Dal 20 al 27 aprile 2024 a Savona prende corpo la seconda parte di CONNEXXION - ...per essere liberi. Tra identità e memoria -, il Festival Diffuso di Arte Contemporanea curato da Livia Savorelli e promosso dall’Associazione Culturale Arteam con il patrocinio del Comune di Savona, città candidata a Capitale italiana della cultura 2027. Dodici artisti animeranno con installazioni site-specific e performance tre luoghi simbolici della città di Savona: Piazza Martiri della Libertà, dove è collocato il Monumento alla Resistenza di Agenore Fabbri, di cui nel 2024 si festeggiano i 50 anni, la Fortezza del Priamàr, con il coinvolgimento di un’area esterna, e l’ex Carcere Sant’Agostino, recuperato in un’ottica di rigenerazione urbana. Il titolo del festival intende stimolare una riflessione ad ampio raggio sul concetto di libertà, in un mondo sempre più mosso da guerre e da un’accentuata spinta all’estremismo. L’ex Carcere Sant’Agostino è stato fortemente voluto dalla curatrice in quanto spazio da cui transitare per una riflessione conclusiva intorno al concetto di libertà, memoria e identità, per attuare una rigenerazione che da individuale possa diventare collettiva, accompagnandosi ad una progettualità basata sulla cultura come strumento per restituire il bene alla città con una rinnovata funzionalità. Proseguono inoltre, fino al 27 aprile 2024, le due mostre inaugurate nella prima parte del Festival, nel novembre 2023, sulla Fortezza del Priamàr: la prima Frammenti. Atti di conservazione per un futuro di libertà, curata da Livia Savorelli e Matteo Galbiati al Civico Museo Archeologico con opere di Roberto Ghezzi, Alberto Gianfreda, Laura Pugno, Attilio Tono e Ivano Troisi; la seconda Dialoghi intorno alla libertà, curata da Livia Savorelli al Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo con opere di Elena Bellantoni, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Gianni Moretti.
Realizzato con il contributo e il patrocinio del Comune di Savona, il contributo della Regione Liguria e della Fondazione Agostino De Mari, cui si aggiunge quello dell’Unione Industriali della Provincia di Savona, la seconda parte di CONNEXXION prenderà vita il 20 aprile 2024 in Piazza Martiri della Libertà, con il primo dei due Special Project: la performance inedita di Silvia Margaria, dal titolo Bandite. Il Festival ha voluto celebrare i 50 anni del monumento, con una performance che nasce da un’analisi dei riti di commemorazione dei caduti della Resistenza. Una riflessione rivolta in particolare ad alcuni cippi della memoria presenti ad Albissola Marina, Savona e Vado Ligure e dedicati alle donne partigiane savonesi - Clelia Corradini, Ines Negri, Franca Lanzone, Paola Garelli, Luigia Comotto - e al ruolo delle Suore “Maria bambina” di Pietra Ligure. La performance sarà preceduta dalle Letture in piazza, a cura del gruppo di lettura LEGGERE IN CERCHIO, con la collaborazione di Quartiere Oltreletimbro. Il 25 aprile CONNEXXION ritorna alla Fortezza del Priamàr, sulla rampa di ingresso pedonale, per il secondo Special Project del Festival: l’opera monumentale di Davide Dormino dal titolo Semi - collocata sul prato adiacente all’area archeologica esterna, nel fronte nord della fortezza. L’opera, in argilla cruda, verrà realizzata in modo corale e partecipato dall’artista coadiuvato da una classe dell’Istituto Artistico Arturo Martini, nei giorni precedenti il 25 aprile. Una citazione del poeta greco Dinos Christianopoulos scomparso nel 2020 - “Hanno provato a seppellirci non sapevano che eravamo semi” - prenderà forma attraverso 49 lettere alte circa 80 cm e occuperà uno spazio di 7 metri x 7. L’opera che dà forma ad uno statement potentissimo e sempre attuale, legato alla resistenza in senso universale, rivisita anche l’atavica rivalità tra i genovesi, che costruirono l’imponente fortezza, e i savonesi. Questa opera è, inoltre, legata a filo doppio alla scultura di Davide Dormino, selezionata dalla curatrice Livia Savorelli per la mostra Dialoghi intorno alla Libertà al Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo, dal titolo Per uno Sguardo libero. Due dita - pollice e indice a grandezza naturale - stringono un piccolo seme. La prospettiva dell’opera è rivolta a Ventotene, luogo di ispirazione del Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il confino fascista, una delle più belle pagine del pensiero libero in cui si sogna un’Europa libera e unita. Il 20 aprile, CONNEXXION si sposta nell’ex Carcere Sant’Agostino, con una progettualità che si sviluppa nel piano terra dell’ex casa circondariale sita in Piazza Monticello e che prevede installazioni site-specific, performance e talk. Ogni artista è stato invitato dalla curatrice Livia Savorelli a scegliere una delle celle o degli spazi comuni, per formulare una propria narrazione intorno alle tre forti tematiche: libertà, identità e memoria. Gli artisti protagonisti all’ex Carcere sono: Alessio Barchitta, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Federica Gonnelli, Lorenzo Gnata, Monica Gorini, Carla Iacono, Gianni Moretti, Giulia Nelli, Filippo Riniolo.
