Via in Toscana alla seconda edizione della Biennale dello Scarto, iniziativa ideata e curata dall’artista Rodolfo Lacquaniti: un evento che porta, nella Maremma toscana, opere di grandi dimensioni realizzate con materiale riciclato per dialogare con il paesaggio naturale e urbano di Grosseto e Castiglione della Pescaia. Il tema di questa nuova edizione è “L’energia circolare, gli scarti e gli scartati”.
Da maggio e per tutta l’estate, le strade e le piazze delle due cittadine toscane vedranno la presenza di arte contemporanea con nuove installazioni alle quali si aggiungono poi eventi di approfondimento sulle tematiche dell’ambiente e della sostenibilità. Successivamente poi l’iniziativa prenderà forma anche all’interno della manifestazione nazionale di Legambiente, “Festambiente”, al Monastero di Siloe nel Comune di Cinigiano (nel 2023) per concludersi un anno dopo a Firenze.
La Biennale dello Scarto è nata nel 2018, a Venezia, da una provocazione di Rodolfo Lacquaniti lanciata contro l’arte che inquina e il comportamento contraddittorio di molti artisti che sposano l’idea ecologista ma poi producono opere fortemente impattanti. L’arte di Lacquaniti, che si può già apprezzare nel suo Giardino Viaggio di Ritorno, apprezzato parco d’arte di Castiglione della Pescaia, secondo un calendario prestabilito o su prenotazione, ora si arricchisce di nuove opere in questa Biennale del Riciclo, “un viaggio alla scoperta di culture e civiltà vissute in questo territorio come gli etruschi, i romani, gli spagnoli, i francesi, gli arabi”, spiega Lacquaniti. “Attraverso del materiale riciclato ho dato vita a installazioni giganti che raffigurano viandandi, mutanti, visionati, sognatori e mistici capaci di dialogare con il paesaggio naturale e urbano che viviamo ogni giorno. L’idea è quella di ammirarli ma allo stesso tempo farci riflettere. L’anima dell’umanità è disgregata, impaurita e confusa, non ha l’energia per porre rimedio a tanti anni di distacco tra l’uomo e il mondo che la ospita. Non possiamo rimanere immobili; la cultura deve indicare una possibile via, deve aiutarci a sviluppare una coscienza ecologica. Ogni opera sarà, quindi, un omaggio a questa meravigliosa terra e l’occasione per affrontare la tematica ambientale. Uniremo in un unico racconto tutta la meraviglia della Maremma con la sua storia millenaria, i siti archeologici, personaggi, i musei, i parchi minerari e la natura. Una bellezza incontaminata che ci deve vedere tutti impegnati nella sua difesa”. Il progetto vuole essere una rivoluzione verde di felicità, tutela della biodiversità e della bellezza.
A Castiglione della Pescaia le opere della Biennale dello Scarto saranno in cinque sedi: Casa Rossa Ximenes (dal 21 maggio), con I due viandanti, opera dedicata a Leopoldo II di Lorena e all’ingegnere Leonardo Ximenes (materiali usati: scarti di ruote di vecchio aratro, tubi in ferro irrigazione, abbeveratoi per maiali, ventilatore usato in gallerie del vento della fabbrica del cotto, attrezzi agricoli, tubolari in ferro); Piazza Solti (dal 24 giugno), con I tre illuminati, opera dedicata a Italo Calvino, Georg Solti e Carlo Fruttero ed ai loro viaggi a Castiglione della Pescaia (materiali usati: scarti di due anelli in ferro scarto dei cerchioni delle ruote di trattore, tubolari in ferro zincato e ferro normale, piastre forate macchine fabbrica del cotto, tubi in ferro zincato irrigazione, tre oblò in acciaio di una barca, vetri di fonderia, rondelle e bulloni, piastre in ferro), Eremo di Malavalle (dal 22 luglio) con Il Viandante San Guglielmo (materiali usati: scarti di sportello in ferro, finestra in ferro, vari tipi di manufatti agricoli, testa di scheletro in materiale plastico, parte di una balestra, chiodi da falegname, incudine da calzolaio), gli Scavi di Vetulonia (dal 6 agosto), con Il fiore della vita, opera ispirata a uno scudo rotondo, raffigurante il fiore della vita, frammento di una statua di un guerriero databile intorno al II secolo a.C. (materiali usati: scarti di picchi di anelli in ferro, scarto dei cerchioni delle ruote di trattore, piastre in ferro, tubolari in ferro) e Palazzo Centurioni (dal 17 settembre), con Progetto Donne. Dal Rinascimento ai nostri giorni, un’installazione che si avvarrà di video-art, sculture, luci e musica. Il volto della mostra è dedicato a un quadro del Bronzino dove viene raffigurata l’illuminata Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo dei Medici, insieme a un mutante dell’installazione The Garbage Revolution (materiali usati: scarti di mutante di The Garbage Revolution realizzato in sbocco di vetro di fonderia, rete frangivento nera, base in ferro, accessori in latta).
