Aggiudicazione record per la tavoletta duecentesca con il Cristo deriso scoperta il mese scorso in Francia e attribuita a Cimabue (Firenze, 1240 circa - Pisa, 1302). Il dipinto è andato ieri in asta presso la casa Actéon di Compiègne, nel nord della Francia, con una stima che era già molto alta (tra i 4 e i 6 milioni di euro). La piccola tavola (25,8 x 20,3 centimetri) ha raggiunto la cifra record di 24,1 milioni di euro (ovvero 19 più diritti), la più alta mai raggiunta in asta per un’opera medievale (la settima di sempre per un’opera d’arte antica). In sala erano presenti tre degli otto offerenti che si sono dati battaglia per l’opera: non conosciamo però l’identità di chi l’ha spuntata, dal momento che il compratore ha preferito mantenere l’anonimato.
La scoperta di quest’opera era avvenuta in maniera piuttosto rocambolesca: era stata infatti segnalata alla casa d’aste dalla proprietaria della tavoletta, un’anziana signora di Compiègne che la teneva appensa in cucina, vicino ai fornelli.
“È la più costosa opera di un primitivo che sia mai stata venduta nel mondo”, dichiara la casa d’aste. “E si classifica inoltre al settimo posto tra le opere antiche più care di sempre, dopo il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, la Strage degli innocenti di Rubens, un Pontormo, un Rembrandt, un Raffaello e un Canaletto”. Si tratta infatti di un’opera molto rara: secondo gli esperti di Actéon, apparterrebbe a un dittico del 1280, successivamente smembrato, sul quale erano dipinte le storie di Cristo e del quale si conoscono al momento solo due scene, la Flagellazione conservata alla Frick Collection di New York e la Madonna col Bambino in trono della National Gallery di Londra.
Record per il Cimabue ritrovato in cucina: venduto in asta a 24,1 milioni di euro |