Alessio Barchitta presenta due distinte progettualità: nella Cappella, l’installazione dal titolo Noi andremo in paradiso perché all’inferno ci siamo già stati e, in una delle celle, Eterotopìa; Rocco Dubbini ha scelto la Sala dei colloqui per l’installazione Sognando Fumo, ispirata all’iconica pipa di Sandro Pertini, che qui fu imprigionato nel 1925 e nel 1941, con le tante pipe in ceramica realizzate grazie alla partnership con il Museo della Ceramica di Savona. Nella cella interpretata da Armida Gandini, dal titolo Il numero 34 e il numero 27, la suggestione è data dalla prigione letteraria, vissuta e narrata. Con Resta ciò che cambia. Ciò che cambia, resta di Federica Gonnelli invece, due diverse progettualità convergono in una riflessione sull’indeterminatezza. In Racconti di terra di Lorenzo Gnata, entità ibride vincono le leggi della gravità e del reale, in una fusione umano-vegetale che tenta di ricucire le ferite di un’epoca dilaniata, violentatrice di ogni forma vivente, mentre con l’installazione immersiva Il giardino dentro. Poetica della libertà di Monica Gorini, la cella si trasforma in giardino rigoglioso, in cui la mente del prigioniero fiorisce e si spinge ad immaginare un domani di libertà. Pagine tristi della storia personale dell’artista vengono ricordate nella cella di Carla Iacono, intitolata Educazione alla memoria, mentre in quella di Giulia Nelli, con l’installazione dal titolo Tu che ne sai, si affronta il tema dell’incomunicabilità tra le persone, del sentirsi incompresi e del barricarsi nella propria interiorità, considerata uno spazio protetto e rassicurante, nel quale trascorrere la quotidianità senza veri legami con il territorio e il tessuto sociale circostante. Gianni Moretti presenta, nel cortile interno dell’ex casa circondariale, Anna - Monumento all’Attenzione (promessa), uno sviluppo dell’omonimo intervento di arte ambientale, aperto e inclusivo realizzato dall’artista in memoria del feroce eccidio di Sant’Anna di Stazzema e dedicato ad Anna Pardini, la vittima più giovane che morì a solo 20 giorni di vita: un’installazione a pavimento che diventa parte integrante del processo dell’opera, dialogando con essa e implementandola con una rinnovata energia proveniente da altri luoghi. La partecipazione attiva del pubblico si accompagna alla promessa, entro un anno, di recarsi a Sant’Anna di Stazzema per piantarlo lungo la mulattiera per la quale è stato pensato. In tale processo, come afferma Moretti, “È il corpo stesso del fruitore a divenire luogo di memoria e monumento”. Filippo Riniolo presenta, nella Cappella dell’ex carcere, la performance Selezioni, che trae ispirazione dal terribile episodio della selezione ad Auschwitz, narrato da Primo Levi in Se questo è un uomo: di fronte ad un ufficiale nazista, i prigionieri correvano mentre quest’ultimo, in pochi istanti, decideva del loro destino spostando semplicemente a destra o a sinistra la scheda che gli veniva consegnata. Un banale atto di burocrazia che tracciava la linea tra la vita e la morte, per bilanciare gli inumani conti del campo. Domenica 21 aprile nella Cappella, si terrà il talk Pratiche condivise di costruzione del monumento contemporaneo, moderato da Lisa Parola (storica dell’arte e curatrice di progetti di arte pubblica), con l’artista Gianni Moretti e lo storico dell’arte Luigi Ficacci.
