Focus restauro del Polittico dell'Agnello mistico. Seconda puntata: le indagini sull'opera


Seconda puntata del nostro approfondimento sul restauro del Polittico dell’Agnello mistico di Jan e Hubert van Eyck, dedicata alla campagna d’indagini.

Proseguiamo nel nostro “viaggio” di quattro puntate dentro il restauro del Polittico dell’Agnello mistico, capolavoro di Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa - Bruges, 1441) e Hubert van Eyck (? - Gent, 1426): dopo aver affrontato la storia dei restauri precedenti e aver parlato dei materiali nella prima puntata, in questo secondo appuntamento ci addentriamo nelle indagini condotte sull’opera dai tecnici del KIK-IRPA (Istituto Reale di Belle Arti) di Bruxelles, che si stanno occupando del laborioso intervento la cui conclusione è prevista per quest’anno e che è però grande protagonista della grande mostra su Jan van Eyck, in corso a Gent fino al 30 aprile 2020, ospitata nelle sale del Museum voor Schone Kunsten della città fiamminga.

C’è da partire da una premessa: un polittico come quello di Jan e Hubert van Eyck è una struttura molto complessa. Intanto, c’è il materiale di supporto, che in questo caso sono tavole di legno di quercia (di ottima qualità), importate dai paesi baltici, e lavorate in modo da poter essere unite a creare una struttura composita e da poter ricevere l’imprimitura, ovvero la preparazione sulla quale i fratelli van Eyck avrebbero dipinto (in questo caso composta da gesso e colla animale). Sull’imprimitura veniva tracciato un disegno preparatorio (quello che in inglese viene chiamato con un termine forse più eloquente, ovvero underdrawing, letteralmente “sottodisegno”, a indicare che verrà poi ricoperto in un momento successivo), che serviva per indicare le aree sulle quali sarebbe stato applicato il colore: possiamo immaginarlo come una sorta di “idea” del risultato finale, fatta solo di contorni tracciati con una matita o con un gessetto o col carboncino (a cui potevano aggiungersi alcune ombreggiature, condotte a tratteggio, per lo studio delle zone più scure). Veniva quindi applicato un primo strato di colore, quello del fondo, sul quale venivano poi aggiunti uno o più strati per le figure, gli elementi del paesaggio, i dettagli. L’elaborazione del dipinto finiva con l’appplicazione di un’apposita vernice che serviva per dare al dipinto l’aspetto smaltato col quale si mostra a chi l’osserva. Terminata l’asciugatura, veniva applicata un’altra vernice al fine di proteggere l’opera dallo sporco e dall’azione degli agenti esterni. Ognuno di questi elementi del dipinto può essere analizzato con una tecnica diversa. Nel caso del Polittico dell’Agnello mistico, i tecnici hanno adoperato la radiografia per studiare il supporto così da valutarne stato e condizioni (e ulteriori dati possono arrivare anche dall’analisi chimica del materiale e dall’utilizzo di tecniche di dendrocronologia per conoscere l’età dell’albero da cui sono state ricavate le tavole), la fotografia a raggi infrarossi e la riflettografia a raggi infrarossi per conoscere il disegno preparatorio, l’illuminazione a raggi ultravioletti per lo studio dei colori e delle vernici.

