Dieci borghi da visitare in Molise


Continua il viaggio tra i borghi d'Italia: ecco dieci antichi borghi da vedere in Molise.

1. Castelpetroso

Castelpetroso è un borgo di poco meno di duemila abitanti, in provincia di Isernia, che ha origini antichissime (il borgo si formò in epoca normanna), e in parte conserva ancora vestigia antiche, ma è famoso soprattutto per la sua storia religiosa: secondo la tradizione fu infatti teatro di apparizioni della Madonna nel tardo Ottocento, e questo bastò a far erigere alla popolazione locale un santuario, divenuto uno dei luoghi simbolo del Molise, ovvero il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, una grandiosa basilica eretta in forme neogotiche. La costruzione fu parecchio tormentata e andò avanti per oltre un secolo: la basilica fu infatti consacrata solo nel 1975. Oggi è un luogo di culto molto frequentato, riconoscibile anche da lontano per via dell’alta cupola (raggiunge i 52 metri d’altezza) e dei suoi due campanili.

Il santuario dell'Addolorata di Castelpetroso
Il santuario dell’Addolorata di Castelpetroso

2. Fornelli

Antico borgo citato per la prima volta nell’anno 981, è stato colpito nella storia da numerosi terremoti, ma sopravvivono in parte edifici e testimonianze dei tempi più antichi (così come il tessuto urbano, che dal Medioevo è rimasto inalterato), a cominciare dalla cinta di mura che circonda il borgo (è una delle meglio conservate della regione), e delle torri sopravvissute alle ferite del tempo (Fornelli è nota anche come “il borgo delle sette torri”). Il castello, restaurato nel corso del Settecento, si presenta nell’aspetto di imponente palazzo fortificato (l’edificio, nel 1744, ospità Carlo III di Borbone durante un soggiorno in zona), e da vedere è anche la settecentesca chiesa madre intitolata a san Michele Arcangelo.

Veduta di Fornelli
Veduta di Fornelli

3. Rocchetta a Volturno

Rocchetta a Volturno è divisa in due parti, il borgo di Rocchetta Alta, scenograficamente aggrappato alla costa di una montagna, e Rocchetta Nuova, il borgo ottocentesco, che si trova più in basso rispetto al ncuelo antico (fu costruito perché il terreno su cui era stata costruita Rocchetta Alta stava cominciando a franare, motivo per cui, nel Novecento, si optò per il trasferimento della popolazione più a valle). Nonostante le ridotte dimensioni, Rocchetta a Volturno ha una storia lunga secoli, e nei suoi dintorni si combatterono importanti scontri durante la seconda guerra mondiale, come ricorda il Museo delle Guerre Mondiali, situato nel territorio comunale. Da vedere i resti della Rocca medievale (a Rocchetta Alta) e soprattutto l’importante Abbazia di San Vincenzo al Volturno, una delle più antiche d’Italia: risale infatti all’VIII secolo (anche se l’aspetto attuale si deve a rifacimenti successivi: l’ultimo restauro, negli anni Settanta, ha ridato all’edificio le forme del XIII secolo), e all’interno conserva affreschi di epoca longobarda (una rarità in tutta Italia).

L'abbazia di San Vincenzo al Volturno. Ph. Credit Francesco Bini
L’abbazia di San Vincenzo al Volturno. Ph. Credit Francesco Bini

4. Sepino

Si trova in provincia di Campobasso, conta poco meno di duemila abitanti e il primo nucleo della cittadina risale a un insediamento sannitico del IV secolo avanti Cristo. La città di Saepinum, poco più a valle del primo insediamento, fiorì in epoca romana, e acquisì una certa importanza in epoca altomedievale (Sepino era sede di una diocesi). Da vedere le numerose testimonianze della Sepino romana: l’area archeologica di Saepinum, una delle principali della regione, e il Museo della Città e del Territorio, nel cui percorso è integrata la visita al teatro romano di Sepino, uno dei meglio conservati dell’Italia meridionale (il museo ha sede nelle case coloniche costruite nel Settecento proprio a ridosso del teatro). Le antiche chiese del borgo, come quella di Santa Cristina e di San Lorenzo, risalgono in gran parte al Medioevo ma furono tutte ricostruite in epoche recenti a causa dei numerosi terremoti che hanno flagellato la regione.

L'antico teatro romano di Sepino. Ph. Credit Giulio Lastoria
L’antico teatro romano di Sepino. Ph. Credit Giulio Lastoria

5. Pesche

Pesche è situata in una scenografica posizione, arroccata sul fianco di un monte (il monte San Marco), a più di settecento metri d’altitudine, con gli edifici tutti attaccati l’uno all’altro. Le origini sono medievali, anche se non rimane molto a causa dei sismi che hanno interessato la zona. L’edificio più importante è la chiesa della Madonna del Rosario, costruita nel Cinquecento e poi ampiamente rimaneggiata tra Settecento e Ottocento. Da vedere anche il santuario di Santa Maria del Bagno, così chiamato perché in zona si trovavano sorgenti di acqua termale.

