Il Museo Diocesano “Carlo Maria Martini” di Milano festeggerà venerdì 5 novembre 2021 il suo ventesimo compleanno, e per celebrare i suoi primi vent’anni l’istituto propone al pubblico una importante serie d’iniziative. La storia del Museo Diocesano di Milano inizia il 5 novembre 2001, quando il cardinale Carlo Maria Martini lo inaugura, portando a termine un progetto a cui hanno dato il loro decisivo contributo alcune delle più grandi figure di arcivescovi milanesi del Novecento. Le origini del museo risalgono infatti a una prima intuizione del beato Ildefonso Schuster del 1931, poi ripresa dal cardinal Montini nel 1960 che indica come sede del nuovo Museo i chiostri di Sant’Eustorgio, uno dei luoghi cardine per la storia del cristianesimo ambrosiano. Spetterà infine al cardinal Martini, negli anni ottanta del secolo scorso, il difficile compito di dare inizio ai lavori di ricostruzione dei chiostri, affidati allo studio Belgiojoso, gravemente danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Il primo evento è l’arrivo della Annunciazione realizzata da Tiziano Vecellio attorno al 1558, opera della piena maturità del maestro veneto, caratterizzata dalla vibrante ricerca luministica, proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, in deposito dalla chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, patrimonio del Fondo Edifici di Culto amministrato dal Ministero dell’Interno. Rimarrà in mostra dal 6 novembre 2021 al 6 febbraio 2022. La grande tela (di 280 x 193 cm) è il Capolavoro per Milano 2021, iniziativa giunta alla sua XIII edizione e che accompagna i visitatori per tutto il periodo natalizio.
L’Annunciazione proviene dalla chiesa napoletana di San Domenico Maggiore, l’unica al mondo ad aver conservato insieme dipinti di Raffaello, Tiziano e di Caravaggio, è stata realizzata da Tiziano per la famiglia Pinelli, banchieri e mercanti di origine genovese trasferitisi a Napoli, per la loro cappella nel transetto della chiesa, dedicata alla Vergine Annunciata nel 1575 da Cosimo Pinelli. Firmata “Titianus f” sull’inginocchiatoio, l’opera costituisce uno dei capisaldi della maturità dell’artista e rappresenta un raro episodio di pittura veneta nella Napoli del Cinquecento. Eseguita alla fine degli anni cinquanta, la tela rivela i più alti raggiungimenti del Tiziano maturo evidenti negli straordinari effetti luministici, in particolare nelle scintillanti vesti nell’angelo, in damasco rosa e argenteo, intessuto di fili d’oro, nella resa dei bagliori che intridono la materia pittorica e nella libertà della composizione. Lo spazio è dominato da una sola presenza architettonica, l’imponente colonna alle spalle della Vergine, mentre sullo sfondo, a sinistra, si apre uno scorcio con un paesaggio autunnale, con toni di marrone e rosso che spiccano sull’azzurro del cielo. Le figure in primo piano presentano una cromia giocata sui toni del rosso e dell’oro: la Vergine si raccoglie umilmente con le braccia incrociate sul petto, mentre l’angelo la raggiunge con un gesto dinamico e dal cielo scende un fascio di luce contornato da un turbinio di angeli.