La campagna di indagine del Polittico dell’Agnello mistico, che è servita per studiare l’opera “da dentro” e per conoscerne lo stato di conservazione (sia per quanto riguarda la struttura, sia a livello di pittura), è stata avviata nel 2010 (sotto il coordinamento di Ron Spronk, docente alla Queen’s University di Kingston in Ontario e all’Università Radboud di Nimega in Olanda) dopo che, nel 2007, erano emerse preoccupazioni sulle condizioni dell’opera, custodita in una teca poco adatta a preservare le adatte condizioni climatiche, e gli esami preliminari avevano riscontrato la necessità di un intervento urgente, condotto da Anne van Grevenstein, per l’occasione coadiuvata da Hélène Dubois e Marie Postec del KIK-IRPA, da Griet Steyaert dell’Istituto Reale di Belle Arti del Belgio e da Gwen Fife dell’istituto di conservazione SRAL di Maastricht. L’intervento urgente è consistito in un consolidamento delle parti di pittura che si stavano sfaldando e in una pulitura con tessuti in microfibra (scelta dettata dall’esigenza di evitare di intervenire con prodotti umidi sulle superfici dipinte). Contestualmente è stata eseguita un’analisi della qualità dell’aria nella Cattedrale di San Bavone, il luogo in cui il polittico è conservato (coordinamento di Jørgen Wadum della Galleria Nazionale della Danimarca, in collaborazione con il Birkbeck College di Londra), per procedere poi con un continuo monitoraggio delle condizioni climatiche del contesto. L’intervento urgente è terminato nell’ottobre del 2010: Anne van Grevenstein e il suo team, nel rapporto finale, sottolineavano la necessità di un restauro nuovo e completo, soprattutto in ragione del fatto che, come si riscontrava in quell’occasione, le vernici che si erano accumulate sulla superficie del polittico nel corso del tempo (e di cui s’è parlato nella prima puntata del focus sull’opera) stavano conoscendo un processo di continuo degrado che avrebbe potuto intaccare la pittura sottostante, inclusa quella originale. Non solo: per l’occasione, il restauratore Jean-Albert Glatigny aveva anche studiato il supporto, arrivando a concludere che, nonostante i numerosi eventi che il Polittico dell’Agnello mistico aveva conosciuto in passato, le tavole erano tutto sommato sane, ma comunque passibili d’interventi per consolidare la struttura dell’opera.

Poteva così partire la campagna d’indagini, condotta individualmente su tutti i diciotto scomparti che compongono il polittico, in quest’ordine: dendrocronologia, macrofotografia in alta risoluzione a luce visibile, macrofotografia in alta risoluzione a raggi infrarossi, macrofotografia in alta risoluzione a luce radente, riflettografia a raggi infrarossi, radiografia. In più, i quattro pannelli centrali sono stati sondati con una scansione riflettografica multispettrale a raggi infrarossi ed esaminati con spettroscopia a raggi infrarossi, fluorescenza ultravioletta, fluorescenza a raggi X e analisi combinata XRF/XRD (fluorescenza a raggi X e diffrazione a raggi X). L’analisi dendrocronologica (condotta da Pascale Fraiture del KIK-IRPA e da Peter Klein dell’Università di Amburgo) ha permesso di datare le tavole su cui è stato dipinto il Polittico dell’Agnello mistico (che reca la data del 6 maggio del 1432) a un periodo compreso tra il 1415 e il 1432 per la sezione inferiore e tra il 1417 e il 1434 per quella superiore. Si è dunque passati alla macrofotografia, curata dal fotografo Luc van Muylem. Tutto il polittico è stato ripreso con una fotocamera tecnica SINAR: sono state scattate fotografie con risoluzione 32 megapixel per aree di 16 per 22 centimetri risultanti in 1000 file di circa 200 megabyte ciascuno (in formato TIFF) che hanno consentito di documentare il polittico come mai era stato fatto prima. Grazie all’alta risoluzione (la stessa è stata utilizzata anche per la macrofotografia a raggi infrarossi) è stato possibile ottenere importanti ingrandimenti di tutta la superficie pittorica. Già dalla macrofotografia a raggi infrarossi è stato possibile conoscere importanti disegni sul disegno preparatorio, soprattutto sotto agli incarnati (sono emerse, per esempio, alcune correzioni in corso d’opera, a disegno già tracciato), e in più sono state anche realizzate delle fotografie a livello quasi microscopico, su aree di 6 centimetri per 8 (anche con fotografia infrarossa) per avere dettagli più completi. I tecnici del KIK-IRPA hanno eseguito anche un’indagine macrofotografica digitale (con una fotocamera Hasselblad H4D-200MS impostata su una risoluzione di 50 megapixel e su aree di 15 centimetri per 20): per poter documentare il tutto con la massima precisione, i fotografi hanno costruito un apposito carrello sul quale è stata fatta scorrere la macchina fotografica. I file in formato raw sono stati poi elaborati con un apposito software, chiamato Phocus 2.9, che ha permesso di unire le singole aree per avere le fotografie dell’opera nel suo insieme. L’algoritmo sviluppato per unire le porzioni ha anche automaticamente corretto le leggere differenze di luce tra le varie aree: il risultato finale sono state fotografie... giganti, da 18 gigabyte l’una.