Veduta di Pesche. Ph. Credit Matteo Di Franco
Veduta di Pesche. Ph. Credit Matteo Di Franco

6. Bagnoli del Trigno

È un curioso borgo costruito tra le rocce, di origine incerta (la nascita di Bagnoli del Trigno si perde nella leggenda, ma le prime notizie storiche sono di epoca medievale). Il paese è diviso in due parti, una più in alto, nota come “Terra di sopra”, e una ad altitudine inferiore, “Terra di sotto”: sono unite da stradine che si inerpicano lungo le coste della montagna. Bagnoli al Trigno è dominata da due monumenti: il Castello ducale Sanfelice, costruito sulla cima della montagna, risalente all’XI secolo, ma rimaneggiato lungo i secoli (fino al 1806 fu abitato dai Sanfelice, dai quali deriva il nome con cui il castello è noto: da quella data la fortezza fu abbandonata), e la chiesa di San Silvestro, abbarbicata sopra uno sperone roccioso, risalente al XIII secolo (ancora si conserva un portale dell’epoca). La chiesa si trova proprio in mezzo alla roccia: lo stesso campanile ha la particolarità di essere in parte... composto dalla roccia stessa. Da vedere anche la scalinata Sanfelice, il moderno stradino che collega l’abitato al castello, partendo dalla chiesa di Santa Maria Assunta (settecentesca).

Veduta di Bagnoli del Trigno
Veduta di Bagnoli del Trigno

7. Oratino

Il nome del borgo, situato nella valle del Biferno, deriva dalla sua antica denominazione, “Loretinum”: le origini della cittadina sono oscure, e le prime attestazioni documentarie risalgono al XIII secolo (probabile però che Oratino sia di fondazione normanna). Per secoli Oratino fu feudo dei signori locali, i Giordano (nominati duchi nel Settecento), che qui a partire dal Quattrocento fecero erigere la loro dimora, Palazzo Giordano, noto anche come Palazzo Ducale, che nacque come castello e poi, nel Settecento, divenne dimora nobiliare (oggi invece è di proprietà privata). Sopra uno sperone di roccia è possibile ammirare i resti del castello medievale crollato nel terremoto del 1456, e nel borgo da vedere anche la chiesa di Santa Maria Assunta (dove si ammira un affresco del 1791 di Ciriaco Brunetti) e la chiesa di Santa Maria di Loreto, settecentesca.

Oratino, i resti del castello medievale
Oratino, i resti del castello medievale

8. Frosolone

È in provincia di Campobasso, in un’area abitata fin da epoche remote, da popolazioni sannitiche. L’attuale borgo nacque però nel Medioevo, su un colle circondato da campagne e pascoli. Da veddere la chiesa di Santa Maria Assunta, che si distingue per la sua sontuosa facciata barocca (all’interno ci sono opere di Giacinto Diana), la chiesa dei Santi Pietro e Paolo (dove si trovano sculture di Amalia Duprè, importante scultrice che fu figlia di Giovanni Duprè, uno dei maggiori scultori italiani di metà Ottocento, e fu a lungo attiva in Molise), e il Museo dei Ferri Taglienti (a Frosoline in antico fiorì l’attività dei fabbricanti di lame). Il Palazzo Baronale nacque come castello e fu poi trasformato in residenza dei baroni che reggevano il feudo di Frosolone. La cittadina è anche punto di partenza per fare trekking nella natura: da non perdere le spettacolari formazioni rocciose nei dintorni del borgo.

Le montagne di Frosolone
Le montagne di Frosolone

9. Ripalimosani

Antico borgo normanno, è un borgo di montagna costruito sopra la roccia e che ha basato la sua sussistenza per secoli sulla lavorazione della canapa e sulla fabbricazione delle corde per strumenti musicali: a Ripalimosani venivano infatti fabbricate le corde che avrebbero fatto suonare strumenti come mandolini e chitarre. Ancor oggi, la Scuola Mandolinistica di Ripalimosani continua a tenere viva la tradizione dei mandolinisti del borgo. Da vedere la chiesa madre di Santa Maria Assunta (di origine medievale, ma ricostruita nel Rinascimento: questo è l’aspetto in cui si presenta oggi esternamente, mentre l’interno è barocco) e il convento di San Pietro Celestino, dove si conserva una copia della Sacra Sindone custodita a Torino, realizzata nel Cinquecento. A Ripalimosani si trova anche il Palazzo marchesale Riccardo, che conserva ancora molte delle stanze dei nobili che lo abitarono.

Veduta di Ripalimosani
Veduta di Ripalimosani

10. Castellino del Biferno

In antico si chiamava “Castello di Lino” (nome con cui Castellino del Biferno è ancora noto nel dialetto locale), probabilmente dal nome di un antico feudatario. Altro borgo di epoca normanna, è stato fortemente danneggiato dal terremoto di San Giuliano del 2002, tanto che alcuni edifici furono abbattuti (i terremoti hanno sempre colpito il borgo, tnto che è noto anche come “il paese che si muove”). La ricostruzione ha però interessato molti degli antichi edifici, come la settecentesca chiesa madre di San Pietro in Vincoli, riaperta al culto nel 2013. Nei dintorni del borgo è possibile visitare l’oasi naturalistica di Colle di Toro, una delle più frequentate della regione. Castellino del Biferno è nota anche per la curiosissima tradizione del “Pizzicantò”: ogni anno, il 12 di giugno, lungo le strade del paese gli abitanti salgono gli uni sopra gli altri a creare strane... piramidi umane composte da tredici persone, che sfilano poi per le vie del paese.

Veduta di Castellino del Biferno
Veduta di Castellino del Biferno


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