Alla fine sono valse a poco le spiegazioni degli organizzatori della Barcolana di Trieste, la grande regata velica, la più affollata del Mediterraneo, che si svolge ogni anno nelle acque della città giuliana, e che per il 2018 si terrà dal 5 al 14 ottobre. La manifestazione, infatti, doveva essere promossa con un manifesto che vedeva per protagonista una delle più grandi star dell’arte contemporanea, Marina Abramović, raffigurata nell’atto di sventolare una bandiera con la scritta We’re all in the same boat, “Siamo tutti sulla stessa barca”. Nonostante le rassicurazioni di Mitja Gialuz, presidente della Società velica di Barcola e Grignano (organizzatrice della manifestazione), e di Andrea Illy, patron dell’azienda Illy (partner dell’evento e committente del manifesto), sul fatto che il manifesto fosse portatore di un “messaggio che parla di sostenibilità”, che “indica che abbiamo un destino comune, che dobbiamo prenderci cura della terra e che possiamo raggiungere la felicità solamente attraverso l’altruismo” (così Illy), e che inoltre “si sposa perfettamente alla nostra regata” (Gialuz), il poster con Marina Abramović è stato completamente ritirato, e la diffusione bloccata.
Il motivo? La scritta non è piaciuta ai leghisti che governano la città nella giunta di centro-destra. Già agli inizi di luglio, il vicesindaco Paolo Polidori (Lega Nord) aveva dichiarato che fosse “inaccettabile, di pessimo gusto, immorale che si faccia propaganda politica con una manifestazione, la Barcolana, che appartiene a tutta la città”, e aveva annunciato l’intenzione di muoversi per ritirare il sostegno del Comune all’evento. Oggi Polidori, parlando con Repubblica, ha rincarato la dose: “quel manifesto deve sparire. Via dai pieghevoli, dagli inviti e dalle brochure ufficiali. Proibito: a Trieste e nel resto del mondo”. Ha poi aggiunto: “con gli organizzatori sono stato chiaro: o sparisce quell’orrore, o salta la convenzione con il Comune. Significa stop a 30 mila euro di finanziamenti, Frecce Tricolori, permessi per l’occupazione del suolo pubblico, sicurezza”.
E l’opera, stante la reazione del vicesindaco e il rischio di veder compromessa la buona riuscita dell’evento, è stata effettivamente ritirata. Lo scorso 19 luglio, Gialuz e Polidori hanno diramato un comunicato congiunto in cui concordavano “sull’importanza di non dividere, ma di unire le persone attorno alla grande festa della Barcolana”, ribadendo che la Società Velica di Barcola e Grignano stava lavorando per superare le incomprensioni e per trovare un accordo con il Comune. Accordo che, evidentemente, aveva un senso unico: porre uno stop alla diffusione del manifesto con Marina Abramović. E il ritiro è avvenuto, come ha confermato quest’oggi Polidori con un altro post su Facebook: “il manifesto, che continuo a definire ’horrendum opus’, opera orribile nonché strumentalmente politica, come d’accordo non sarà presente sul territorio di Trieste, che è (utile rimarcarlo) limite della competenza di questa amministrazione!!”.
Adesso occorrerà domandarsi se questo caso non possa essere letto come un episodio di censura contro un’opera d’arte, e non possa costituire un pericoloso precedente.
Nell’immmagine, il manifesto della Barcolana con Marina Abramović.
Trieste, vicesindaco leghista fa ritirare il manifesto di Marina Abramović: “opera orribile, deve sparire” |