La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia ospita, dal 16 marzo al 9 giugno 2019, la mostra Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza. L’esposizione, curata da Michele Emmer, già professore ordinario di Matematica all’Università Sapienza di Roma, e Marco Pierini, direttore della Galleria, vuole ripercorrere la storia dell’arte analizzando il tema delle bolle di sapone per indagare quali furono i presupposti artistici, scientifici e culturali che fecero accrescere l’interesse per tale tematica. La mostra presenta circa sessanta opere, con capolavori di artisti come Fra Galgario’, Jan Bruegel il Giovane, Karel Dujardin, Man Ray, Max Beckmann, Giulio Paolini e altri, provenienti dalle più importanti istituzioni nazionali e internazionali, come la National Gallery di Londra e la National Gallery di Washington. L’ispirazione per la mostra nasce da un testo di Michele Emmer pubblicato nel 2010, intitolato Bolle di sapone tra arte e matematica (edito da Bollati Boringhieri), in cui vengono esplorate le interrelazioni con la matematica, la pittura, la fisica e l’architettura. L’importante saggio, summa del lavoro di ricerca di tutta una vita, ha vinto il Premio Viareggio 2010 per la sezione saggistica.
Simbolo di fragilità, della caducità delle ambizioni umane, della vita stessa, fin dal Cinquecento le bolle di sapone hanno affascinato generazioni di artisti per quei giochi di colore che si muovono sulle superfici saponose, per la loro lucentezza, per la loro leggerezza. La rassegna si presenta anche come un’iniziativa interdisciplinare che, parallelamente al percorso storico artistico, racconta la nascita dell’interesse scientifico, fisico e matematico delle lamine saponate, modelli di una geometria delle forme molto stabili. Viene offerta al pubblico una panoramica esaustiva del tema che arriva fino al Novecento con lavori di artisti quali Man Ray, Max Beckmann, Giulio Paolini, fino a giungere alla sua trattazione nell’ambito dell’architettura contemporanea, con la maquette del celebre Water Cube, la piscina olimpionica di Pechino progettata dallo studio australiano PTW Architects, con il quale hanno collaborato China State Construction Engineering Corp e Arup Ltd.
Ma non ci sono soltanto le arti tradizionali: in mostra presente anche una sezione dedicata a stampe e incisioni, fotografie, nonché locandine e manifesti pubblicitari. Importanti in questo senso sono le affiche provenienti dalla Collezione Salce di Treviso, che illustrano la grande fortuna di questo soggetto a scopi pubblicitari per la vendita di prodotti legati soprattutto alla cura della persona, a partire dal celebre esempio del manifesto del sapone Pears, rielaborato a partire dal dipinto Soap Bubbles, del pittore e illustratore britannico John Everett Millais. Parallelamente al percorso artistico, l’esposizione documenta il fondamentale ruolo giocato dalle bolle di sapone nelle ricerche settecentesche sulla rifrazione della luce e sui colori, fino a quelle successive circa le teorie sulle superfici minime o sulle forme di aggregazione organica della materia. A partire dal libro di Isaac Newton, Opticks, or a Treatise of the Reflections, Refractions, Inflections and Colours of Light, del 1706, proveniente dalla Biblioteca Oliveriana di Pesaro, nel quale il fisico inglese descrive in dettaglio i fenomeni che si osservano sulla superficie delle lamine saponate, per arrivare alle attuali sperimentazioni attraverso l’ausilio della computer grafica, la mostra vuole anche sottolineare l’importanza che le bolle hanno rivestito in tutta la scienza contemporanea, e come queste ultime scoperte, a loro volta, continuino a ispirare artisti e architetti contemporanei nelle loro creazioni.
La mostra è accompagnata non solo da un catalogo scientifico, edito da Silvana Editoriale, ma anche da un libro per bambini edito da Aguaplano libri con testi di Michele Emmer e illustrato da Francesca Greco. “Perché soffiare bolle di sapone”, si legge nella presentazione del volume, “è da sempre un divertimento: alcune sono piccole, altre più grandi, altre grandissime; alle volte due o più si attaccano insieme e allora si ottengono delle forme non più sferiche ma molto più complesse. Se c’è il vento volano lontano, altrimenti ondeggiano nell’aria e restano come sospese. Se c’è il sole e le si guarda in trasparenza, si possono vedere i colori dell’iride che si muovono sulle superfici saponate”. Accanto alla mostra ci sarà anche una serie di eventi collaterali, come spettacoli e performance dal vivo di vario genere sul tema delle bolle; talk, visite guidate, proiezioni, laboratori didattici per adulti e bambini e conferenze scandiranno tutto il periodo delle bolle in Galleria.
La mostra è inserita tra i progetti Art Bonus della Galleria Nazionale dell’Umbria per l’anno 2019, trovando un generoso e fondamentale sostegno nella Famiglia Campanile, fondatrice di una delle più importanti realtà industriali del territorio, la SACI Industrie S.p.A. Orari di visita: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30). La mostra si visita con il biglietto della Galleria Nazionale dell’Umbria: intero 8 euro, ridotto 4 euro. Per tutte le info è possibile visitare il sito della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Karel Dujardin, Allegoria della vanità umana (1663; olio su tela, 139,2 x 117,1 x 9,3 cm; Copenaghen, Staten Museum for Kunst)
Fonte: comunicato
Titolo mostra | Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza | Città | Perugia | Sede | Galleria Nazionale dell’Umbria | Date | Dal 16/03/2019 al 09/06/2019 | Curatori | Michele Emmer | Temi | Novecento, Ottocento, Seicento, Settecento |
Una mostra tutta dedicata alle bolle di sapone nella storia dell'arte. A Perugia |