In occasione del trecentesimo anniversario dalla nascita di Giacomo Casanova (2 aprile 1725 - 4 giugno 1798), la Fondazione Giorgio Cini di Venezia partecipa alle celebrazioni cittadine con un ricco programma annuale che coinvolgerà tutti i suoi istituti e centri di ricerca. L’iniziativa punta a restituire un ritratto sfaccettato e multidisciplinare di una delle figure più emblematiche della storia di Venezia, protagonista dell’ultimo secolo di vita della Serenissima. La Fondazione vuole celebrare lo spirito europeo di Casanova: tra gli appuntamenti principali, spicca una grande mostra che si terrà da ottobre 2025 a febbraio 2026, tra la Galleria di Palazzo Cini a San Vio e le due sale Carnelutti e Piccolo Teatro sull’Isola di San Giorgio Maggiore.
“Il progetto dedicato a Casanova è un’occasione per sottolineare il legame profondo della Fondazione Giorgio Cini con la città, la sua storia, il suo contesto culturale prendendo spunto”, spiega il presidente Gianfelice Rocca, “dalle grandi personalità e importanti tematiche che attraversano la Storia. Un’opportunità per mettere in rilievo la competenza, la ricerca e la collaborazione tra gli Istituti e Centri della Fondazione in una proiezione internazionale. La vocazione della Fondazione è essere parte attiva, con questo ed altri eventi, nello scenario globale di un dialogo fondato sulla diplomazia culturale come strumento utile e necessario per reagire a un’epoca come la nostra, in cui le culture e le civiltà rischiano di viversi nemiche e incapaci di ascoltarsi, di comprendersi e di collaborare”.
“La Fondazione Giorgio Cini sta lavorando per proporre una lettura di Casanova che vada oltre l’immaginario usuale, il ’mito’ consolidato nella tradizione interpretativa che lo avvolge”, sottolinea il direttore scientifico Daniele Franco. “L’obiettivo è, innanzitutto, quello di mettere in luce un personaggio complesso, un uomo che da Venezia si sposta e viaggia attraverso l’Europa, in un periodo storico in rapido cambiamento culturale e politico in cui viene a prefigurarsi una visione della società europea pervasa da incertezze, tensioni e da un dibattito culturale via via più libero e complesso. Negli scritti di Casanova possiamo trovare tante delle contraddizioni e delle spinte al cambiamento che oggi l’Europa si trova a vivere”.
Casanova in time 1725 – 2025 è il titolo del simposio internazionale attorno alla figura storica di Casanova, rappresentativa di un mondo che andava scomparendo, come la Repubblica di Venezia, ma anche delle trasformazioni della società moderna. Il suo mito ha attraversato gli ultimi tre secoli rispecchiando gli sguardi sul Settecento di letterati, storici, artisti, cineasti, esponenti della cultura e della politica. Il simposio, che si terrà nell’Isola di San Giorgio Maggiore e a Ca’ Dolfin, nasce dalla collaborazione fra la Fondazione Giorgio Cini (Istituto per la Storia della Società e dello Stato Veneziano) e l’Università Ca’ Foscari Venezia (Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati), assieme all’Ateneo Veneto, l’Archivio di Stato di Venezia, il Museo del Settecento Veneziano e la Biblioteca del Museo Correr.
Tre dei sei Corsi di perfezionamento in programma all’Istituto Italiano Antonio Vivaldi sono dedicati al mondo casanoviano. Il 29 maggio si studieranno le vicende di cantanti, librettisti e concorrenti vivaldiani nelle caricature di Zanetti. Il 17 luglio, Casanova prima di Casanova affronterà il mito del libertino: il seminario si chiuderà con un concerto degli allievi dedicato al dramma per musica L’inganno trionfante in amore, il cui debutto è avvenuto nel 1725, anno di nascita di Casanova, al Teatro Sant’Angelo di Venezia. Infine, il 26 - 29 novembre, giornata di studi musicali su La cultura veneziana a Dresda. Casanova - Pisendel - Casanova. L’Accademia Vivaldi offre attività di alta formazione rivolte a gruppi di studenti selezionati tramite bandi (disponibili sul sito web della Fondazione): un’opportunità per perfezionarsi nell’interpretazione e di approfondire aspetti musicologici delle composizioni vivaldiane.
I Seminari di musica antica Egida Sartori e Laura Alvini, diretti da Pedro Memelsdorff, indagano le possibili comuni frequentazioni parigine di Giacomo Casanova e Joseph Boulogne, attraverso la ricerca e lo studio di partiture o altro materiale musicale. Di vent’anni più giovane, Boulogne condivise con il più celebre veneziano diversi tratti biografici: habitué nelle altre sfere nobiliari, leggendario seduttore, violinista, in seguito, anche agente politico e massone. L’opera di Boulogne verrà infatti messa in prospettiva con le sue attività politiche. Il seminario e il concerto intitolati Joseph Boulogne Chevalier de St. George. Concerti e sinfonie (1770-1780) vedranno come docente Théotime Langlois de Swarte, giovane stella del violinista barocco europeo e mondiale; ad assisterlo nel repertorio delle sinfonie sarà lo stesso direttore dei Seminari.