Macrofotografia di un dettaglio della veduta di città
Macrofotografia di un dettaglio della veduta di città



Macrofotografia a raggi infrarossi del dettaglio del muso dell'agnello (notare come dall'immagine si veda bene il disegno degli occhi come l'aveva ideato van Eyck: qui è confrontato con la ridipintura cinquecentesca)
Macrofotografia a raggi infrarossi del dettaglio del muso dell’agnello (notare come dall’immagine si veda bene il disegno degli occhi come l’aveva ideato van Eyck: qui è confrontato con la ridipintura cinquecentesca)



Tecnici del KIK-IRPA eseguono le macrofotografie del polittico
Tecnici del KIK-IRPA eseguono le macrofotografie del polittico con la macchina montata sul carrello

La riflettografia a raggi infrarossi (curata da Christina Currie e Sophie De Potter del KIK-IRPA) ha permesso di analizzare ulteriormente e in maniera ancor più approfondita il disegno preparatorio. Per esempio, si è scoperto che Jan van Eyck, nel disegnare l’ambientazione della scena dell’Annunciazione, inizialmente non aveva previsto d’includere il soffitto a travi in legno che invece oggi apprezziamo nel dipinto finito: al contrario, l’idea iniziale era quella d’inserire sopra all’arcangelo Gabriele e alla Vergine degli archetti trilobati come quelli che sormontano i personaggi del registro inferiore (un’informazione molto interessante perché ci ha permesso di sapere che i fratelli van Eyck avevano lavorato a tutti i pannelli nello stesso tempo, e questo ha consentito di risolvere un problema sul quale gli storici dell’arte avevano in precedenza discusso senza però riuscire a giungere a una conclusione). La riflettografia viene condotta con camere digitali dotate di appositi sensori che sottopongono il dipinto a radiazioni infrarosse: dal momento che il carbonio (elemento chimico che si trova nel carboncino o nelle matite con cui i pittori erano soliti tracciare i disegni preparatori) assorbe le radiazioni (al contrario delle parti bianche che invece le respingono), i risultati nelle variazioni dei modi con cui i materiali reagiscono ai raggi infrarossi consentono di tracciare una sorta di mappatura dell’immagine (riflettogramma) che rivela il disegno sottostante. Il Polittico dell’Agnello mistico è stato esaminato con una speciale fotocamera sviluppata dal KIK-IRPA, azionata tramite telecomando su di un ulteriore carrello appositamente realizzato per l’occasione: l’apparecchio ha documentato singole porzioni del dipinto (5 x 4 cm) che sono state poi assemblate con Adobe Photoshop.

In ultima istanza si è passati all’indagine radiografica (realizzata da Christina Currie, Catherine Fondaire e Guido van de Voorde del KIK-IRPA), ripetendo un’operazione che era già stata condotta nel 1986: in questo modo, è stato possibile fare un raffronto tra le nuove radiografie e quelle risalenti a ventiquattro anni prima. La radiografia serve per due ragioni principali: analizzare i diversi strati di pittura e indagare gli aspetti strutturali delle tavole (con le radiografie è dunque possibile esaminare le venature del legno, i nodi, i punti di giuntura, le fratture, in modo da capire in che stato si trova il supporto, quali sono i suoi punti più deboli e quelli che reggono meglio, e avere pertanto una completa panoramica sulla tenuta delle tavole). Dall’analisi radiografica non sono state riscontrate importanti variazioni rispetto alle condizioni precedenti, confermando il fatto che il Polittico dell’Agnello mistico ha un supporto che gode di condizioni di salute sostanzialmente buone.