Sul versante dell’arte contemporanea (il Museo Diocesano si è dimostrato aperto alle diverse espressioni artistiche che compongono l’universo creativo contemporaneo, con l’obiettivo di creare un dialogo con artisti significativi e di prestigio internazionale), l’istituto affiderà a Orticanoodles, una realtà composta da autori protagonisti sulla scena dell’arte urbana dai primi anni 2000, la realizzazione di un grande murale sulla parete esterna del museo, lungo il lato che si affaccia su Parco delle Basiliche e su Corso di Porta Ticinese. Il progetto, dal titolo ICONS. Un murale partecipato al Museo, realizzato con il sostegno di Fondazione di Comunità Milano onlus, nasce dalla volontà di celebrare il museo nell’anno del suo ventennale come luogo deputato ad accogliere e valorizzare la storia della diocesi ambrosiana. Al volto di Carlo Maria Martini, il fondatore del museo milanese, a cui è stato intitolato nel 2017, si affiancano i ritratti di Sant’Ambrogio e San Carlo Borromeo, figure di spicco per il cristianesimo ambrosiano. Queste “icone” si intervallano, frastagliandosi e integrandosi, con alcuni dei capolavori della collezione permanente del museo, raffigurando così all’esterno ciò che si trova al suo interno. L’opera diventa quindi un racconto per immagini, che pone in relazione diretta la collezione museale, la sua storia e la cittadinanza, illustrando lo stretto legame tra i protagonisti del cristianesimo ambrosiano, gli esiti della storia dell’arte nei territori diocesani e, non ultimo, la genesi, la crescita e il futuro del museo stesso. L’opera viene realizzata in modalità “partecipata” attraverso un percorso di “alternanza scuola lavoro” (PCTO), che ha l’obiettivo di trasmettere agli studenti di una classe IV del liceo artistico “Sacro Cuore” di Milano la complessità e la sfida di una produzione pittorica murale. Gli stessi studenti partecipano alla realizzazione di attività didattiche, laboratori e campus per bambini e ragazzi orientati all’arte urbana, organizzati in occasione del murale dai Servizi educativi del museo.
Ancora, dal 24 novembre 2021 al 6 febbraio 2022, il museo presenta la nuova importante acquisizione, uno dei capolavori d’arte sacra del XVIII secolo milanese: il Presepe Londonio, composto da circa 60 personaggi, dipinti su carta o cartoncino sagomati, che costituivano almeno tre nuclei di “presepi di carta” distinti. La maggior parte di essi sono stati dipinti da Francesco Londonio (1723-1783), uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, specializzato proprio in presepi, in scene campestri e raffigurazioni di animali. L’opera, acquisita nel 2018 dal Museo Diocesano di Milano, grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, proviene dalla collezione Cavazzi della Somaglia, nella Villa Gernetto a Lesmo, ed è uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo. Il presepe era destinato, in origine, a essere allestito durante il periodo natalizio in un salone di Villa del Gernetto a Lesmo, in Brianza, acquistata nel 1772 dal Conte Giacomo Mellerio (1711-1782), presso la quale il Londonio era solito passare lunghi periodi di villeggiatura. Nel corso dell’Ottocento, gli eredi Mellerio, quando fu chiara l’importanza e la rarità del complesso, fecero montare le sagome entro cornici ovali o rettangolari che furono usate come decoro stabile per i saloni della residenza brianzola. Il Presepe del Gernetto, noto alla critica, è citato nella storiografia e in tutte le pubblicazioni dedicate a Francesco Londonio e al presepe in Lombardia.
Infine, in occasione del Ventennale, nell’ala al piano terreno, solitamente dedicato alle esposizioni fotografiche, verrà esposta una selezione di opere di arte contemporanea solitamente custodite nei depositi, di autori quali William Congdon, Guido Pajetta, Remo Bianco, Beppe De Valle, Claudio Olivieri e Valentino Vago.
“Siamo lieti di festeggiare i nostri primi vent’anni”, dichiara Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, “con iniziative nuove fortemente identitarie e indicative del percorso intrapreso dal museo dalla sua fondazione. Da una parte l’arte contemporanea, in questo caso declinata in un progetto di street art, con la quale si tesse un dialogo tra il museo e il quartiere, in un progetto di arte partecipata che coinvolge i ragazzi delle scuole. Poi l’esposizione dell’Annunciazione di Tiziano, nell’ambito dell’iniziativa ”Un capolavoro per Milano“, appuntamento sempre molto atteso dal nostro pubblico. E poi la presentazione di un’acquisizione importante, il presepe di Londonio. Occasioni queste che vogliono essere una riflessione sulla Speranza di cui abbiamo bisogno per ripartire”.
Milano, il Museo Diocesano festeggia il suo ventesimo compleanno con tante iniziative |