La mostra si propone di evocare e rappresentare la ricca atmosfera culturale e artistica dei primi decenni del Settecento a Venezia, periodo che ha segnato la nascita e la formazione di Giacomo Casanova. Il progetto espositivo, con il coordinamento scientifico di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte, si snoda tra l’Isola di San Giorgio Maggiore e la Galleria di Palazzo Cini. Il cuore della mostra sarà rappresentato dalla straordinaria raccolta di caricature contenuta nell’Album di Anton Maria Zanetti il Vecchio, accompagnata da una selezione di dipinti, disegni, incisioni, oggetti, libri e altri documenti. Questi materiali, provenienti sia dalle collezioni della Fondazione che da prestiti di musei e collezionisti italiani ed esteri, offriranno una visione unica di quel vivace contesto storico. Un aspetto particolarmente suggestivo sarà l’esposizione dei materiali del Fondo Nino Rota, custoditi dall’Istituto di Musica, relativi al celebre film Il Casanova di Federico Fellini (1976). Tra questi si annoverano quaderni di appunti musicali, spartiti autografi e fotografie. Inoltre, il Fondo Malipiero metterà a disposizione documenti che rivelano il legame del compositore con il Settecento veneziano, epoca alla quale dedicò molte opere significative. Tra i materiali spicca il testo Giacomo Casanova e la musica (in Il filo d’Arianna. Saggi e fantasie, Einaudi 1966), di cui si conservano appunti e trascrizioni.
L’Istituto per il Teatro e il Melodramma organizza una giornata di studi per indagare la scena teatrale al tempo di Casanova e approfondire gli echi casanoviani nella produzione teatrale italiana del Novecento. Studiosi provenienti da diverse università europee rifletteranno su come il mito di Casanova sia stato raccontato in età contemporanea sui palcoscenici italiani. L’iniziativa, che si terrà nell’Isola di San Giorgio Maggiore, è organizzata in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia e la Université Sorbonne di Parigi.
I musicisti Stefano Albarello (direzione, qānūn, chitarra barocca), Peppe Frana (liuti lavta e tanbūr), Giovanni De Zorzi (flauto ney) e Gianfranco Russo (viola d’amore) sono invitati dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, quale omaggio al profilo cosmopolita di Giacomo Casanova. Il concerto Casanova al Levante vedrà l’esecuzione di musiche in voga al tempo dei suoi viaggi nell’Est europeo e Costantinopoli, di derivazione sia veneziana che ottomana, con strumenti appartenenti alle due tradizioni musicali. Tra gli scritti lasciati da alcuni ambasciatori del tempo, infatti, ritroviamo alcune musiche trascritte secondo i criteri occidentali, composizioni strumentali e vocali che si potrebbero definire turchesche. Anche gli strumenti musicali utilizzati creano un connubio tra importazione della cultura orientale e una “orientalizzazione” della tradizione strumentale occidentale. È il caso della viola d’amore, adottata poi nel mondo ottomano col nome di sine kemān.
Con il convegno Libertinismo e spiritualità: tra desiderio e ribellione, il Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate dà il suo contributo alla comprensione della figura di Giacomo Casanova a tre secoli dalla sua morte. Nell’immaginario, il mito di Casanova si è costruito soprattutto attorno alla sua fama di libertino. Nel senso comune, il termine “libertinismo” viene usato con l’accezione di licenziosità in relazione a comportamenti sfrenati e privi di restrizioni morali o sociali. In realtà ha una lunga storia filosofica con radici nell’antichità, in cui la sensualità rappresenta spesso solo un aspetto. Le diverse forme di libertinismo, quando in contrasto con i dogmatismi religiosi e con le forme più moderate di riflessione filosofica, si sono diffuse attraverso canali clandestini nei quali non è raro trovare intersezioni con forme di spiritualità di tipo alternativo ed esoterico. In particolare, per Giacomo Casanova il libertinismo intellettuale e sensuale non fu alieno da interessi per la dimensione esoterica. Ne parleranno studiosi e ricercatori provenienti da molte università internazionali. L’evento è co-organizzato dal Center for the History of Hermetic Philosophy and Related Currents dell’Università di Amsterdam e dalla Harvard Divinity School.
Venezia, una grande mostra e tanti eventi celebreranno Giacomo Casanova a 300 anni dalla sua nascita |