Intervista dell'editore di Finestre sull'Arte al Corriere. Vi sveliamo i dietro le quinte


Ripubblichiamo l’intervista a Daniele Rocca, editore di Finestre sull’Arte, uscita sul Corriere Fiorentino lo scorso 21 maggio, in cui sveliamo alcuni dietro le quinte della nostra testata.

Questo articolo, col titolo originale “Quegli artisti finiti nella Rete”, di Chiara Dino, è stato pubblicato sul Corriere Fiorentino in data 21 maggio 2023.

Sono partiti da un blog, ma niente paura non si trattava di rimedi a mali d’amore o di consulenze estetiche né tanto meno di narcisistiche narrazioni del sé. No, loro sono partiti da un blog dedicato alla divulgazione, alta, dell’arte. Era il 2009 e a Massa negli uffici dell’agenzia di comunicazione della Danae Project (dalla Danae di Klimt?) nasceva l’embrione di Finestre sull’arte, testata giornalistica registrata nel 2017, prima solo online e poi anche in versione cartacea trimestrale. Un’operazione di facilitazione alla conoscenza delle manifestazioni artistiche antiche e contemporanee tutta toscana nella testa e nella fattura ma che guarda ben oltre i confini del Granducato e vede al timone tre persone, Daniele Rocca, editore, Federico Giannini, direttore e Ilaria Baratta, caporedattore, coadiuvati da cinque redattori. Una piccola grande impresa nata in sordina e di cui ora che è forte di alti numeri parliamo con Daniele Rocca. 

Daniele Rocca
Daniele Rocca

Perché, quando e come nasce Finestre sull’arte? 

Finestre sull’Arte nasce nel 2009 come progetto di divulgazione storico artistica per avvicinare il giovane pubblico del web all’Arte. L’idea è di Federico Giannini che all’epoca aveva 23 anni e Ilaria Baratta che ne aveva 22. Il progetto continua come blog fino al 2017, quando, grazie a un casuale incontro con il sottoscritto, Finestre sull’Arte diventa testata giornalistica. 

Nel giornale online una parte delle pubblicazioni sono frutto di ricerche storico-artistiche complesse, penso, per restare all’attualità, agli approfondimenti sulla Nascita di Venere di Botticelli e sul Bacco di Caravaggio; ma poi c’è tutta un’altra parte di news che segue l’agenda dettata da quanto avviene (mostre, norme relative al codice dei Beni Culturali, bandi e offerte di lavoro). Come scegliete cosa va messo online e a quale lettore puntate? 

Il piano e la linea editoriale sono frutto di confronto, ma chi decide gli argomenti e a chi commissionare gli articoli è Giannini. L’obiettivo è scrivere di tutto ciò che riguarda il mondo dell’arte, cercando di mantenere uno standard alto sia nella forma che nei contenuti. Vogliamo parlare a chi si riconosce nel nostro modo di raccontare l’arte; preciso ed esaustivo. Non inseguiamo il pubblico. 

Quanti lettori avete? 

Ad aprile abbiamo avuto 1,4 milioni di letture con un tempo medio di lettura di 8 minuti, che per il web è un buon risultato, considerando che spesso i nostri articoli superano le 20mila battute. Anche sui social siamo molto seguiti con 420mila follower su Fb e 85mila su Instagram. Finestre sull’Arte raggiunge mensilmente oltre 2 milioni di utenti. 

Al sito si accede su abbonamento? Quanto incidono gli abbonamenti sui ricavi e quanto la pubblicità? 

I contenuti del giorno sono sempre gratuiti, facciamo pagare la consultazione degli articoli d’archivio. Gli abbonamenti incidono circa il 30% sui ricavi rispetto alla pubblicità . 

Per sua esperienza con la cultura si mangia, anche se l’espressione è brutta assai? 

Con la cultura in senso stretto si mangia ma non si ingrassa. Ci sono delle situazioni che andrebbero normate con maggior attenzione soprattutto quando il pubblico utilizza il criterio del massimo ribasso per assegnare tramite gara la gestione del Patrimonio. Senza poi considerare alcuni aspetti nocivi del volontariato di cui spesso abbiamo scritto. Se però allarghiamo il concetto di cultura e pensiamo alle imprese italiane che esportano nel mondo i prodotti Made in Italy allora sì, con la cultura si mangia e si mangia bene. 

Pensa che il lavoro che fate su Finestre sull’arte sia un antidoto all’over-tourism o al contrario che lo incentivi? 

Sicuramente contribuiamo a creare interesse delle città d’arte di cui parliamo. Il turismo è opportunità che se mal gestita però può mettere a rischio l’integrità del nostro patrimonio artistico e naturalistico oltre che creare disagio per chi di turismo non vive. 

Avete fatto un profilo del vostro lettore tipo? 

Per età ed estrazione sociale direi eterogeneo. Abita nelle regioni del centro nord e al 65% è composto da donne. 

Aggiornate il sito con le news ogni giorno, ogni settimana o ogni quanto? 

Pubblichiamo dalle 8 alle 10 notizie al giorno, ogni giorno, 365 giorni all’anno. 

Il vostro principale competitor è Artribune, cosa vi differenzia da loro secondo lei? 

Loro per nome hanno scelto un inglesismo, noi un nome italiano. 

Chi scrive sul vostro giornale? A parte i redattori avete contributi di storici dell’arte, o specialisti? 

Abbiamo cinque redattori e un nutrito numero di collaboratori sparsi per tutta Italia. Scrivono e hanno scritto, critici, storici dell’arte, economisti, sociologi, filosofi. Nel corso degli anni sono intervenuti sul nostro giornale firme del calibro di Antonio Paolucci, Hans Ulrich Obrist, Gigetta Dalli Regoli, Tiziano Scarpa, Beatrice Buscaroli. 

Da quanto tempo siete partiti con l’edizione cartacea? 

Con il cartaceo abbiamo iniziato nel marzo 2019, si tratta di un trimestrale di 180 pagine in brossura, che si può acquistare solamente on line attraverso il nostro sito. Un’operazione nata perché siamo dei romantici. 

Nuovi progetti? 

Vogliamo potenziare l’edizione in inglese del sito che abbiamo iniziato a febbraio di quest’anno e che si concluderà con la traduzione di tutto il nostro archivio composto da oltre 20mila articoli e commercializzare pacchetti turistici per scoprire le bellezze dell’Italia meno nota al grande pubblico.

Federico Giannini
Federico Giannini
Ilaria Baratta
Ilaria Baratta
Redazione
Redazione

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