Riflettografia a confronto col dipinto (si veda come sopra all'angelo il disegno preparatorio prevedeva un arco trilobato, poi sostituito dal soffitto a travi)
Riflettografia a confronto col dipinto (si veda come sopra all’angelo il disegno preparatorio prevedeva un arco trilobato, poi sostituito dal soffitto a travi)



Sophie De Potter si occupa della riflettografia a raggi infrarossi
Sophie De Potter si occupa della riflettografia a raggi infrarossi



Radiografia sul san Giovanni Battista
Radiografia sul san Giovanni Battista



Nel laboratorio del KIK-IRPA vengono eseguite le radiografie sul polittico
Nel laboratorio del KIK-IRPA vengono eseguite le radiografie sul polittico



Claudia Dafarra dell'INOA esegue la scansione riflettografica multispettrale a raggi infrarossi  su un pannello del polittico
Claudia Dafarra dell’INOA esegue la scansione riflettografica multispettrale a raggi infrarossi su un pannello del polittico

Infine, qualche appunto sulle ultime analisi. La scansione riflettografica multispettrale a raggi infrarossi è stata condotta dalla ricercatrice italiana Claudia Dafarra dell’Istituto Nazionale di Ottica Applicata (INOA) di Firenze, e ha consentito al team al lavoro sul Polittico dell’Agnello mistico di ottenere un’importante “mappa” dei ritocchi che Jan e Hubert van Eyck hanno apportato al dipinto, mentre la fluorescenza ultravioletta, la fluorescenza a raggi X e l’analisi combinata XRD/XRF sono servite per esaminare la composizione dei materiali e verificare la loro presenza nei diversi strati della pittura. Le lampade a fluorescenza consentono infatti di registrare molte informazioni utili (vecchie puliture, ridipinture, ritocchi) sfruttando le reazioni alla luminosità dei diversi materiali (pigmenti, vernici, materiali che si sono depositati sulla superficie).

Tutti i risultati delle indagini sono stati messi infine a disposizione di pubblico e studiosi in un apposito sito web, Closer to van Eyck, dove è possibile osservare sia le fotografie in alta risoluzione del dipinto prima e dopo il restauro, sia le immagini degli esami condotti sull’opera (anche questi prima e dopo il restauro). Il sito, la cui realizzazione è stata coordinata anch’essa da Ron Spronk ed è stata curata da Frederik Temmermans e Iris Vanhamel dell’azienda Universum Digitalis, ha coinvolto diversi professionisti (tra tecnici, fotografi, programmatori, redattori di contenuti) e ha visto il supporto finanziario della Getty Foundation di Los Angeles e della Gieskes Strijbis Foundation di Wassenaar (Olanda) per quanto riguarda la parte web, mentre l’elaborazione delle immagini per la pubblicazione online è stata sostenuta economicamente dal governo delle Fiandre. Il sito ha inoltre ricevuto il supporto tecnico del KIK-IRPA, dell’Università di Anversa, dell’Università di Gent, della Queen’s University di Kingston, dell’Università Radboud di Nimega e della Libera Università di Bruxelles. E, ovviamente, l’intero materiale risultante dalla campagna d’indagine ha fornito la base per il lungo e delicato restauro: di questo ci occuperemo nei prossimi approfondimenti.

Focus restauro del Polittico dell'Agnello mistico. Seconda puntata: le indagini sull'opera
Focus restauro del Polittico dell'Agnello mistico. Seconda puntata: le indagini sull'opera


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