Da oggi la riforma dell’esportazione dei beni culturali, di cui abbiamo a lungo parlato su queste pagine (in particolare con un riassunto delle misure previste, un’intervista a favore e un’intervista contraria), è legge. Il ddl concorrenza, che contiene la riforma, ha infatti ottenuto la fiducia chiesta dal governo al Senato, che l’ha accordata con 146 voti a favore e 113 contrari. Il ddl è dunque passato ed è legge.
Oltre all’esportazione dei beni culturali ci sono importanti norme su energia, liberi professionisti, banche, poste, farmacie e molto altro. Ci sono voluti ben 894 giorni per l’approvazione. Il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, così ha commentato: “E’ stata approvata oggi per la prima volta in Italia la Legge annuale per il mercato e la concorrenza. Dopo un iter travagliato di quasi tre anni è un importante segnale di serietà per il Paese. La legge introduce significative novità in tema di assicurazioni, professioni, energia, comunicazioni, ambiente, trasporti, turismo, poste, banche e farmacie con l’obiettivo di stimolare la crescita e la produttività e consentire ai consumatori di avere accesso a beni e servizi a minor costo”.
Ricordiamo brevemente le novità introdotte dalla riforma dell’esportazione dei beni culturali: aumento da 50 a 70 anni della soglia per la valutazione della Soprintendenza ai fini della concessione dell’attestato di libera circolazione (le opere meno vecchie di 70 anni non dovranno quindi essere passate al vaglio dei funzionari prima di essere esportate); introduzione di una soglia di 13.500 euro sotto la quale le opere potranno liberamente circolare dietro autocertificazione (le Soprintendenze potranno fare controlli a campione); introduzione di un “passaporto” per le opere, di durata quinquennale, per agevolare l’uscita e il rientro delle opere stesse dal e verso il territorio nazionale.
La riforma dell'esportazione dei beni culturali è legge: passato il ddl in Senato |