Cinque sedi anche a Grosseto, dove le opere verranno installate a partire dal primo luglio. In piazza Duomo ci sarà il Cristo (materiali usati: scarti di piastre stonate e forate di macchine per la realizzazione del cotto, scatolari forati in ferro, attrezzi agricoli, anello in acciaio, anelli in ferro, scarto dei cerchioni delle ruote di trattore, ferro in acciaio avvolto in matassa spinato, tondini e scarti di ringhiere, tondi in ferro stampato, attrezzi vari agricoli), mentre in piazza Socci si vedrà Il viaggio di Sancio Pancia: con l’aiuto di uno dei romanzi più belli della letteratura internazionale Don Chisciotte della Mancia di Cervantes, l’opera, composta da 4 personaggi due umani e due animali, vuole riscattare Sancio Pancia collocandolo come attore principale insieme a Don Chisciotte. Accanto a loro due sagome stilizzate di un cavallo e di un asino (materiali usati: scarti di due dischi in vetro, resina di copertura di una botte in vetro, resina, anello in vetroresina, tubolari in ferro zincato, tubo di vecchia macchina agricola, attrezzo tondo con asta laterale per cuocere la cecina in ferro, ferri zigrinati di varie dimensioni, anelli dentati di varie automobili, tubo in ferro zincato da irrigazione, motore e ventola di macchina per ventilare il cotto, accessori agricoli, anello in acciaio e piastre tonde in acciaio).
In corso Carducci spazio a I due altanti che, disposti uno davanti l’altro, indicano l’entrata nella Biennale dello Scarto. Il tema affrontato è il rapporto tra gli esseri umani e le altre specie, ma anche il tema dell’apertura, del risveglio indispensabile per affrontare questioni che sembrano più grandi di noi. Le grandi braccia aperte delle due opere sono un richiamo all’energia cosmica, un abbraccio alla vita e al divino che è in ognuno di noi (materiali usati: scarti di tubi da irrigazione in ferro zincato, attrezzi agricoli e forbici agricole, trucioli in metallo, piastre in ferro, anelli in ferro, elementi figurati in ghisa, schermo pc, zappette agricole, elementi di ringhiera in ferro battuto, chiodi da falegname). In piazza Baccarini ci sarà Il cavallo e il cavaliere: l’artista lega, attraverso il cerchio della vita, tutte le specie viventi e li colloca in un progetto più ampio. La fierezza del cavallo che guarda l’orizzonte e la plasticità del cavaliere slanciato nello spazio sono legati l’uno all’altro dal cerchio magico della vita. Esiste un’altra dimensione dove non ci sono guerre da combattere, territori da conquistare ma la consapevolezza di far parte di un progetto più grande che va al di fuori dei confini planetari (materiali usati: scarti di anello in acciaio, anelli in ferro, scarto dei cerchioni delle ruote di trattore. Piastra tonda in acciaio, piastre in acciaio, tubolari in ferro, anello in acciaio, stampo in vetroresina e legno di una testa di cavallo, fusione di materiale in varie leghe, rondelle in ferro zincato. Bulloni di varie misure, lamiera in ferro, tubo di irrigazione zincato e accessori di bulloni).
Due opere, infine, al Cassero senese: presso le Mura Medicee ci saranno Le tre formiche, opera che si ispira alla straordinaria capacità delle formiche di risolvere i problemi incontrati durante la ricerca di cibo (materiali usati: scarti di tubolari in ferro di varie dimensioni e spessori, tondini in ferro di vari spessori, rete metallica, tubi da irrigazione in materiale plastico e molti altro), mentre nel Cassero stesso si vedrà la Ragazza su oggetto non identificato, che si ispira alla Ragazza sulla palla di Pablo Picasso (materiali usati: scarti di materiali agricoli e post-industriali, un serbatoio di gasolio della Seconda guerra mondiale sganciato da un aereo a forma di bomba).
In Maremma parte la seconda edizione della Biennale dello Scarto |