La caduta di stile di Esselunga sul supermercato a Palazzo Te: buoni-sconto regalati ai mantovani


Esselunga vuole costruire un supermercato vicino a Palazzo Te. E in attesa di farlo, invia buoni-sconto ai mantovani.

Del progetto di Esselunga a Mantova si è parlato molto. L’intenzione è quella di costruire nell’area di Porta Cerese, a ridosso di Palazzo Te, un supermercato della catena che andrà a sostituire il vecchio e fatiscente palazzetto dello sport1. Ricapitolando quanto è stato detto negli ultimi mesi, quali sono le ragioni del no al progetto? La prima è di natura squisitamente economica. In genere, iniziative come questa partono tutte con la scusa della “creazione di posti di lavoro”, ma nessuno solitamente pensa a quelli che in realtà andranno persi, dato che è risaputo che la grande distribuzione organizzata danneggia i piccoli negozi e le piccole botteghe di quartiere. È di questo avviso Stefano Gola, presidente della sezione mantovana di Confcommercio2. Inoltre, faceva sapere Sergio Cordibella, il presidente della sezione di Italia Nostra di Mantova, si tratterebbe di una realizzazione inutile dal momento che Mantova ha una media di 546 metri quadrati di insediamenti commerciali per mille abitanti, contro la media di 274 della Lombardia e di 228 dell’Italia3.

La seconda ragione riguarda più da vicino il patrimonio storico-artistico. Il progetto di Esselunga prevede non solo la realizzazione di un punto vendita di 2.500 metri quadrati solo di superficie di vendita (ma di oltre 4.000 di ingombro)4, ma anche la modifica della viabilità della zona di Porta Cerese onde evitare disagi ai cittadini, considerando un maggior afflusso di traffico dovuto alle persone dirette al supermercato. In una zona già soggetta a un traffico non certo dei più simpatici, tutto ciò comporterebbe ulteriori problemi legati alla conservazione di Palazzo Te per via dell’aumento dello smog e dell’inquinamento. Senza calcolare, ovviamente, i disagi per i residenti del quartiere. E il fatto che Palazzo Te si troverebbe al centro di nuove rotatorie, nuovi sottopassaggi ferroviari e quant’altro: non male, per un palazzo nato come residenza di piacere.

La terza ragione, che riguarda ancora il patrimonio storico-artistico, coinvolge il riconoscimento di Mantova come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. In base a tale riconoscimento, la zona su cui dovrebbe sorgere il supermercato, è compresa nella cosiddetta "Buffer Zone“ (che in italiano potremmo tradurre come ”area di rispetto")5, che secondo l’UNESCO “serve per garantire un ulteriore livello di protezione ai siti del patrimono mondiale dell’umanità”, e questo perché "molti siti appartenenti al patrimonio mondiale dell’umanità affrontano problemi che derivano, direttamente o indirettamente, dalla situazione delle loro buffer zone. Nuove costruzioni all’interno di una buffer zone potrebbero avere un impatto sul sito e potrebbero minacciare il suo Outstanding Universal Value (Eccezionale Valore Universale)"6: con quest’ultimo termine, semplificato in OUV, si intende, banalizzando, il valore culturale, storico, paesaggistico, che il sito possiede e che lo rende meritevole di essere incluso nella lista dei siti protetti. Come ha spiegato Sandro Mortari in un articolo sulla Gazzetta di Mantova intitolato Incognita Unesco sul piano Porta Cerese7, la costruzione nella buffer zone di un edificio così impattante, potrebbe portare l’Unesco a considerare di togliere Mantova dal Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Andrebbe così ad allungarsi la triste lista dei siti italiani a rischio. E questo per non dilungarci sui vincoli di tutela a cui l’area è sottoposta da parte della Soprintendenza.

I soliti che accusano di immobilismo coloro che invece voglio proteggere il nostro patrimonio storico e culturale, questa volta possono tacere, perché Italia Nostra ha avanzato due proposte alternative per il recupero dell’area del palazzetto: la realizzazione di un parco che andrebbe così ad aggiungere spazi verdi a un’area che già si distingue per la cospicua presenza di verde (e si tratterebbe della soluzione più bella e maggiormente auspicabile), oppure il recupero del palasport per farlo tornare a ricoprire le sue funzioni originarie8. O ancora, di recente un gruppo di giovani architetti ha proposto di recuperare il palasport per trasformarlo in un mercato coperto per la promozione di prodotti a chilometro zero9. Insomma, si cerca di scongiurare la costruzione di un edificio dal forte impatto paesaggistico (di seguito un’immagine di come dovrà essere il supermercato) e che modificherà in modo radicale la viabilità della zona portando più traffico e più inquinamento.

