L’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, intervenendo ieri mattina alla trasmissione Agorà su Rai Tre, ha dichiarato che abolirebbe il bonus cultura per i diciottenni. L’affermazione rientra nel quadro più generale di un possibile scenario per la manovra finanziaria che dovrà essere pronta entro fine anno e che avrà effetto sul 2020.
Intervistato dalla giornalista Monica Giandotti sulle proporzioni che dovrà avere la finanziaria, Cottarelli ha dichiarato che “per quanto riguarda la difficoltà di centrare gli obiettivi di bilancio, per il prossimo anno l’obiettivo dovrebbe essere il 2,1% del rapporto deficit-pil. Per arrivare a questo obiettivo senza aumentare l’IVA bisogna trovare attualmente non più i 23-25 miliardi originali, perché qualche effetto già c’è stato quest’anno, perché le cose stanno andando un po’ meglio, ma almeno, secondo me, una quindicina di miliardi. Non è impossibile ma è molto difficile. Se poi però si dice ‘noi vogliamo tagliare il cuneo fiscale, vogliamo dare più soldi alle famiglie, vogliamo fare questo e quest’altro’, beh, allora diventa davvero parecchio impossibile direi, direi”.
Giandotti ha sottolineato che, proprio sul cuneo fiscale, sembrerebbe già “palesarsi la prima distanza tra Pd e Movimento 5 Stelle”, nel senso che entrambi dicono che bisogna tagliare le tasse sul lavoro“, però il Pd propone di in busta paga ai lavoratori e il Movimento dice invece di darli agli imprenditori. Cottarelli ha risposto affermando che ”prima di dire come spendere questi soldi bisognerebbe trovarli. La difficoltà principale è trovarli. Lo spread basso ci farà risparmiare nel lungo periodo. Nell’immediato il risparmio è molto più basso. Quando dico che servirebbero 13-15 miliardi da trovare per il prossimo anno già io ci metto dentro il risparmio dei tassi d’interesse. Bisognerebbe trovare un risparmio di spesa credo attorno ai 13-15 miliardi. Se si vuol centrare l’obiettivo di deficit. Se vogliamo avere un deficit più alto allora bisogna vedere come reagiscono i mercati, come reagisce la Commissione Europea. Quindi torniamo al punto fondamentale: trovare per lo meno i soldi per aumentare l’IVA. Poi si potrà pure aumentare l’IVA, però secondo me sarebbe psicologicamente piuttosto pericoloso".
A questo punto Giandotti ha chiesto a Cottarelli su cosa si potrebbe risparmiare. Ed è qui che Cottarelli ha proposto di abolire il bonus cultura per i diciottenni : “bisognerebbe andare a vedere le misure introdotte negli ultimi anni che forse non erano essenziali”, sostiene l’economista. “Faccio un esempio, anche se è una cifra piuttosto piccola: i 500 euro dati a chi compie diciotto anni per comprare cose che sarebbero relative alla cultura, io quelli li toglierei. Non c’è nessun paese che fa questa cosa e nessun paese ci ha imitato dopo che l’abbiamo introdotta. Il bonus cultura, chiamiamolo in questo modo”. Cottarelli però ha poi detto anche: “l’unica cosa che non toccherei è la spesa per la pubblica istruzione: quella è fondamentale in Italia”.
Il bonus cultura ha avuto stanziamenti per 290 milioni di euro nel 2018 (ne sono stati poi spesi 192) e 240 per il 2019 (tagliati a 140 con il decreto crescita, ma in seguito ripristinati). La misura prevede che i ragazzi che compiono diciott’anni durante l’anno solare possano spendere 500 euro in prodotti culturali: libri, concerti, dischi, biglietti per il teatro, musei. Nel 2017 la spesa complessiva è stata di 163 milioni di euro, così ripartita: il 66,5% in libri, l’11,7% per musica, il 10,3% in biglietti per i concerti, l’8,6% al cinema, l’1,25% in corsi di formazione, lo 0,88% per il teatro, lo 0,42% per eventi culturali, lo 0,37% per musei e monumenti.
Nella foto: Carlo Cottarelli ad Agorà
Carlo Cottarelli: “toglierei il bonus di 500 euro per i diciottenni. Nessun altro paese fa questa cosa” |