Sta per uscire nelle sale italiane un film sulla vita del grande Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 1901 - Coira, 1966), con Geoffrey Rush, vincitore di un Oscar e di un Golden Globe per il miglior attore, nei panni dell’artista svizzero e Armie Hammer che interpreta lo scrittore James Lord (Englewood, 1922 - Parigi, 2009). Il biopic, intitolato Final Portrait e distribuito da BiM, è stato presentato in anteprima a Berlino e poi al Torino Film Festival, e l’uscita in Italia è prevista per l’8 febbraio. È stato scritto e diretto da Stanley Tucci.
Questa la sinossi ufficiale del film: “Nel 1964, durante un breve viaggio a Parigi, lo scrittore americano e appassionato d’arte James Lord incontra il suo amico Alberto Giacometti, un pittore di fama internazionale, che gli chiede di posare per lui. Le sedute, gli assicura Giacometti, dureranno solo qualche giorno. Lusingato e incuriosito, Lord accetta. Non è solo l’inizio di un’amicizia insolita e toccante, ma anche – visto attraverso gli occhi di Lord – di un viaggio illuminante nella bellezza, la frustrazione, la profondità e, a volte, il vero e proprio caos del processo artistico. Final Portrait è l’affascinante ritratto di un genio e la storia di un’amicizia tra due uomini profondamente diversi, eppure uniti da un atto creativo in costante evoluzione. Il film racconta anche le difficoltà del processo artistico – a tratti esaltante, a tratti esasperante e sconcertante – chiedendosi se il talento di un grande artista sia un dono o una maledizione”.
Il film, della durata di novanta minuti, è tratto dal romanzo autobiografico di James Lord dal titolo Un ritratto di Giacometti, che racconta proprio dell’incontro avvenuto a Parigi tra il giovane James Lord e l’artista già avanti con gli anni. Malgrado Giacometti avesse promesso a Lord che il ritratto avrebbe richiesto un solo pomeriggio di lavoro, furono necessarie diciotto lunghe sedute di posa. La pellicola è stata girata in quattro settimane presso i Twickenham Studios di Londra, con le scenografie allestite da James Merifield, che si è basato su foto e filmati dello studio di Giacometti. Alla realizzazione ha collaborato anche la Fondazoine Giacometti, che ha seguito il lavoro degli artisti impiegati nella riproduzione dei quadri e delle sculture presenti negli anni Sessanta nello studio dell’artista elvetico. I costumi sono stati invece disegnati da Liza Bracey.
“Sono un grande appassionato del lavoro di Giacometti”, dichiara il regista Stanley Tucci. “Lo sono sempre stato. A un certo punto ho cominciato a leggere di tutto su di lui, compreso il libro da cui è tratto questo film, Un ritratto di Giacometti. Saranno più di vent’anni che me lo porto dietro. Ho scritto questo film dieci anni fa, o anche più. Mi ha sempre interessato il processo creativo: perché un artista fa quello che fa, il rapporto col suo lavoro e con la società”.
“Ho letto la sceneggiatura e l’ho trovata subito splendida”, ha affermato invece il protagonista Geoffrey Rush, “e quando Stanley mi ha detto che il film sembrava scritto apposta per me ne sono stato lusingato. È il racconto in prima persona delle settimane in cui James Lord fece l’esperienza di posare per un artista che all’epoca era un’icona vivente. Lord fa un’analisi acuta e illuminante di quelli che sono i dilemmi dell’artista nel processo creativo”.
Nell’immagine: un fotogramma del film.
Esce in Italia “Final Portrait”, film sulla vita di Alberto Giacometti |