Il Festival si avvale della collaborazione di: ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Comitato Provinciale di Savona), ANED (Associazione Nazionale degli Ex Deportati nei campi nazisti Sezione Savona-Imperia), ISREC (Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Savona), Museo Casa Natale di Sandro Pertini di Stella San Giovanni (SV), Società Savonese di Storia Patria, Istituto Internazionale di Studi Liguri. Rinnovata la collaborazione con il Museo della Ceramica, partner nella realizzazione dei laboratori sviluppati intorno alle tematiche del Festival. Per la seconda parte di CONNEXXlON, si aggiungono inoltre nuovi partner, a testimonianza dell’inclusività della manifestazione: Associazione “A Campanassa”, Gruppo FAI Giovani. Delegazione di Savona, gruppo di lettura LEGGERE IN CERCHIO e comitato Quartiere Oltreletimbro. CONNEXXION gode, inoltre, del patrocinio dell’Hdemia SantaGiulia. La seconda edizione del Festival, nell’ambito di un’esperienza di stage formativo, si avvale della collaborazione degli Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia, Scuola di Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte.
“Con questa edizione CONNEXXION”, sottolinea Nicoletta Negro, Assessore alle politiche comprensoriali della Cultura e del Turismo “Si consolida come una progettualità che è parte integrante dell’azione amministrativa e del percorso di Capitale della Cultura. Nella seconda parte del festival si accendono i fari su due ulteriori luoghi simbolici della nostra città oltre alla Fortezza del Priamàr: uno dimenticato perché chiuso da tanti anni, ed è il caso dell’ex carcere Sant’Agostino, l’altro vissuto dalla cittadinanza probabilmente in modo distratto, ma che viene riscoperto in occasione del suo cinquantesimo anniversario. In entrambi i casi l’arte contemporanea ci stimola alla riscoperta della città e alla riflessione sui grandi temi della Memoria e della Libertà”.
“Da sempre la bandiera è rappresentativa di un’ideologia, un credo, un’appartenenza”, spiega Livia Savorelli “L’artista Silvia Margaria ha così ideato una serie di bandiere, una per ogni partigiana, che saranno sventolate con fermezza e trasporto dagli sbandieratori del Comitato Palio Castell’Alfero, in una performance in cui la danza della bandiera da loro messa in atto rappresenta simbolicamente un nuovo processo di valorizzazione di storie nella Storia, come quelle di molte donne della Resistenza per troppo tempo ai margini del racconto”.
“Prosegue la collaborazione con il Comune di Savona per far conoscere l’ex Carcere mentre è in corso l’iter di valorizzazione grazie al federalismo culturale, la procedura che consentirà il trasferimento in proprietà dell’edificio al Comune affinché venga aperto a nuove funzioni e riconsegnato alla collettività”, afferma Giovanni Zito, Direttore Regionale della Direzione Regionale Liguria dell’Agenzia del Demanio.
“CONNEXXION”, sottolinea Ilaria Becco “Ci ha offerto una bellissima occasione per riaprire un altro luogo della città da rigenerare, così come è accaduto lo scorso anno per il tunnel del Garbasso, consentendo di sperimentare un utilizzo temporaneo che fungerà da test per immaginare i possibili usi dell’ex carcere attraverso una riqualificazione strutturale grazie alle possibilità offerte dal federalismo demaniale. In questo percorso risulta fondamentale la collaborazione in atto tra l’Agenzia del Demanio, il Comune e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona”.
“Per la Soprintendenza”, dichiara Andrea Canziani, Responsabile Area Funzionale IV Patrimonio architettonico “Autorizzare l’uso dell’ex Carcere Sant’Agostino come sede per un festival di arte contemporanea significa ribadire il nostro impegno verso la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione del contemporaneo come strumento di riflessione e trasformazione sociale. L’ex carcere rappresenta un simbolo potente di riscatto e rinascita, un luogo che, attraverso le espressioni dell’arte contemporanea, si trasforma in un palcoscenico vivente per dibattiti sulla libertà, memoria e identità. È con grande entusiasmo che sosteniamo questa iniziativa convinti che possa aprire nuovi dialoghi e connessioni, restituendo alla comunità uno spazio rinnovato e carico di significati”.