Si è tenuta stamattina a Ca’ Giustinian la premiazione dell’edizione numero 58 della Biennale di Venezia. La giuria internazionale tutta al femminile, composta da Stephanie Rosenthal (Presidente di Giuria, Germania), Defne Ayas (Turchia/Olanda), Cristiana Collu (Italia), Sunjung Kim (Corea) e Hamza Walker (Stati Uniti), ha sancito il trionfo del Padiglione della Lituania, che si aggiudica il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale. L’opera vincitrice è Sun & Sea (Marina) delle artiste Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite, una finta spiaggia allestita in un magazzino nei pressi dell’Arsenale, al piano terra (il pubblico, entrando, si dispone al piano superiore e ammira dall’alto la performance dove i figuranti si muovono sulla spiaggia con, in sottofondo, musiche d’opera contemporanea attraverso le quali i personaggi della spiaggia cantano le loro storie e i loro problemi). La giuria ha garantito il premio alla Lituania “per l’approccio sperimentale del Padiglione e il suo modo inatteso di affrontare la rappresentazione nazionale. La giuria è rimasta colpita dall’originalità nell’uso dello spazio espositivo, che inscena un’opera brechtiana, e per l’impegno attivo del Padiglione nei confronti della città di Venezia e dei suoi abitanti. Sun & Sea (Marina) è una critica del tempo libero e della contemporaneità, cantata dalle voci di un gruppo di performer e volontari che impersonano la gente comune”.
Il Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale (che per questa Biennale s’intitola May you live in interesting times ed è curata da Ralph Rugoff va ad Arthur Jafa (Tupelo, 1960), premiato “per il suo film del 2019 The White Album (sede: Padiglione Centrale, Giardini), che è in egual misura un saggio, una poesia e un ritratto. Jafa utilizza materiale originale e d’appropriazione per riflettere sul tema razziale. Oltre ad affrontare in modo critico un momento carico di violenza, nel ritrarre con tenerezza gli amici e i familiari dell’artista il film fa anche appello alla nostra capacità di amare”.
Il Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra Internazionale va ad Haris Epaminonda (Nicosia, 1980), “per le sue costellazioni che uniscono in un’attenta costruzione immagini, oggetti, testo, forme e colori, fatte di memorie frammentate, storie e connessioni frutto dell’immaginazione; per mostrarci che la dimensione storica e quella personale possono essere compresse in un intreccio di molteplici significati, potente e duttile al tempo stesso”.
La giuria ha inoltre attribuito alcune menzioni speciali: la prima, per le partecipazioni nazionali, va al Belgio e al suo padiglione Mondo cane di Jos de Gruyter & Harald Thys, per la curatela di Anne-Claire Schmitz (la motivazione: “con il suo humor spietato, il Padiglione del Belgio offre una visione alternativa degli aspetti, spesso trascurati, dei rapporti sociali in Europa. L’inquietante rappresentazione di una serie di personaggi che hanno l’aspetto di fantocci meccanici ispirati a stereotipi di folklore fanno sì che il Padiglione agisca su vari registri creando due, se non più, realtà parallele”). Le altre sono andate a due artisti della mostra internazionale: Teresa Margolles (Culiacán, 1963), “per le sue opere acute e commoventi che trattano il dramma delle donne gravemente coinvolte dal narcotraffico nel suo Messico, creando potenti testimonianze che spostano strutture esistenti nel mondo reale alle sale espositive”, e Otobong Nkanga (Kano, 1974), “per la sua ricerca continua e carica di ispirazione attraverso i media nella politica della terra, del corpo e del tempo”.
Nella foto, il padiglione della Lituania
Biennale di Venezia, Leone d'Oro alla finta spiaggia della Lituania. Miglior artista Arthur Jafa |