L’opera raffigurante Giuditta che decapita Oloferne, scoperta nel 2014 e attribuita a Caravaggio (un’attribuzione tuttavia contestata da molti studiosi), non entrerà a far parte delle collezioni statali francesi. È questa la conclusione del Ministero della Cultura francese dopo trenta mesi di studi: il rifiuto nascerebbe proprio dal fatto che l’attribuzione a Caravaggio è troppo discussa.
Adesso potrebbe aprirsi la possibilità che l’opera venga venduta all’asta: il sito specializzato Artprice ipotizza una vendita per la fine della primavera. Tuttavia c’è anche da sottolineare che questa ipotesi è stata scartata da Éric Turquin, uno degli scopritori della tela: “la classificazione come Trésor national [una sorta di corrispettivo della nostra dichiarazione d’elevato interesse culturale, ndr] è caduta il 24 dicembre”, ha spiegato Turquin al quotidiano Le Figaro. “Il dipinto può dunque circolare liberamente. Questo ci permette di procedere subito con le operazioni di pulitura, ma in nessun caso una decisione sulla vendita verrà presa prima della fine del restauro”. Turquin esclude che al momento l’opera finisca dunque all’asta.
Turquin rimane convinto della bontà dell’attribuzione a Caravaggio. “In effetti, nel 1607”, ha spiegato in una nota, “Caravaggio fuggì da Roma dov’era accusato di omicidio e si rifugiò a Napoli, città allora spagnola. Là, affidò a Louis Finson una tela raffigurante Giuditta e Oloferne. Una lettera svela che l’opera fu messa in vendita per 300 ducati d’oro, una somma esorbitante. Un’altra lettera rivela che alla morte di Finson ad Amsterdam nel 1617, il mercante lasciò il prezioso dipinto al suo amico e associato Abraham Vink”. Da questo momento in avanti dell’opera si sarebbero perse le tracce. “Fino al momento della nostra scoperta a Tolosa non si conosceva che la copia di Louis Finson. Abbiamo ritrovato il dipinto che tutti cercavamo”.
L’attribuzione a Caravaggio è stata accolta dallo studioso Nicola Spinosa, ma molti storici dell’arte, rilevando scarti di qualità nei confronti delle opere di Caravaggio, non sono convinti di questa ricostruzione e hanno preferito non assegnare l’opera a Caravaggio (tra i contrari spiccano i nomi di Mina Gregori, Gianni Papi, Alessandro Zuccari e Tomaso Montanari: in particolare, Gianni Papi ritiene si tratti di un’ulteriore copia di Finson, mentre la studiosa Giovanna Sapori ha formulato il nome di Giovanni Francesco Guerrieri). L’opera peraltro fu esposta, tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017, alla Pinacoteca di Brera, in una mostra che suscitò moltissime polemiche e portò alle dimissioni dello storico dell’arte Giovanni Agosti dal comitato scientifico del museo milanese. L’opera di Tolosa era stata esposta assieme all’omologo dipinto noto di Louis Finson (oggi conservato alle Gallerie d’Italia di Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli) e alla Cena in Emmaus di Caravaggio.
Nell’immagine: Attribuito a Caravaggio o a Louis Finson, Giuditta e Oloferne (1606-1607; olio su tela, 144 x 173,5 cm; Tolosa, Collezione privata)
Lo Stato francese ha deciso che non acquisterà la Giuditta di Tolosa attribuita a Caravaggio |