BIAF focus 2/3. Caretto e Occhinegro: “giovani che vogliono collezionare arte antica? Non devono farsi spaventare!”


Secondo focus sulla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze. Conosciamo oggi Caretto & Occhinegro e i loro suggerimenti per i giovani che vogliono collezionare.

Il secondo dei tre approfondimenti di Finestre sull’Arte dedicati ai galleristi che espongono alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze è dedicato a Massimiliano Caretto e Francesco Occhinegro: sono loro i due giovanissimi titolari della Galleria Caretto & Occhinegro (www.carettoeocchinegro.com), che è divenuta ormai un nome di punta per l’arte fiamminga e un riferimento importante per tutti i collezionisti delle opere che in antico venivano prodotte nelle Fiandre. Torinesi, malgrado la giovane età (sono entrambi poco più che trentenni) hanno già molta esperienza, e sono alla loro prima partecipazione alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze. E il bilancio è positivo.

“La Biennale”, dice Francesco Occhinegro, “è la fiera più bella del mondo, sia per quanto riguarda l’atmosfera, sia per il pubblico e la clientela, ormai diventati di livello... internazionalissimo”. E chi affolla le sale di Palazzo Corsini, com’è noto, arriva da ogni angolo del globo. “Nei primi due giorni”, ci racconta Occhinegro, “abbiamo parlato praticamente solo in lingua inglese, abbiamo condotto le trattative quasi unicamente con stranieri, e abbiamo portato a termine due importanti vendite: una a un cliente americano e una a un cliente belga. Poi, man mano, è arrivata anche la clientela italiana, e la Biennale è frequentata dai più importanti collezionisti italiani”. Bilancio dunque super positivo, nonostante Caretto & Occhinegro figuri tra le gallerie esordienti. “E poi”, aggiunge Massimiliano Caretto, “se escludiamo la TEFAF di Maastricht, questa è la fiera d’arte antica più bella e importante al mondo. Ci sentiamo proprio di concordare con quello che hanno detto tutti”: la BIAF di quest’anno ha infatti ricevuto plausi unanimi da pubblico e critica.

Facciamo un giro al loro stand e ci mostrano i pezzi migliori, a cominciare da una delle star di questa BIAF (tant’è che l’abbiamo inserita anche tra le dieci opere più interessanti dell’edizione numero 31), ovvero il Paesaggio costiero con pescatori davanti a una torre saracena, tavola di forma circolare realizzata da Roelant Savery (Kortrijk, 1576 - 1639) e Hans Savery II (Haarlem, 1589 - Utrecht, 1654), rispettivamente zio e nipote: due artisti olandesi attivi nel primo Seicento, che per qualche tempo furono anche in Italia. L’opera è importante non solo per la sua qualità, ma anche perché si tratta di un’importante testimonianza del passaggio dei due artisti nel nostro paese.

“L’abbiamo voluta portare”, spiega Caretto, “perché è la prova del viaggio in Italia degli autori. Il paesaggio raffigurato è stato identificato come una zona tra l’Istria e la Dalmazia, ed è stata probabilmente riportata dai Savery su un taccuino di disegni. Tenete presente che l’altra variante di questo quadro è agli Uffizi: vi si può vedere la stessa torre saracena che compare nel dipinto che abbiamo esposto in Biennale. Ed è per questa ragione che l’abbiamo voluto portare come trait d’union tra l’arte fiamminga che noi trattiamo e il territorio italiano”.

Francesco Occhinegro, invece, cattura la nostra attenzione su di un dipinto di tutt’altro tenore, in certo senso completamente opposto rispetto al paesaggio che abbiamo appena visto: è un’opera del fiammingo Frans Francken III (Anversa, 1607 - 1667), un olio su rame intitolato Giochi di scimmie (allegoria della condizione umana). Occhinegro ce lo illustra: “ci piace perché è un dipinto che, al contrario del paesaggio dei Savery, non ha niente a che vedere con l’Italia: è un’opera pienamente fiamminga”. E il soggetto è particolarmente ricercato dai collezionisti, ci spiega: “è una cosiddetta singerie, cioè una scena di scimmie: un soggetto molto apprezzato da chi colleziona arte fiamminga. Inoltre, questa di Frans Francken III è una delle pochissime scene di scimmie a essere firmate“.

