Poteva esserci qualcosa di più pazzesco del bando indetto dal Comune di Deruta (Perugia), che come vi raccontavamo ieri su queste pagine ha deciso di ingaggiare un direttore per il Museo Regionale della Ceramica e per la Pinacoteca Comunale a titolo gratuito nonostante l’alto profilo richiesto e le tante responsabilità che la carica richiede? Sì: le dichiarazioni del sindaco di Deruta, Michele Tonaccini, secondo cui non solo è perfettamente normale che un professionista non venga pagato per il lavoro che presterà per il Comune (evidentemente deve avere una bassissima considerazione del lavoro degli storici dell’arte), ma, anzi, pagare il direttore a suo avviso sarebbe “da irresponsabili”.
Non stiamo assistendo a una pièce del teatro dell’assurdo: purtroppo è tutto vero, il sindaco ha rivendicato con orgoglio la sua scelta parlandone in una nota inviata ai quotidiani locali. “Spazziamo via ogni dubbio sulla legittimità di questo avviso”, premette Tonaccini: “non solo è pienamente legittimo, ma è anche piuttosto diffuso che rapporti di tale natura, con enti senza finalità di lucro e resi senza vincolo di subordinazione, siano svincolati dal riconoscimento di qualsiasi retribuzione di sorta, salvo il rimborso delle spese. In termini di contenuti e modalità, altri enti pubblici hanno adottato, e ben prima di noi, avvisi analoghi. Per fare un esempio, il sindaco di Senigallia, nonché presidente delle Anci regionali, Mangialardi”. Il primo cittadino però forse non ricorda che anche il bando di Senigallia aveva scatenato polemiche a non finire.
Ma non è tutto. Il sindaco fa sapere che “un esempio lo abbiamo in casa da anni, con il Conservatore del Museo, a Deruta, che svolge la sua funzione gratuitamente”. Evidentemente a Deruta credono che la cultura sia un passatempo per hobbisti, o tutt’al più, come afferma candidamente, per fare curriculum (anche se non si comprende a cosa potrebbe servire un curriculum se, per Tonaccini, il destino degli storici dell’arte è quello di lavorare gratis): “il tutto si riconduce al fatto che le attività si presumono prestate per la realizzazione di una determinata causa di natura non economica direttamente riconducibile alle finalità culturali perseguite dall’ente, ovvero per arricchire il proprio curriculum e per il prestigio che il ruolo ricoperto comporta. Preciso anche un’altra questione: prima non esisteva la figura di direttore, né un regolamento del Museo che, come giunta, invece, abbiamo adottato”.
E ci sono poi le ragioni di ordine economico: “tutto ciò premesso, vorrei entrare nel merito della decisione: i bilanci dei Comuni, che già nel periodo ante Covid-19 erano fragili, in questi tre mesi hanno subito un durissimo colpo. Sappiamo bene, e il presidente di Anci Decaro, più volte lo ha sottolineato al governo Conte, che le risorse stanziate dal governo non sono sufficienti a coprire i mancati incassi dei Comuni”. Diamo un suggerimento al sindaco: potrebbe rinunciare del tutto alla sua indennità, e lo stesso potrebbero fare i suoi assessori. Con il totale che il Comune di Deruta risparmierà, potrà investire nella figura del direttore. Ma il sindaco potrebbe già avere la risposta: “in questo momento, il bilancio non può essere toccato, sarebbe scellerato farlo, e non si può procedere con le assunzioni. Sorprende che si sia sollevato un tale polverone su un avviso per un incarico a titolo gratuito. Solitamente si grida allo scandalo quando vengono conferiti incarichi di prestigio remunerati con cifre elevate, in un contesto, peraltro, in cui le famiglie sono in gravissima difficoltà economica. Intorno a noi c’è una grandissima povertà, abbiamo sostenuto le famiglie con i buoni spesa”.
Secondo Tonaccini, infatti, i direttori dei musei percepiscono redditi da nababbi: “in questo momento, avrei dovuto conferire un incarico da 50-80mila euro all’anno, se non più? Alcuni direttori percepiscono 140mila euro all’anno, per i musei dipendenti dal Ministero siamo sugli 80 mila euro. Io sto progettando la fase 3, quella della nuova partenza e non ripartenza, perché non è immaginabile ricominciare tutto come prima, perché nulla è più come prima. Stiamo costruendo un nuovo futuro a Deruta e per fare questo occorre avere senso di responsabilità, ma anche lungimiranza”.
Infine, veniamo a sapere che il primo cittadino di Deruta ci ha pensato, a pagare il direttore, ma solo se e quando il museo tornerà a “essere un fattore attrattivo”: “una volta che tutto sarà a regime”, ha concluso Tonaccini, “se il Museo tornerà a essere fattore attrattivo, se le risorse torneranno a circolare, sarò il primo a voler affidare un incarico a titolo oneroso per la figura di direttore, contribuendo all’occupazione che è un mio obiettivo. Certo che c’è necessità di incentivare l’occupazione, ma sarebbe da irresponsabile, in questo momento, farlo e per di più con un incarico così oneroso e prestigioso”. Insomma: è vero che il sindaco di Deruta, geometra, di professione fa l’agente di commercio, ma forse dovrebbe sapere che esistono professioni che vanno pagate sulla base di quanto il datore di lavoro guadagna...
Nella foto: la Pinacoteca Comunale di Deruta. Ph. Credit
Bilanci in rosso, cultura al verde: “direttore dei musei lavorerà gratis, in compenso si farà curriculum” |