Prende il via domani, venerdì 24 gennaio 2020, a Bologna, l’edizione numero 44 di Arte Fiera, la più longeva fiera d’arte moderna e contemporanea d’Italia. Molte le novità di quest’anno: intanto, promossa la nuova location, i padiglioni numero 15 e 18 della Fiera di Bologna (ormai ci eravamo abituati agli spazi lunghi e luminosi delle passate edizioni, che si erano tenute nei padiglioni 25 e 26, ma i nuovi locali hanno convinto, e ambientarsi non è stato difficile), così come meritano promozioni a pieni voti le sezioni Focus a cura di Laura Cherubini e Pittura XXI a cura di Davide Ferri, rispettivamente dedicate a nomi importanti del XX secolo e alle tendenze contemporanee della pittura, e si conferma su un buon livello anche Fotografia e immagini in movimento, che ha esordito l’anno passato, sempre, come quest’anno, con la curatela del gruppo Fantom.
Il direttore Simone Menegoi, giunto alla sua seconda Arte Fiera, e il suo staff, hanno svolto un ottimo lavoro: dopo una prima edizione interlocutoria, si arriva a una seconda targata Menegoi in cui l’impronta nuova si vede e si fa apprezzare. Più spazio alla ricerca, stand più curati (in alcune passate edizioni, guardando alcuni stand si aveva quasi l’impressione di trovarsi in un mercato rionale: finalmente Menegoi ha portato ordine e maggiore qualità), un lavoro curatoriale condotto con criterio, una scansione degli spazi intelligente e ben calibrata (con un padiglione quasi tutto per il moderno e l’altro, viceversa, votato al contemporaneo), tante nuove proposte, azzeccata l’idea di far portare solo tre artisti agli espositori di medie dimensioni e sei a quelli più grandi, una bella conferma la sezione sulla fotografia, un buon bilanciamento tra moderno e contemporaneo, e un dialogo sempre proattivo e proficuo con la città, che anche quest’anno presenta un programma Art City di buon livello.
Certo, non mancano i punti critici (a cominciare dall’elevato costo del biglietto, che da diversi anni è ormai molto alto, specie se raffrontato a quello delle altre importanti fiere italiane): la quasi totale assenza di gallerie internazionali, alcuni espositori che da diverse edizioni ci propongono sempre le stesse cose (pensiamo solo alle tonnellate di De Chirico che si vedono ovunque e da anni), la qualità discontinua di alcuni stand (e talvolta anche del loro allestimento), un’identità che non è ancora ben definita, sebbene in tal senso si siano fatti dei passi in avanti, con un’Arte Fiera che decide di puntare tutto (o quasi) sull’arte italiana. La direzione che Menegoi ha preso sembra però essere molto buona e in definitiva il giudizio è positivo.
Com’è ormai nostra consuetudine, presentiamo in anteprima la top ten degli stand che a nostro avviso si sono distinti per qualità della proposta, inseriti in ordine di come li trovate in fiera, dall’ingresso in avanti: eccovi quindi dieci espositori da non perdere, assieme a tre menzioni speciali, che abbiamo scelto per la particolarità della selezione, e a cui dedicheremo tre focus nei prossimi giorni.
1. Richard Saltoun (Pad. 18, C/1)
Si diceva che Arte Fiera vede partecipare poche gallerie internazionali, ma quelle poche non mancano di qualità. Lo dimostra Richard Saltoun che, nella nuova sezione Focus, propone un bell’approfondimento su Bice Lazzari (Venezia, 1900 - 1981), astrattista del Novecento verso cui l’interesse è in crescita (e lo dimostra anche la recente mostra monografica La poetica del segno che il Museo Novecento di Firenze le ha appena dedicato: terminerà il 13 febbraio). Artista innovativa, una sorta di risposta italiana ad Agnes Martin, Bice Lazzari ha lavorato negli anni giovanili con Giò Ponti e Carlo Scarpa per poi dedicarsi totalmente a una pittura astratta che fondeva minimalismo e informale. Le sue opere sono state esposte in diverse mostre antologiche (oltre a quella del Museo del Novecento si ricordano The Poetry of making della Phillips Collection di Washington, del 2019, e Themes & Variations alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia nel 2011). Lo stand s’incontra in apertura di percorso ed è sicuramente un ottimo inizio di fiera.
