A Milano ritardano i lavori a Palazzo Citterio, l’edificio che in futuro accoglierà la collezione d’arte moderna della Pinacoteca di Brera: la Soprintendenza considera il restauro concluso, ma secondo la direzione del museo il palazzo necessita di nuovi interventi in quanto al momento non è ritenuto idoneo a ospitare la nuova sede museale. Palazzo Citterio, infatti, accoglierà la collezione d’arte moderna della Pinacoteca di Brera: così, nell’attesa, il museo ha comunque deciso di mostrare al pubblico i capolavori del Novecento in un nuovo allestimento che sarà visibile al pubblico a partire da maggio. Cento opere della Pinacoteca, appartenenti alle collezioni e donazioni Jesi e Vitali, saranno di nuovo installate al centro dei saloni napoleonici, nelle sale IX e XV e nel deposito a vista della sala XXIII. Il riallestimento inizierà dal 13 maggio e si concluderà entro il 21 giugno.
Le opere del Novecento, radunate in gran parte per iniziativa di Franco Russoli, che fu direttore della Pinacoteca per vent’anni (dal 1957 al 1977), rappresentano una delle sezioni più apprezzate dal pubblico del museo braidense. E dal momento che non è ancora possibile spostarle nella sede a cui sono destinate (Palazzo Citterio, per l’appunto), le opere saranno dunque di nuovo esposte in Pinacoteca (sono in deposito da circa un anno). L’idea della Pinacoteca è proprio quella di evocare un deposito: il riallestimento prenderà dunque spunto dalle rastrelliere tipicamente utilizzate per i dipinti nei depositi. Al centro delle sale saranno dunque creati degli appositi contenitori con vetrate trasparenti e griglie metalliche, che si aggiungeranno al deposito a vista in uso nella sala XXIII. L’idea di utilizzare questi contenitori-deposito, progettati per questa occasione, nasce per esigenze di spazio e consente anche di non modificare la disposizione della collezione permanente, e quindi le pareti delle sale interessate dal progetto. La ricollocazione nel percorso museale delle collezioni Jesi e Vitali intende inoltre dare riscontro alle condizioni poste all’atto delle generose donazioni.
Brera ha infatti avuto il privilegio di divenire, a partire dagli anni Settanta, luogo di destinazione delle principali collezioni d’arte di primo Novecento. Il collezionista Emilio Jesi, e successivamente sua moglie Maria Arrighi, dal 1976 al 1984 (con consegna definitiva di alcuni pezzi nei primi anni Novanta), donarono alla Pinacoteca ottanta capolavori realizzati da importanti pittori e scultori di quell’epoca (si parla di artisti come Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Mario Mafai, Marino Marini, Giorgio Morandi, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso). Della donazione di America e Lamberto Vitali (del 1992) si è invece scelto di esporre la sola sezione pittorica di una più ampia raccolta, nota per la sua eterogeneità sia cronologica che tipologica, che conta anche numerosi oggetti archeologici: dai vasi egizi a monili micenei fino a sculture romaniche. Saranno quindi visibili dipinti su tavola e mosaici medievali (come quelli della Basilica di Sant’Ambrogio), assieme a opere del XVIII e XIX secolo di Alessandro Magnasco, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Adriano Cecioni, e soprattutto i capolavori di Giorgio Morandi.
Non appena l’allestimento sarà completato il museo farà inoltre “parlare” gli autori delle opere: è in previsione infatti un ciclo di letture di brani scelti dalla corrispondenza fra gli artisti e i collezionisti, che offrirà al pubblico alcuni spunti, totalmente inediti, sulla vita quotidiana dei maestri, le difficoltà economiche, i successi alle mostre, le perplessità nei riguardi delle opere, le vendite, l’amicizia con i coniugi Jesi, il grande incubo della guerra.
Questa operazione di riallestimento è stata possibile grazie al sostegno della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, che già nell’autunno del 2018 ha dato un fondamentale contribuito al piano di riallesti-mento delle sale ottocentesche del museo, parte finale del vasto intervento di riqualificazione di tutta la Pinacoteca, un progetto triennale (2016 – 2018) di rinnovamento completo degli spazi espositivi. “Il riallestimento delle collezioni moderne”, ha dichiarato il direttore della Pinacoteca, James M. Bradburne, “non serve solo a riportare il Novecento nel cuore della Pinacoteca di Brera, aspettando Palazzo Citterio, ma fa parte della nostra filosofia di museo visibile, con il museo che continua a mostrare in modo trasparente la sua rilevanza, la sua partecipazione e il suo impegno”.
Nell’immagine: Giorgio De Chirico, Natura morta (1918; olio su tela, 68,5 x 72 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)
Milano, tardano i lavori a Palazzo Citterio: Brera mostra comunque le opere del ‘900, in grandi contenitori di vetro |