. Il racconto del suo lavoro.

A Calbano, in Romagna, c’è un liutaio che raccoglie la resina dagli alberi. La va a prendere personalmente in Trentino per costruire alla maniera antica i suoi strumenti più pregiati, le chitarre italiane e le viole. Lui, Elvis Moro, non usa soltanto la resina ma utilizza anche colle di animali e una per volta incastona le corde più delicate per mettere assieme pezzo per pezzo i suoi strumenti, mentre immerso in un silenzio irreale, necessario al suo mestiere, coltiva la dote inconsueta della lentezza.

Sua unica compagnia è un gatto che a volte sbuca per spiare i rari passanti dal balconcino sopra l’ingresso della sua casa-bottega situata in una stretta viuzza del piccolo borgo medievale di Calbano. È in casi come questi che possiamo parlare di mestieri che sopravvivono, che resistono alle mode, nonostante la velocità dei tempi moderni, tanto che persino in una terra come la Romagna che, per errore, conosciamo soltanto per la sua rumorosa e vivace riviera, esiste chi ha il coraggio di passare la vita ad aggregare la bellezza con la musica. In casi come questi, quasi per magia, frammenti sparsi di un universo cosmico si sono ricomposti per tuffarsi dentro la bottega di un liutaio che, per costruire i suoi strumenti, farfuglia strane formule matematiche e bizzarri codici quantistici. Tutto si tiene nella segretezza dell’armonia universale.

Quanto alle chitarre che compone, sono costruite su misura: “il liutaio magico” prende letteralmente le misure delle mani dei musicisti che gli commissionano la chitarra, gli stessi che poi la faranno vibrare in un concerto nell’incantesimo delle sue corde di seta. Il tempo che impiega per realizzare una chitarra è di circa sei mesi, dacché occorre possedere la capacità dell’attesa per poterla vedere e poi suonare e farla palpitare. Quella stessa attesa però viene presto ricompensata, perché la musica che esce da quelle corde non ha eguali.

Calbano. Foto: Marino Alessandrini
Calbano. Foto: Marino Alessandrini
Calbano. Foto: Marino Alessandrini
Calbano. Foto: Marino Alessandrini
Calbano
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Calbano. Giampaolo Bernabini
Calbano. Giampaolo Bernabini

Nella bottega di Calbano, ho ascoltato Elvis Moro fare un giro di Do ed eseguire un brano reinterpretato da De André: è sembrato provenire da un coro di angeli venuto giù per toccare, anche se per pochi istanti, psychè, la nostra anima. Nella stessa circostanza, per saperne di più, ne ho parlato proprio con lui. Per la curiosità di conoscere come sia nata questa passione che non ha ereditato dalla famiglia, da quanto tempo la coltiva, come è riuscito a farne un modo di vivere, cos’ha comportato questa scelta, e soprattutto come costruisce, giorno dopo giorno, gli strumenti, chi sono i musicisti che acquistano le sue chitarre e le viole.

“La musica, un po’ per gioco, un po’ per caso, ha sempre fatto parte della mia vita”, dice Elvis Moro. “Devo ammettere che la predisposizione ad occuparmi di liuteria non è stata altro che una conseguenza, il prodigioso effetto che il potere della musica ha innescato dentro di me. Va detto intanto che nella realtà tantissimi liutai, ed io per primo, contrariamente a ciò che si crede, non hanno ricevuto questa passione in eredità, è qualcosa che di solito nasce spontaneamente, qualcosa che non si spiega solamente con l’interesse per il legno. Per accendere una scintilla di queste proporzioni, per farne una ragione di vita, non basta una semplice attrazione. Ciò che invece suscita, e che anche in me ha prodotto un tale trasposto, è stato l’amore spassionato per la musica, qualunque essa sia, da quella classica, alle romanze o danze antiche o per brani come Geordie che Fabrizio De André ha reinterpretato meravigliosamente e che io ho timidamente suonato il giorno in cui la vostra redazione ha fatto visita alla mia bottega. Perciò è sempre l’amore che mi ha spinto a scegliere un percorso di ricerca lontano dalla liuteria contemporanea, a favore quindi di criteri costruttivi musicali più distanti nel tempo, della seconda metà del Settecento, in particolare. Questa scelta ne ha comportato altre, lo studio sistematico, per esempio, di pratiche e discipline differenti rispetto agli standard di oggi. È ciò che ho tentato di documentare con il libro che ho scritto e che sarà presto pubblicato, Codice Universale, la Liuteria Ermetica tra XVI e XIX secolo”.

Elvis Moro. Foto: Anna De Fazio Siciliano
Elvis Moro. Foto: Anna De Fazio Siciliano
La bottega di Elvis Moro a Calbano. Foto: Anna De Fazio Siciliano
La bottega di Elvis Moro a Calbano. Foto: Anna De Fazio Siciliano
La bottega di Elvis Moro a Calbano. Foto: Anna De Fazio Siciliano
La bottega di Elvis Moro a Calbano. Foto: Anna De Fazio Siciliano

Non è sufficiente conoscere l’elemento ligneo, dice il liutaio di Calbano. Occorre invece apprendere e padroneggiare il più possibile materie come l’alchimia, la metafisica, la geometria sacra, la numerologia e le diverse discipline matematiche, argomenti che nella sua bottega Elvis Moro nutre quotidianamente da più di vent’anni. Inutile dire quanto oggi tutto questo sapere non sia assolutamente contemplato e quanto impopolare sia dedicarsi a un mestiere come il liutaio di strumenti antichi. Oltretutto, le chitarre che Elvis Moro costruisce, tarate per tensioni leggere ed armate quindi di corde di budello, tutte rigorosamente di scuola italiana, fanno parte di altre epoche, pensate per il repertorio colto di altri tempi, vengono realizzate, racconta, “mediante procedimenti ‘sorpassati’, con tempi di costruzione dilatati che inevitabilmente incidono sul costo finale dello strumento, e ciò significa che gli unici che possono acquistarla sono i concertisti o i collezionisti. Per fare alcuni esempi, la sola procedura della preparazione delle colle, come riportato nei testi antichi sin dal XIV secolo, esige più giorni di ‘tenue cottura’. Stessa cosa può dirsi per la cottura delle vernici, che si possono dichiarare pronte soltanto dopo settimane di organizzazione e mesi di stagionatura. Tutto questo conduce ad una vera e propria celebrazione delle pratiche antiche che poi, in definitiva, sono le stesse che hanno reso i nostri liutai italiani magisteri indiscussi in tutto il mondo di quest’arte millenaria”.

Quella del liutaio di Calbano è una storia di bellezza, competenza, conoscenza e passione che talvolta, per pura combinazione, finisce per incontrare il favore di appassionati ed esperti, sempre in nome della benevolenza delle Muse.


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