ICOM Italia, l’ente che rappresenta i musei italiani, ha scritto alcune linee guida per far sì che i musei continuino a tutelare le loro collezioni anche durante l’emergenza sanitaria per la pandemia di Covid-19 da coronavirus. I decreti del presidente del Consiglio hanno infatti avuto un impatto notevole anche sulla cultura, ma anche se i musei sono chiusi non è possibile, scrive ICOM Italia, “trascurare gli aspetti connessi alla tutela e salvaguardia dei beni culturali di cui soggetti pubblici e privati hanno la proprietà o la disponibilità”.
Dunque ICOM Italia ritiene “indispensabile che i musei non trascurino tutte le misure atte ad evitare che il perdurare dello stato di emergenza e della conseguente chiusura al pubblico porti detrimento alla conservazione e alla tutela del patrimonio culturale”. Sono diverse le misure raccomandate dall’ICOM: la vigilanza e il controllo periodico delle sedi museali e dei siti archeologici, compresi i depositi; la verifica dell’integrità delle strutture; la verifica dello stato di funzionalità degli impianti (idraulici, elettrici, climatizzazione, antincendio, ecc.); la verifica dei sistemi di difesa anticrimine; il monitoraggio diretto o da remoto dei valori ambientali, sia nelle sale di esposizione sia nei depositi; il controllo e l’eventuale manutenzione dei materiali biologici esposti e nei depositi; la manutenzione ordinaria delle aree verdi di pertinenza museale, con particolare riguardo alle aree e ai parchi archeologici nonché ai giardini storici.
Nel caso in cui i musei abbiano attivato dei contratti di concessione per la gestione e i servizi al pubblico dei loro musei, la raccomandazione di ICOM Italia è quella di mantenere attivi, con eventuali turnazioni (anche in caso di sospensione o modifica dei contratti), i servizi in presenza da parte del personale cui spetta il controllo periodico di sede e impianti. In alternativa il suggerimento è quello “di predisporre piani di ispezioni settimanali con personale interno alle amministrazioni stesse o di porre in essere tutte le misure ritenute idonee”.
Ancora, dovrà essere data attenzione alla manutenzione programmata dei dispositivi, in modo da “assicurare costantemente le necessarie condizioni microclimatiche e per evitare che si verifichino incontrollabili situazioni di rischio”. In più, ICOM Italia auspica che si attivino, dove possibile, forme di collaborazione tra musei, sia che facciano già parte di reti, sia che non ne facciano parte, in modo da condividere le professionalità che possono assicurare i servizi minimi necessari.
Le attività che l’ICOM raccomanda, si legge nel testo, “sono da considerarsi tra quelle indispensabili e indifferibili e rientrano tra le comprovate esigenze lavorative che, fatte salve le misure di sicurezza circa il distanziamento e la fornitura di presidi di protezione individuale, giustificano anche il mantenimento, sia pur contingentato, dell’organizzazione del lavoro ‘in presenza’ nonché gli spostamenti dei lavoratori”.
Per questo, ICOM Italia ha sollecitato il Governo ad aggiornare la lista dei codici ATECO delle attività che possono operare, in modo da consentire alle aziende che gestiscono i musei di poter espletare le attività raccomandate. Inoltre, ICOM Italia “ ritiene che le innegabili molteplici criticità che investono il mondo dei musei in questo periodo di emergenza, cui si accompagnano le preoccupazioni per un futuro che oggi è difficile delineare, possano (e debbano) essere la fonte di un ripensamento della natura stessa delle strutture espositive e del lavoro museale”. La cultura, sostiene l’ente, ha reagito con prontezza e inesauribile creatività ed entusiasmo, cercando di sperimentare modalità alternative di fruizione, ma la crisi può comunque “ essere l’occasione per immaginare nuove strategie e progettare soluzioni innovative per la gestione delle strutture e l’introduzione di tecnologie orientate a creare piattaforme tecnico-organizzative (già testate in alcuni contesti) per controllare da remoto i fattori che possono incidere sulla sicurezza e la conservazione”.
In conclusione, ICOM Italia auspica che questa esperienza incentivi i musei a collaborare tra loro e con altri istituti e altri luoghi della cultura: l’auspicio è che si creino “reti e sistemi territoriali (ove ancora non realizzate), nei quali vengano condivisi servizi integrati validi anche per il raggiungimento dei Livelli Uniformi di Qualità della Valorizzazione previsti dal Sistema Museale Nazionale”.
L'ICOM: “Nei musei la tutela deve essere garantita anche se sono chiusi per l'emergenza coronavirus” |