A Venezia la danza di Bintou Dembélé come rituale evolutivo del corpo


Il 27 e 28 settembre 2024 la coreografa Bintou Dembélé presenta a Palazzo Grassi di Venezia un’esibizione inedita, che esplora le memorie corporee.

Palazzo Grassi a Venezia presenta il 27 e 28 settembre 2024 En mode marron, la nuova performance della coreografa e danzatrice Bintou Dembélé (Brétigny-sur-Orge, 1975). Il doppio appuntamento segna il ritorno di Dembélé alla danza con una performance in-situ, in dialogo con la mostra Ensemble dell’artista afroamericana Julie Mehretu.

Fin dal suo esordio nel 1985 Dembélé, tra le figure più significative della scena hip hop francese, celebra le culture popolari e le esperienze nate ai margini della società. Nelle creazioni Z.H., S/T/R/A/T/E/S – Quartet, -s/t/r/a/t/e/s- Le film, Rite de passage || Solo 1 e 2, G.R.O.O.V.E. e l’opera-balletto Les Indes Galantes, l’artista esplora rituali e memorie corporee con un approccio caratterizzato da gestualità in continua evoluzione e da molteplicità di stili e influenze. Attraverso la danza, la musica e la sua voce che riunisce in una sequenza circolare.

La performance inedita En mode marron si articola come un rituale dal ritmo ciclico, accompagnato da una musica ripetitiva. Mercoledì 25 settembre inoltre, Bintou Dembélé mette in scena a porte chiuse una versione inedita di Rite de passage – solo II, eseguita dal danzatore Michel detto “Meech” Onomo nell’ambito del Padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte 2024, che ha titolo “Con i miei occhi” e sede presso la Casa di Reclusione Femminile della Giudecca. L’appuntamento a cura di Dembelé si inserisce nel programma di interventi realizzati insieme alle ospiti della Casa di Reclusione Femminile. Il Padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte 2024 e il suo programma sono a cura di Bruno Racine, Direttore di Palazzo Grassi – Pinault Collection, e Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou-Metz.

Bintou Dembélé, Rite de passage. Foto: Christophe Raynaud De Lage
Bintou Dembélé, Rite de passage. Foto: Christophe Raynaud De Lage

Note sull’artista

Figura di spicco dell’hip-hop in Francia, Bintou Dembélé rivela e perpetua la storia singolare di questa cultura di protesta marginale. Ha iniziato a ballare nel 1985, esplorando l’underground, la cultura di strada, il clubbing e le prime sfide. Nel 2002 ha creato la Structure Rualité, una compagnia che sviluppa i suoi progetti artistici. Il suo primo assolo, Mon appart’ en dit long, è stato il primo passo verso la danza marronne. Le sue creazioni Z.H., S/T/R/A/T/E/S – Quartet-s/t/r/a/t/e/s- Le filmRite de passage || Solo 1 e 2G.R.O.O.V.E. riuniscono danza, musica, voce e arti visive, esplorando periferie, memorie rituali e corporee. Allo stesso tempo, ha sviluppato il suo pensiero artistico attraverso collaborazioni con artisti di altre discipline, tra cui il fotografo Denis Darzacq (serie “La Chute”), il poeta Grand Corps Malade (videoclip “Roméo kiffe Juliette”) e la regista Yolande Zauberman (videoclip “Révélations Césars”, 2021).

Nel 2016, l’incontro con lo scrittore Dénètem Touam Bona l’ha portata a estendere la nozione di marronnage alle arti. Nel 2017, l’artista visivo Clément Cogitore ha chiamato Bintou Dembélé a coreografare il cortometraggio Les Indes Galantes di Jean-Philippe Rameau, diventato virale sulla piattaforma 3e Scène. Nel 2019, in occasione del suo 350° anniversario, l’Opéra National de Paris ha commissionato loro la coreografia dell’intera opera-balletto, che è stata rappresentata sul palcoscenico dell’Opéra Bastille. Una delle caratteristiche distintive del lavoro di Bintou Dembélé è la combinazione di creazione e ricerca. Nel suo desiderio di collocare il pensiero e la danza marronne nella storia della danza, intrattiene scambi proficui con studiosi come Isabelle Launay (progetto di libro collettivo), Mame-Fatou Niang (Centre des études noires européennes et de l’Atlantique) e Noémie N’Diaye (Laboratoire Black Baroque).

Le sono stati dedicati grandi appuntamenti al Palais de la Porte Dorée (Notte dei Musei), al T2G-CDN, al Centre Pompidou-Beaubourg (Les mondes de) e al Musée du Quai Branly. È una dei dieci artisti internazionali invitati a celebrare il decimo anniversario del Centre Pompidou-Metz. Dal 2020 al 2022 Cathy Bouvard, co-direttrice degli Ateliers Médicis, l’ha invitata come artista associata e a partecipare alle riflessioni sul progetto definitivo dell’istituzione per il 2025. Nel 2021 è stata invitata a partecipare a una residenza artistica a Villa Medici a Roma e poi a Villa Albertine a Chicago, per la sua edizione inaugurale. Nel 2022 ha ricevuto il Premio SACD per la coreografia. A luglio 2023 ha aperto la 77. Edizione del Festival d’Avignon e ha contribuito, ad ottobre dello stesso anno, alla programmazione del Centre Pompidou con l’opera “G.R.O.O.V.E.”.


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