È scomparso a Princeton (New Jersey) lo scorso 3 febbraio, all’età di novantun anni, Irving Lavin, noto storico dell’arte statunitense, specialista del Rinascimento e del Barocco italiano. Nato a Saint Louis (Missouri) nel 1927, aveva dapprima studiato alla Washington University di Saint Louis, dove si era laureato nel 1949, e aveva poi proseguito gli studi ottenendo una prima specializzazione nel 1952 alla New York University, e una seconda nel 1953 ad Harvard, per poi completare nel 1955 il suo dottorato di ricerca, sempre ad Harvard. Molte le scoperte di Lavin nell’ambito degli studi sul Barocco, tra cui diversi busti di Bernini precedentemente sconosciuti. La sua attività era proseguita fino agli ultimi, dal momento che è del 2018 la sua scoperta più recente, un busto-ritratto di Prospero Farinacci pubblicato nella primavera del 2018.
Fino al 1961, Lavin ha insegnato storia dell’arte al Vassar College per poi ottenere una cattedra alla New York University, tenuta fino al 1973, anno in cui è diventato docente all’Institute for Advanced Study (IAS) di Princeton: successore di Erwin Panofsky, Lavin ha lavorato allo IAS fino al 2001, anno del suo pensionamento, in seguito al quale è divenuto professore emerito dell’Istituto. Irving Lavin era conosciuto per la sua profonda conoscenza dell’arte e della cultura italiana, risultato di oltre cinquant’anni di studi, che si sono concentrati soprattutto a Roma. Per il suo contributo offerto all’arte italiana, Lavin ha ricevuto nel 1981 il Premio Daria Borghese, è stato nominato membro onorario dell’Università dei Marmorari di Roma oltre che membro straniero dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Accademico d’Onore all’Accademia Clementina di Bologna. Inoltre, nel 2005 ha ricevuto dall’Università di Pisa il Premio Internazionale Galileo Galilei.
“Irving ha esemplificato le caratteristiche di uno studioso di caratura mondiale e di un umanista con la sua generosità, il suo entusiasmo e la sua curiosità, che hanno abbracciato diverse discipline”, ha dichiarato Robbert Dijkgraaf, matematico e direttore dello IAS. “La comunità dell’Istituto, che Irving ha reso la sua casa intellettuale per 45 anni, è stata arricchita dalla sua presenza, dalle sue intuizioni, e dalla sua cara amicizia. Mancherà molto qui e in tutto il mondo”.
Lo studioso avrebbe dovuto tornare a Roma a marzo, dove era in programma un suo intervento a un convegno alla Fondazione Caetani. Il suo ultimo articolo, intitolato The Silence of David by Gianlorenzo Bernini sarà pubblicato postumo nella primavera del 2019 sulla rivista Artibus et Historiae. Tra i suoi libri figurano pubblicazioni su Bernini ma anche su altri temi, per esempio un libro sul Duomo di Firenze del 1999 e uno sul rapporto tra Caravaggio e Georges de la Tour del 2000.
Nella foto: Irving Lavin (ph. Credit Cliff Moore)
Addio a Irving Lavin, storico dell'arte, grande esperto del Barocco italiano |