Sono moltissimi i reperti andati distrutti durante il devastante incendio del Museo Nazionale di Rio de Janeiro, in Brasile, una sorta di British Museum sudamericano, nonché il museo con la quinta raccolta più vasta del mondo: aveva festeggiato quest’anno il duecentesimo anno d’attività ed era il più importante in assoluto tra i musei di archeologia e antropologia dell’America Latina. È finito in cenere lo scheletro “Luzia”, il più antico di tutta l’America Latina: è la vittima più famosa del rogo. Lo ha confermato Kátia Bogéa, presidente dell’Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale del Brasile, al giornale O Estado de São Paulo: “il pubblico non potrà mai più vedere Luzia, è andata distrutta nell’incendio”. Gli addetti ai lavori temono che possano essere andati perduti sotto le fiamme tutti i maggiori reperti che il Museo accoglieva: gli affreschi pompeiani, la raccolta botanica di Bertha Lutz, i fossili del Maxakalisaurus e dell’Angaturama limai (rispettivamente il più grande dinosauro e il più grande dinosauro carnivoro trovati in Brasile), il sarcofago di Sha Amun En Su, il trono di re Adandozan, la mummia dell’Atacama. Si è invece salvato il meteorite di Bendegó, a causa della sua composizione: è fatto di minerali che resistono al fuoco.
Nel frattempo folle di cittadini si sono riversati nella Quinta de Boa Vista, il grande parco nel centro di Rio de Janeiro dove si trova il museo, per vedere il risultato della devastazione: le fotografie hanno catturato moltissime persone disperate, che piangevano nell’osservare i resti del museo distrutto. E mentre si levano accuse contro il governo, responsabile di tagli che avrebbero impedito una gestione efficiente del Museo Nazionale, sui media brasiliani cominciano ad apparire le prime foto dell’interno del museo in cenere. Tra i primi a pubblicare foto esclusive, i quotidiani R7 e G1.
Arrivano anche nuovi commenti dagli addetti ai lavori. João Carlos Nara, conservatore del Museo, ha dichiarato che il “danno è irreparabile” e che “poco resterà” delle collezioni. Occorrerà però aspettare la fine del lavoro dei pompieri per avere stime più precise dei danni e delle perdite. Non ha usato invece mezzi termini Marina Silva, già ministro dell’ambiente del governo Lula, affermando che l’incendio è stato come una “lobotomia della memoria del Brasile”. L’antropologo Mércio Gomes, già presidente della Fundação Nacional do Índio, ha scritto su Facebook: “per noi brasiliani è una tragedia equivalente a quella che per il mondo antico fu la perdita della Biblioteca di Alessandria [...] Noi brasiliani abbiamo solo 500 anni di storia. Il nostro Museo Nazionale aveva 200 anni, ma era ciò che avevamo, e ora è perso per sempre [...]. Dobbiamo ricostruirlo, rifare le collezioni di scienze naturali, le collezioni di arte indigena, le collezioni di piante, animali, mappe, tutto ciò che del passato può essere ricostituito”. Ironia della sorte, nel mese di giugno il Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social (BNDES) aveva assegnato un finanziamento di 21,7 milioni di real brasiliani (circa 4,5 milioni di euro) per lavori di restauro e riqualificazione del Museo Nazionale, nei quali erano compresi anche miglioramenti del sistema antincendio.
Museo Nazionale di Rio, le immagini della distruzione. “Per noi è come l'incendio della Biblioteca di Alessandria” |