L’edizione 2018 di miart si rivela particolarmente ricca, con un’offerta all’insegna di qualità e apprezzamento da parte di pubblico e critica. Ma se dovessimo individuare i motivi per visitare questa ventitreesima edizione della grande mostra mercato internazionale d’arte moderna e contemporanea, quali potrebbero essere? Noi ve ne diamo ben cinque. Eccoli di seguito.
1. L’anteprima della mostra su Palma Bucarelli
Alla galleria Progettoarte-elm di Milano si terrà, dall’11 maggio al 29 giugno la mostra The Golden Nightingale. Ricostruzione di una mostra, che ricostruisce il progetto del 1973 di Palma Bucarelli, indimenticata direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, per il premio “The Golden Nightingale”: la rassegna, curata da Angela Madesani, espone opere di cinque protagonisti della pittura analitica, ovvero Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Marco Gastini, Carmengloria Morales e Gianfranco Zappettini. Allo stand di Progettoarte-Elm (padiglione 3, stand D58) sarà possibile vedere un’anteprima della mostra. Si tratta, specifica l’organizzazione, della ricostruzione di un “episodio dimenticato la cui documentazione, custodita negli archivi della GNAM di Roma, è stata accuratamente studiata e vagliata dalla galleria Progettoarte – Elm e dalla curatrice Angela Madesani: gli inviti formali che la Bucarelli inviò agli artisti, il carteggio fra le istituzioni cipriote e italiane, i documenti di spedizione delle opere, hanno aiutato a ricostruire la vicenda e a restituirne tutta la vivace atmosfera nella sede espositiva di Milano”.
Enzo Cacciola, 9-11-73 (1973; pittura industriale su tela, 105 x 148 cm) |
2. Il debutto di Gagosian e il dialogo con Mazzoleni
La Gagosian Gallery di New York, una delle più celebri e importanti del mondo (sono passati tra le sue sale artisti come Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Willem de Kooning, Jean-Michel Basquiat, Cy Twombly, Richard Serra, Barnett Newman e molti altri), espone per la prima volta al miart, con uno stand interamente dedicato a Sterling Ruby (Bitburg, 1972), artista statunitense che, come specificato sul sito della galleria americana, “si distingue per la sua versatilità nelle strategie estetiche e lavora su una varietà di materiali mantenendo una tensione costante tra una moltitudine di elementi. Il suo lavoro si confronta con tematiche legate alla violenza e alle pressioni esercitate dalla società, con argomenti autobiografici, e con la storia dell’arte”. Le opere di Sterling Ruby sono messe a confronto con quelle di Alberto Burri (Città di Castello, 1915 - Nizza, 1995) esposte invece dallo stand di Mazzoleni, nell’ambito della sezione Generations che mette a confronto opere di artisti di diverse generazioni. Quello tra Ruby e Burri, in particolare, è un sorprendente dialogo attorno ai materiali e al loro significato.
Sterling Ruby, Cloven Hiker (2017; ceramica, 165,7 × 27,9 × 26,7 cm) |
3. L’omaggio a Mauro Staccioli Scomparso a Capodanno, Mauro Staccioli (Volterra, 1937 - Milano, 2018) è stato uno dei più interessanti scultori della seconda metà del Novecento, riconosciuto per le sue “sculture-intervento”, opere di dimensioni monumentali che si pongono in relazione con l’ambiente naturale che le accoglie. Al miart, la Galleria Il Ponte di Firenze omaggia il grande artista con unprogetto intitolato Lo spazio segnato, che il pubblico trova al padiglione 3, stand D48. Realizzato in collaborazione con l’Associazione Archivio Mauro Staccioli, si tratta di una mostra monografica che espone cinque opere, dal 1969 al 2009, e una selezione di materiali che ne hanno accompagnato il percorso ideativo. “Mauro Staccioli”, ha scritto Maria Laura Gelmini nel 2008, “lavora seguendo un procedimento peculiare che risponde all’esigenza fondante del suo pensiero: leggere il luogo alla luce della storia e lasciare un segno indicativo sulla scorta di questa lettura. Una scelta consapevole si va definendo nell’artista alla fine degli anni ’60: politicamente impegnato, sente l’arte come una risposta doverosa all’esserci, un lavoro partecipe del dibattito. La sua sensibilità all’ambiente storico-sociale emerge a Volterra nel 1972: il luogo, lo spazio urbano, l’edificio, la natura, hanno una propria storia, un proprio respiro, recano le impronte di vicende antiche o di situazioni socio-ambientali”.
Mauro Staccioli, Senza titolo (2001) |
4. Le opere site-specific L’edizione 2018 di miart si distingue anche per l’alta presenza di opere site-specific esposte negli stand delle gallerie presenti. Si tratta di opere esposte nella sezione On demand curata da Oda Albera. In particolare si distinguono le opere di Admire Kamudzengerere (Harare, 1983) esposte allo stand della Tyburn Gallery di Londra (una serie di pannelli che ricordano l’arte dello Zimbabwe, terra natale dell’artista), il lavoro di Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) per la galleria Raffaella Cortese che riflette sul concetto di distanza, e ancora le opere di Johannes Wald (Sindelfingen, 1980) portate a miart dalla galleria Rita Urso - artopiagallery, che intendono “invertire” lo stesso processo della scultura, capovolgere il ruolo della trasformazione, modellando marmo e bronzo secondo metodi direttamente contrari a quelli della tradizione.
Lo stand di Tyburn Gallery |
5. Il design
Miart è l’unica mostra mercato in Italia che ha una sezione riservata al design: dunque, per chi ama il design si tratta di un appuntamento irrinunciabile. Nella sezione Object il pubblico può trovare quattordici gallerie dedite alla promozione del design sperimentale e in edizione limitata, e sarà possibile reperire anche pezzi storici da collezione. Il design nordico di Nanna Ditzel, Leonor Antunes, Tove e Edvard Kindt-Larsen, Finn Juhl e Nico Ihlein (da Galleri Feldt), classici italiani come Ettore Sottsass, Marco Guazzini ed Ernesto Basile (allo stand di Luisa Delle Piane, che raduna questi oggetti in un’apposita installazione), e ancora le icone di Gio Ponti, Carlo Mollino e Franco Albini (da Rossella Colombari), alcuni rari paraventi di Fornasetti (da Luciano Colantonio): ci sono oggetti in grado di soddisfare i collezionisti più attenti.
Il design nordico di Galleri Feldt |