In occasione dei 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 - Firenze, 1574), partirà a Firenze dal 26 gennaio al 31 maggio, il ciclo di conferenze Giorgio Vasari 1574 - 2024: l’apogeo della fama. Il ciclo di rassegne, organizzate dalla sua classe di Storia dell’Arte, regolate ed introdotte da Massimiliano Rossi, avranno luogo presso l’Accademia delle Arti del Disegno, fondata nel 1563 dallo stesso artista. Rinomato pittore, architetto e scrittore, Vasari è principalmente ricordato per il suo libro Vite, la prima raccolta organica di storia dell’arte pervenutaci, che rappresenta una fonte inesauribile di informazioni biografiche sugli artisti del Rinascimento.
Quest’opera costituisce un ricchissimo archivio di dettagli sulle opere d’arte, molte delle quali sono ormai andate perdute. Con la fondazione dell’Accademia delle Arti del Disegno, l’obiettivo di Giorgio Vasari era emancipare l’artista e conferire un pieno riconoscimento intellettuale alle opere d’arte. Nella seconda edizione delle Vite, stampata nel 1568 dai Giunti, egli delinea una prospettiva intermedia tra il potere temporale e quello spirituale, attribuendo al primato dell’Arte una centralità che aveva già intravisto cinque anni prima con la fondazione dell’Accademia del Disegno. Mensilmente, esperti di storia dell’arte e accademici narreranno il processo attraverso il quale, tra il 1563 e il 1574, Giorgio Vasari si impose in maniera indiscussa come pittore, architetto, appassionato collezionista, prolifico letterato inventore di allegorie figurative.
Ad aprire il ciclo della prima serie di incontri, sarà Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, che venerdì 26 gennaio, parlerà de L’ultima grande impresa di Vasari: la cupola del Duomo di Firenze. “Quella di Vasari in Cupola” , racconta Acidini “è la grandiosa impresa finale della carriera di pittore, in cui riversa la sua colta inventiva e la sua sapienza tecnica. Ho seguito per dieci anni il restauro del Giudizio Universale, suo e di Zuccari: conosco e ricordo tutti quei 3600 metri quadrati di pittura murale!”
La rassegna continuerà il 16 febbraio con Alessandra Baroni della Scuola dell’Arte della Medaglia oligrafico e Zecca di Stato, ed esplorerà il legame tra Giovanni Stradano e Giorgio Vasari a Palazzo Vecchio. Successivamente il 1 marzo, Tommaso Casini dell’Università IULM presenterà una riflessione su La molteplicità del volto: il ritratto in Vasari e la sua fortuna. Il lunedì 29 aprile, Eliana Carrara dell’Università di Genova affronterà Vasari architetto tra cantiere scrittura. Infine, per la fine di questo primo ciclo il 31 maggio, Carlo Falciani dell’Accademia di Belle Arti di Firenze condurrà una conferenza intitolata Una machina grandissima quasi a guisa d’arco trionfale: Vasari a Bosco Marengo. Non mancheranno inoltre gli appuntamenti con Alina Payne, Director of Villa I Tatti, The Harvard Center for Italian Renaissance Studies, e Carlo Falciani, accademico ordinario della Classe di Storia dell’Arte.
“Fu un risultato straordinario”, conclude Massimiliano Rossi “e negli anni successivi, nell’Età del disciplinamento religioso e aldilà della frammentazione politica della Penisola, proiettò l’Italia nel futuro, dandole un’identità fortissima”.