Il progetto dell'Esselunga di Porta Cerese a Mantova

Tuttavia il patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, non ha alcuna intenzione di desistere: poco prima di Natale, l’azienda ha inviato a poco meno di 25.000 famiglie mantovane una lettera in cui prova a spiegare le ragioni a favore della costruzione del punto vendita di Porta Cerese, con motivazioni peraltro parecchio discutibili (leggiamo frasi come “Il traffico a Palazzo Te? Vogliamo scherzare! L’eventuale supermarket si affaccia su Porta Cerese e da lì eventualmente si accede” o “un edificio moderno ma discreto, realizzato con gli stessi materiali e colori di Palazzo Te”)10. Ma non solo: a questa lettera è stato allegato un buono sconto da 30 euro da spendere nel punto vendita di Desenzano del Garda. Un’iniziativa che si configura come una pessima caduta di stile da parte di Esselunga, che con questo buono parrebbe non solo offendere la dignità dei cittadini mantovani, ma pure la loro intelligenza (ci piacerebbe conoscere chi è disposto a fare 100 km di viaggio, da Mantova a Desenzano, 50 all’andata e 50 al ritorno, solo per fare una spesa da 30 euro). Le associazioni di cittadini, che hanno già ribattezzato “30 denari” i 30 euro del buono, hanno lanciato iniziative volte alla raccolta delle lettere dei buoni dei mantovani che protestano contro Esselunga11. Di seguito una foto di lettere e buoni postata sulla pagina Facebook del gruppo di iniziativa sociale eQual di Mantova, tra i più attivi nella protesta contro Esselunga, con manifestazioni, incontri, iniziative:

Le card da 30 euro inviate da Esselunga ai mantovani

Parlavamo proprio ieri sul nostro sito di come un’altra catena di supermercati (anche se con target totalmente diverso), Eataly, offra un esempio di cultura imprenditoriale non certo da imitare, con la sua banalizzazione del Rinascimento e con i dipendenti pagati 8 euro lordi all’ora, una paga ritenuta giusta dal presidente della catena. Da Firenze ci spostiamo oggi a Mantova per notare quanto bisogno ci sia di una maggiore etica imprenditoriale: non solo perché un noto marchio della grande distribuzione organizzata proponga un progetto impattante in un’area sottoposta ai vincoli di rispetto dell’Unesco e della Soprintendenza, ma anche (e soprattutto) per la scarsa considerazione dei cittadini che a tale progetto si oppongono.


Note

1. Cfr. Emanuele Salvato, Mantova, supermercato vicino a Palazzo Te. A rischio riconoscimento Unesco, da Il Fatto Quotidiano, 23 febbraio 2013.

2. Cfr. Progetto Esselunga. I commercianti bacchettano, da La Gazzetta di Mantova, 20 aprile 2013.

3. Cfr. articolo citato in nota 1.

4. Cfr. Esselunga regala buoni spesa da 30 euro. Ecco cosa c’è dietro, da Investireoggi.it, 19 dicembre 2013.

5. Da questo link, sul sito del ministero dei beni culturali dedicato ai nostri siti Unesco, selezionando Mantova nel menù a tendina, è possibile osservare la cartina con il sito e l’area di rispetto.

6. International Expert meeting on World Heritage and buffer zones, dal sito ufficiale dell’Unesco. La traduzione dall’inglese è nostra.

7. Sandro Mortari, Incognita Unesco sul piano Porta Cerese, da La Gazzetta di Mantova, 24 novembre 2012.

8. «Scambio di aree per Esselunga», da La Gazzetta di Mantova, 20 novembre 2013.

9. I giovani architetti ridisegnano Mantova. E bocciano Esselunga, da La Gazzetta di Mantova, 22 settembre 2013.

10. Emanuele Salvato, Esselunga criticata per apertura a Mantova. Risponde regalando buoni spesa da 30 euro, da Il Fatto Quotidiano, 18 dicembre 2013.

11. Scoppia la battaglia delle carte Esselunga, da La Gazzetta di Mantova, 21 dicembre 2013.


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Federico Giannini

L'autore di questo articolo: Federico Giannini

Nato a Massa nel 1986, si è laureato nel 2010 in Informatica Umanistica all’Università di Pisa. Nel 2009 ha iniziato a lavorare nel settore della comunicazione su web, con particolare riferimento alla comunicazione per i beni culturali. È giornalista iscritto all’Ordine dal 2017, specializzato in arte e storia dell’arte. Nel 2017 ha fondato con Ilaria Baratta la rivista Finestre sull’Arte, iscritta al registro della stampa del Tribunale di Massa dal giugno 2017. Dalla fondazione è direttore responsabile della rivista. Collabora e ha collaborato con diverse riviste, tra cui Art e Dossier e Left, e per la televisione è stato autore del documentario Le mani dell’arte (Rai 5) ed è stato tra i presentatori del programma Dorian – L’arte non invecchia (Rai 5). Ha esperienza come docente per la formazione professionale continua dell’Ordine e ha partecipato come relatore e moderatore su temi di arte e cultura a numerosi convegni (tra gli altri: Lu.Bec. Lucca Beni Culturali, Ro.Me Exhibition, Con-Vivere Festival, TTG Travel Experience).






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