Installation view, Arte Fiera Bologna 2020, Bice Lazzari, Richard Saltoun Gallery. Ph. Credit Mattia Mognetti |
2. Galleria dello Scudo (Pad. 18, B/9)
Ancora una bella proposta dalla sezione Focus, con uno degli stand di più alto livello: l’approfondimento che la Galleria dello Scudo (che, peraltro, merita un elogio anche per l’allestimento dello stand nella Main Section: la galleria veronese s’impone sempre tra le proposte migliori sia dal punto di vista estetico che da quello qualitativo) dedica a Gastone Novelli (Vienna, 1925 - Milano, 1968), figura tra le più straordinarie del Novecento, pittore controcorrente, libero, colto, antisistema, rivoluzionario, e del quale peraltro quest’anno la casa editrice Nero ha pubblicato la raccolta di scritti (ne abbiamo parlato qua). Non è una novità perché la Galleria dello Scudo ha già proposto in passato degli approfondimenti su Novelli, ma dato che l’artista milanese non si vede spesso in giro, l’idea di arricchire la sezione Focus con una selezione di sue opere è da salutare in maniera più che positiva.
Gastone Novelli, Grand theatre (1962; olio, pastelli colorati, collage e matita su tela; 50 x 69,5 cm) |
3. Di Paolo (Pad. 18, C/10)
La galleria Di Paolo Arte, nata a Bologna nel 2003 grazie all’operato di Nicolò Di Paolo e Fabio Di Paolo, si focalizza su tre nomi pesanti: Hans Hartung (Lipsia, 1904 - Antibes, 1989), Mattia Moreni (Pavia, 1920 - Brisighella, 1999) e Tancredi Parmeggiani (Feltre, 1927 - Roma, 1964). Piacevolmente impressionante soprattutto la sezione dello stand riservata alle opere di Mattia Moreni, grande artista del Novecento, ormai storicizzato, ma il cui nome non si è ancora imposto come quello di altri: c’è però crescente attenzione nei suoi riguardi. E i lavori che Di Paolo Arte espone sono tra i migliori che il pubblico possa incontrare ad Arte Fiera.
Mattia Moreni, Rouge (1958; olio su tela, 80 x 100 cm) |
4. Bonioni (Pad. 18, C/23)
C’è chi considera Piero Fogliati (Canelli, 1930 - Torino, 2016) un artista tremendamente sottovalutato. Eppure le sue ricerche sulla percezione, sulla luce e sui colori, utilizzando mezzi molto semplici e mirando a comprendere i meccanismi con cui la mente elabora certi dati sensoriali, hanno diversi meriti. Di lui si ricorda in particolare la Città fantastica, un insieme di interventi urbani che intendevano trasformare in esperienze estetiche una serie di stimoli provenienti da suoni, luci e movimento. Per lui, peraltro, anche due presenze alla Biennale di Venezia (nel 1978 e nel 1986). Interessante dunque la proposta della galleria Bonioni di Reggio Emilia che a Fogliati dedica il suo intero stand, portando in fiera un buon corpus di sue opere, tra cui i divertenti Prismi meccanici e il sofisticato Reale virtuale.
Lo stand di Bonioni |
5. Andrea Ingenito (Pad. 18, D/20)
La galleria napoletana Andrea Ingenito, fondata nel 2008, quest’anno ha puntato su due nomi: Valentino Vago (Barlassina, 1931 - Milano, 2018) e Lello Masucci (Napoli, 1948). Un incontro che funziona, tra il compianto maestro la cui opera riscuote sempre più consensi, e un artista locale abituato a lavorare su più linguaggi: il “Rothko italiano” (al grande statunitense è stato spesso accostato Valentino Vago, per quel suo anelito all’infinito e per quelle sue immersioni di luce che ricordano Rothko, rispetto al quale però Vago sviluppò la sua riflessione in modo indipendente) e il pittore napoletano che coniuga tradizione e digitale dialogano in maniera convincente.
Lo stand della galleria Andrea Ingenito |
6. Biasutti&Biasutti (Pad. 18, A/11)
La galleria torinese Biasutti&Biasutti, fondata nel 2000 da Attilio Biasutti assieme ai figli Giuseppe e Paola, è specializzata nell’arte del Novecento, e lo stand che propone quest’anno ad Arte Fiera ci offre una specie di viaggio “a puntate” tra alcune importanti tappe dell’arte del secolo scorso, con preponderanza di nomi piemontesi. Si va dall’internazionale situazionista con tutta una parete dedicata a Pinot Gallizio (Giuseppe Gallizio; Alba, 1902 - 1964) all’arte fuori dagli schemi di Carol Rama (Torino, 1918 - 2015), dal nouveau réalisme di Daniel Spoerri (Galaţi, 1930) fino ai giardini di Piero Gilardi (Torino, 1942). Quattro artisti che compongono uno stand di buona caratura.
