La Fondazione Longhi di Firenze presenta il suo nuovo sito web, www.fondazionelonghi.it, riprogettato all’insegna della chiarezza e dell’eleganza grafica. In questo modo, la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi condivide con gli appassionati e gli studiosi i risultati del lavoro intrapreso tre anni fa sull’archivio dello storico dell’arte piemontese, che visse a Firenze molti anni, nella dimora di via Fortini, il Tasso. Il sito si pone come strumento utile e aggiornato, destinato ad accrescersi e perfezionarsi grazie alle risorse rese disponibili da istituzioni e illuminati mecenati, tra i quali è risultato in questo caso determinante il contributo di Dianne Dwyer Modestini, storica dell’arte, restauratrice e docente, che con il proprio generoso intervento ha reso possibile il riordino e la digitalizzazione dell’archivio documentale.
Le carte che compongono l’archivio documentano l’attività di Roberto Longhi con dovizia di materiale. Di grande interesse poi è la ricca collezione della corrispondenza, con più di 12.000 lettere, a testimonianza del l’intensità del colloquio dello studioso con molti e diversi interlocutori: storici dell’arte, artisti, letterati, intellettuali.
Il frutto del recente lavoro di riordino delle carte è presentato nella forma più classica dell’inventario e insieme in quella più dinamica del database: più agile nell’indirizzare la ricerca e più immediato nel suggerire la struttura del complesso archivistico. Attraverso il database è possibile accedere direttamente ad alcuni gruppi di documentazione cartacea appositamente digitalizzati. Si tratta degli appunti vergati a mano da Longhi durante i viaggi per l’Europa, testi finora poco conosciuti, che accompagnano il lettore attraverso musei, monumenti e collezioni private, ricchi di riflessioni, note, e con disegni e schizzi a penna. A questo si aggiungono i testi delle lezioni di storia dell’arte tenute nelle università di Roma, Bologna e Firenze: alcuni in versione manoscritta, o in forma di appunti, altri dattiloscritti.
A breve il sito accoglierà inoltre anche l’archivio di Lucia Lopresti, la scrittrice meglio nota come Anna Banti, che fu moglie di Roberto Longhi e abitò al Tasso fino alla morte, nel 1985, lasciandovi le proprie carte, la biblioteca, le fotografie personali.
Roberto Longhi, nato ad Alba nel 1890 e laureatosi a Torino con Pietro Toesca con una tesi sul Caravaggio – artista allora poco conosciuto –, visse fino al 1970, esercitando l’attività di storico dell’arte, critico e conoscitore. Docente prima a Roma e poi a Bologna e Firenze, formò generazioni di allievi, imprimendo una lezione sapiente di filologia, calata in uno studio profondo del contesto culturale. Attento osservatore e critico dell’arte contemporanea, seguì e curò esposizioni periodiche come le Biennali veneziane, le Quadriennali romane, e fu vicino ad artisti come Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Mino Maccari. La sua attività di storico dell’arte si estese anche alla collaborazione con il Ministero in ordine a problemi legati al restauro delle opere d’arte, ai monumenti e alla cura del patrimonio artistico. Divulgatore ante litteram, scrisse, oltre ai saggi sulle riviste scientifiche – che egli stesso diresse e fondò – articoli su giornali e settimanali; collaborò con registi come Umberto Barbaro, nella realizzazione di documentari dedicati ad artisti (Caravaggio, Carpaccio, Carrà), registrò trasmissioni televisive sui temi della storia dell’arte.
Nella foto: Roberto Longhi
La Fondazione Longhi di Firenze lancia il nuovo sito web |