Le scimmie erano spesso protagoniste dei dipinti realizzati nelle Fiandre del XVII secolo: “nell’arte fiamminga”, prosegue Occhinegro, “raffigurazioni come queste erano sempre rappresentazioni allegoriche della società umana. In questo caso abbiamo, abbiamo scimmie altolocate che discutono giocando a backgammon, fumando e degustando vino, abbiamo la scimmia serva che le guarda con ammirazione e volontà di partecipazione, ma sopra di loro, nel foglio appeso alla parete, vediamo una civetta che tutto sa, e che le vede per nient’altro rispetto a quello che sono... e cioè scimmie. Un compendio di tutto ciò che era la società di quel tempo, e un compendio di ciò che è l’arte fiamminga dell’epoca. Qualcosa di totalmente in antitesi rispetto a un paesaggio che ha un forte legame con l’Italia”.

L’età di Caretto e Occhinegro ci consente di entrare nel tema del rapporto tra il collezionismo e i giovani: e in effetti, di loro coetanei tra gli stand della Biennale non è che se ne vedano poi così tanti. Quando chiediamo loro che effetto fa essere così giovani in un ambiente che è poco frequentato dagli under 45, ci rispondono che “spesso sentiamo parlare di mancanza di collezionsmo da parte dei giovani. In realtà, si tratta di una mancanza di comunicazione da parte delle generazioni che ci hanno preceduto. I collezionisti giovani ci sono, sono molto diversi da quelli che li hanno preceduti, sono molto più informati, conoscono le aste, conoscono le valutazioni, e probabilmente occorre parlare con loro dalla stessa posizione”.

Insomma: i giovani magari non sono moltissimi, ma ci sono, e sono estremamente appassionati. “Siamo più ottimisti rispetto ad altri colleghi che hanno tanta esperienza ma che magari hanno vissuto un mondo diverso”, sottolineano i due soci. “Non ha senso essere pessimisti: ha senso, invece, entrare in un’ottica nuova, prendere confidenza con le nuove dinamiche del mercato (per esempio, riscontriamo che, solitamente, i collezionisti che s’informano sono davvero molto informati, specialmente i giovani). E quindi si gioca a un livello di serietà che dev’essere totale sotto ogni punto di vista”.

Chiediamo ai due antiquari, infine, se vogliono dare un suggerimento ai trentenni come loro che desiderano avviare una collezione d’arte antica. “Devi vedere cosa ti piace”, consiglia Caretto, “e in base a quello che provi, nei limiti delle tue possibilità, bùttati su ciò che ti colpisce. Non bisogna spaventarsi: chi si spaventa non può fare quello che è un atto di amore verso se stessi, cioè comprare arte”. Gli fa eco Occhinegro: “bisogna superare la paura del primo momento. È sicuramente necessario informarsi, ma questo non è un problema per le nuove generazioni di collezionisti, perché lo fanno già. Bisogna poi fidarsi di chi si è scelto di fidarsi. E intraprendere un percorso di crescita collezionistica. È normale che nei giovani la capacità di spesa non sia quella che si avrà dopo: quindi è importante crescere insieme, per cui occorre iniziare con qualcosa che ti piaccia, che magari non sia il pezzo più importante dello stand, e crescere man mano, in un clima di aiuto reciproco”.

Nelle foto di seguito: Francesco Occhinegro e Massimiliano Caretto, le opere, lo stand.

Francesco Occhinegro (a sinistra) e Massimiliano Caretto (a destra)
Francesco Occhinegro (a sinistra) e Massimiliano Caretto (a destra)

 

Roelant Savery e Hans Savery II, Paesaggio costiero con pescatori davanti a una torre saracena (1613-1614; olio su tavola circolare, diametro 49,5 cm)
Roelant Savery e Hans Savery II, Paesaggio costiero con pescatori davanti a una torre saracena (1613-1614; olio su tavola circolare, diametro 49,5 cm)

 

Frans Francken III, Giochi di Scimmie (allegoria della condizione umana) (1660 circa; olio su rame, 22,5 x 31,5 cm)
Frans Francken III, Giochi di scimmie (allegoria della condizione umana) (1660 circa; olio su rame, 22,5 x 31,5 cm)

BIAF focus 2/3. Caretto e Occhinegro: “giovani che vogliono collezionare arte antica? Non devono farsi spaventare!”
BIAF focus 2/3. Caretto e Occhinegro: “giovani che vogliono collezionare arte antica? Non devono farsi spaventare!”


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