Pinot Gallizio, Senza titolo (1963; tecnica mista su carta applicata su tela di juta, 89 x 116,5 cm) |
7. Forni (Pad. 18, B/38)
Un mix interessante quello di Forni, storica galleria bolognese fondata nel 1967, e abituata a lavorare sia con artisti italiani, sia con artisti stranieri. Un’anima che si riflette inevitabilmente sullo stand di Arte Fiera, dove si dispiegano le opere degli italiani Tommaso Ottieri (Napoli, 1971) e Giovanni Spazzini (Milano, 1951), e quelle del francese Quentin Garel (Parigi, 1975) e dello spagnolo Alejandro Quincoces (Bilbao, 1951). Le città in notturna brulicanti di luci dipinte da Ottieri dialogano con le metropoli nebbiose e quasi impressioniste di Quincoces, mentre i bizzarri animali di Garel fanno da contraltare alle nature morte di Spazzini.
Tommaso Ottieri, Milano, notturno (2019; olio su tavola, 40 x 60 cm) |
8. Pinksummer (Pad. 15, A/26)
La genovese Pinksummer partecipa in due sezioni: Fotografia e immagini in movimento e Pittura XXI. Ed è di quest’ultima che vogliamo parlare, perché la proposta di Pinksummer è davvero di grande interesse: è un solo show del portoghese Jorge Queiroz (Lisbona, 1966) che, certo, non è davvero un giovane, ma è una figura da tenere in considerazione, un po’ perché è il primo pittore presentato da Pinksummer, un po’ perché si potrebbe dire che la sua capacità inventiva e la sua fantasia non conoscono confini, un po’ perché, dai simbolisti a Bosch, i riferimenti sembrano essere molti, e un po’ perché guardare un dipinto di Queiroz equivale a compiere una sorta di viaggio in un mondo che è insieme caotico, onirico, immaginato. Le opere che si trovano allo stand di Pinksummer sono una selezione di quelle che Queiroz ha esposto lo scorso autunno nella sua personale presso la galleria di Genova.
Lo stand di Pinksummer |
9. De Cardenas (Pad. 15, A/6)
La galleria di Monica De Cardenas, fondata a Milano del 1992, partecipa in maniera egregia alla sezione Pittura XXI riscuotendo plausi: sono esposte le opere di Gianluca Di Pasquale (Roma, 1971) e dell’inglese Ivan Seal (Stockport, 1973). Di Pasquale, che da anni fa parte degli artisti della galleria De Cardenas, propone “paesaggi rarefatti e immacolati, costituiti quasi solo da figure dipinte con pennellate precise all’interno di un ampio spazio bianco, che di volta in volta diventa montagna, mare, piazza o strada” (come recitava la presentazione della sua personale tenutasi proprio da De Cardenas nel 2014), mentre Seal, che ha esposto per la prima volta nella galleria milanese nel 2019, propone visioni che fondono insieme elementi di realtà con altri che invece paiono provenire da un sogno. Il dialogo che ne consegue rappresenta una delle vette di raffinatezza di questa edizione di Arte Fiera.
Lo stand di De Cardenas |
10. Podbielski Contemporary (Pad. 15, D/18)
La nostra “palma” per il miglior stand della sezione Fotografia e immagini in movimento va a Podbielski per la qualità e la coerenza della sua proposta: una sorta di piccola mostra sul tema del territorio che mette in dialogo tra loro le opere di tre fotografi, Massimiliano Gatti (Pavia, 1981), Giulio di Sturco (Milano, 1979) e Yuval Yairi (Tel Aviv, 1961). I siti archeologici di Ninive, il deserto d’Israele, le sponde del Gange in India sono le tappe di un viaggio che intende far riflettere sull’identità “dello spazio abitato, plasmato, esplorato, minacciato e devastato dall’uomo”, come leggiamo nella presentazione del progetto. Una riflessione che spazia anche sul mezzo stesso della fotografia, sempre sospesa tra due poli: evocare e documentare.
Giulio Di Sturco, Gangma (2014; stampa fine art su carta Hahnemühle PhotoRag Satin, 100 x 150 cm) |
Menzioni speciali
Assegnamo tre menzioni speciali per la particolarità della proposta a MLB - Maria Livia Brunelli, con un delicato ed elegante solo show della fotografa Anna Di Prospero (Roma, 1987), a Eduardo Secci Contemporary che partecipa alla sezione Pittura XXI con le opere dei giovani pittori Chris Hood (Atlanta, 1984) e Pierre Knop (Nancy, 1982), e a G.A.M. - Galleria Arte Maggiore che si presenta invece nella Main Section con un affondo su quattro artisti bolognesi (Morandi, Sissi, Bertozzi&Casoni e Ontani). Come anticipato, a queste tre gallerie dedicheremo altrettanti focus nelle prossime ore.