Qualche giorno fa vi avevamo parlato della biblioteca del Warburg Institute di Londra, che rischia di essere dispersa a causa di un contenzioso con l’Università di Londra. Oggi torniamo sull’argomento biblioteche perché ce n’è un’altra, molto più vicina a noi, che rischia la chiusura: è la biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.
L’Accademia dei Concordi è un’istituzione importantissima, e antica: fu fondata nel 1580 da un nobile veneto, Gaspare Campo, che volle creare nel suo palazzo un circolo di intellettuali, artisti e letterati. Da allora la storia dell’Accademia (che prende il nome dalla concordia che avrebbe dovuto contraddistinguere l’operato e le visioni dei suoi soci) è andata avanti ininterrottamente fino ai giorni nostri. E nel corso dei secoli, l’Accademia si è dotata di una imponente biblioteca che oggi è costituita da più di 250.000 volumi, tra cui anche preziosi manoscritti e codici miniati, come la Bibbia Istoriata Padovana, che risale al Trecento. Il rischio ora è che questo immenso patrimonio, che appartiene a tutti ed è liberamente consultabile (anche perché la biblioteca dell’Accademia ha la funzione di biblioteca civica), non riesca a trovare i fondi che possano continuare a garantirne la fruizione.
L’Accademia dei Concordi di Rovigo Foto tratta da Accademia dei Concordi - La cultura non può morire |
In un articolo uscito il 26 giugno su Rovigo Oggi, Enrico Zerbinati, presidente dell’Accademia, spiega che in base all’accordo che nel 1836 ha sancito il rapporto di collaborazione tra Accademia e Comune di Rovigo, quest’ultimo deve farsi carico di metà delle spese “che l’Accademia affronta per assicurare il servizio di pubblica biblioteca, patrimonio di conoscenza annualmente condiviso da circa 50.000 utenti”. Pare che tuttavia, dei 300.000 euro che il Comune dovrebbe garantire, per il 2013 ne sia stata corrisposta circa la metà, mentre per il 2014 il Comune non avrebbe ancora corrisposto alcunché. Le conseguenze? Per far fronte ai debiti accumulati, la biblioteca potrebbe chiudere i battenti.
Come apprendiamo da un altro articolo su Rovigo Oggi, uscito il 28 giugno, il comune vorrebbe ridiscutere i termini dell’accordo con l’Accademia. Ma nel frattempo, il consiglio direttivo dell’Accademia ha già deliberato la chiusura della biblioteca a partire dal 7 luglio, finché il Comune non corrisponderà quanto dovuto (ed è probabile che il 7 luglio partirà anche il decreto ingiuntivo nei confronti del Comune). L’alternativa è la chiusura definitiva di una delle biblioteche più importanti del Veneto, con tutto quello che ne conseguirà: l’impossibilità, da parte del pubblico, di accedere a un patrimonio librario eccezionale, l’impossibilità per gli studiosi di condurre le loro ricerche sui libri dell’Accademia, la chiusura di uno spazio di aggregazione e socializzazione (la biblioteca ha anche un’attivissima sezione dedicata ai ragazzi), la perdita di un luogo dove si fa e si vive la cultura, e ovviamente anche la perdita di posti di lavoro.
Già nel 2012 l’Accademia aveva rischiato la chiusura, sempre per gli stessi motivi. L’allarme era poi rientrato, ma la situazione è sempre rimasta molto precaria: e il nuovo rischio chiusura lo dimostra.
La cultura subisce quindi l’ennesimo affronto. I rodigini nel frattempo si stanno già mobilitando: è stata creata una pagina Facebook, Accademia dei Concordi - La cultura non può morire, che raccoglie discussioni e coordina eventuali manifestazioni a sostegno della biblioteca: si sta già parlando di organizzare qualcosa (flash mob o dibattiti) per il 7 luglio, data a partire dalla quale, come detto sopra, la biblioteca chiuderà i battenti se il Comune non corrisponderà il dovuto. E la chiusura della biblioteca a causa della mancanza del contributo del Comune, non potrà che voler significare il fallimento della politica del Comune di Rovigo. Perché la politica ha il dovere di promuovere la cultura. Far giungere una biblioteca alla chiusura significa perdere parte dell’identità di una città, significa togliere spazi ai cittadini, significa fare un ulteriore passo avanti verso l’imbarbarimento, significa far perdere ulteriormente affezione nei confronti della politica, che facendo chiudere la biblioteca compirà una scelta decisamente autolesionistica. E non bisogna poi dimenticare la gravità che costituisce la chiusura di un’istituzione che da secoli contraddistingue la città di Rovigo. Sono tutti danni causati dall’insensibilità verso la cultura. Un’insensibilità che rischia di privare Rovigo della sua biblioteca.
Federico Giannini - Ilaria Baratta
Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
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