In occasione della mostra Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo, dal 26 maggio presso l’Ex Chiesa del Carmine di Piacenza viene presentato al pubblico l’evento Klimt. L’opera ricostruita, un importante progetto di ricostruzione digitale attraverso il quale riprende vita una delle maggiori opere di Gustav Klimt andato perduto per sempre: la Medicina, un’opera estremamente controversa, dipinta dall’artista nei primi anni del ‘900 e realizzata su commissione tra le allegorie pensate per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna.
La Medicina fa parte dei tre dipinti che Klimt eseguì su incarico dell’Università di Vienna (la Medicina, la Filosofia e la Giurisprudenza), e che furono poi rifiutati dall’ateneo perché ritenuti troppo critici nei riguardi della scienza (proprio la Medicina fu quello che destò più scandalo, a causa della copiosa presenza di nudi). Rifiutati, furono riconsegnati a Klimt (lo Stato voleva invece trasferirli alla Moderne Galerie di Vienna), che li vendette a diversi acquirenti. Furono poi tutte sequestrate dai nazisti nel 1938, e durante la guerra, nel 1944, le tre opere furono spedite nel castello di Immendorf, vicino alla capitale austriaca: andarono perse nell’incendio della fortezza, durante un’azione bellica.
L’evento di Piacenza si inserisce nell’ampio dibattito sulla “riproducibilità” delle opere, sul rapporto tra arte e nuove tecnologie, su originalità e autenticità dell’opera d’arte, sul ruolo dei musei come luoghi di trasmissione dell’eredità culturale. Obiettivo dell’esposizione è mostrare come le più avanzate tecniche digitali consentono di avvicinarci sempre di più alla fedele riproduzione di un’opera realizzata con media tradizionali (disegno, olio, tempera, marmo, bronzo e altri), attraverso tecnologie di scansione, fotoritocco e stampa che non hanno precedenti e, seppur ancora all’alba dello sviluppo, consentono risultati impressionanti.
Klimt. L’opera ricostruita si inserisce all’interno del progetto Il mistero dei capolavori perduti, la serie di Sky Arte realizzata da Ballandi che racconta la storia di sette celebri dipinti - realizzati tra il XVII secolo e gli anni Cinquanta – ad oggi tragicamente perduti e ne segue l’emozionante processo di ri-materializzazione grazie alle più moderne tecnologie a cura di Factum Arte, l’organizzazione fondata da Adam Lowe a Madrid, impegnata nella valorizzazione del patrimonio artistico mondiale.
L’evento rientra tra le attività del Comune di Piacenza di promozione del Laboratorio Aperto Piacenza Territorio Snodo – Por Fesr Emilia Romagna 2014-2020 – ASSE 6 Azione 6.7.2 Promozione, è organizzata da Art Projects con la collaborazione di Arthemisia, Factum Arte, Ballandi e Sky Arte.
Nell’immagine: Factum Arte, Medicina (da Gustav Klimt, 1899-1907), 2017, cm. 430x300 (particolare)
A Piacenza ricostruita in digitale la Medicina di Klimt, il capolavoro distrutto nel 1944 |