Non doveva partire per Palermo, dove avrebbe raggiunto le altre opere di Antonello da Messina (Messina, 1430 - 1479) riunite per la mostra monografica dedicata all’artista siciliano e in corso a Palazzo Abatellis dal 14 dicembre 2018 al 10 febbraio 2019: alla fine però l’Annunciazione, capolavoro del 1474 conservato a Siracusa presso Palazzo Bellomo, è partita alla volta del capoluogo regionale malgrado la forte resistenza della città, che non voleva privarsi della sua opera (e nei giorni scorsi si era tenuto addirittura un presidio di protesta davanti a Palazzo Bellomo). Si tratta infatti di un’opera estremamente delicata: “traumaticamente trasferito dalla tavola alla tela a causa dell’assoluta inconsistenza strutturale del supporto ligneo, corroso dall’umidità, sottoposto a continui interventi di manutenzione e restauro”, ha spiegato nei giorni scorsi lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa al quotidiano La Sicilia, “è in precarie condizioni a causa dei danni subiti nel tempo. Per difenderlo è stato inserito in una teca di vetro. La stessa Regione ha emanato nel 2013 un decreto di inamovibilità che oltre al capolavoro di Antonello comprende altre opere di pregio”. E in effetti, la lista delle opere siciliane che non dovrebbero lasciare i loro musei (si tratta di 23 oggetti) era stata stilata cinque anni fa da Mariarita Sgarlata, oggi consigliera al MiBAC e all’epoca assessore regionale alla cultura.
Insomma: per riprendere un paragone di Giansiracusa, che è docente di storia dell’arte alla facoltà di architettura dell’Università di Catania ed è stato preside dell’Accademia di Belle Arti di Siracusa, portare via il dipinto dal suo museo è come trasportare un malato fuori dall’ospedale. Si tratta infatti di un capolavoro martoriato (e oltretutto con ampie lacune su pressoché tutta la superficie pittorica, specialmente nella porzione inferiore), peraltro restaurato nel 2009, dopo il prestito alla grande mostra su Antonello tenutasi nel 2006 a Roma, presso le Scuderie del Quirinale. Eppure, alla fine l’opera è partita comunque alla volta del capoluogo. Ma proprio sul trasporto si sono concentrate roventi polemiche: un video pubblicato mercoledì sera dallo stesso Paolo Giansiracusa sul suo profilo Facebook riprende il momento in cui l’opera esce da Palazzo Bellomo, trasportata a braccia da alcuni addetti nel tragitto dall’uscita del museo fino al mezzo blindato che l’avrebbe portata a Palermo. E questo, lamenta Giansiracusa, malgrado l’assessore regionale alla cultura, Sebastiano Tusa, avesse garantito un moderno e sicuro dispositivo di sicurezza.
“Così si sono portati Antonello”, ha commentato Giansiracusa. “Ruzzoloni ruzzoloni sotto la pioggia... altro che strutture di sospensione e garanzie microclimatiche”. E ha concluso con un ironico appello: “Condividete in massa così Tusa verifica la qualità dei suoi delicatissimi metodi”. Ed è subito esplosa la rabbia sui social: c’è chi osserva che “neanche il camion vicino al portone hanno messo”, altri che ironizzano sul fatto che “neanche un armadio dell’Ikea si trasporta così”, altri ancora preoccupati perché le sollecitazioni subite durante il trasferimento potrebbero aver recato danni al dipinto.
Adesso, il Comitato “Nessuno tocchi Antonello”, costituitosi proprio per impedire il trasferimento dell’Annunciazione, ha presentato un esposto ai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, che valuteranno tutti i dettagli dell’operazione.
Nell’immagine: un momento del trasporto (dal video di Paolo Giansiracusa).
Sicilia, roventi polemiche per la delicatissima Annunciazione di Antonello da Messina trasportata a braccia |